Quando il mio babbo era in vita, lui
che era attaccatissimo a questo paese, se si trovava in disaccordo con qualche
iniziativa presa dalle autorità o più semplicemente per commentare qualche
fatto colorito di vita locale, usava esclamare “Questo è un paese di cuculi!”.
Non capivo bene l’assonanza tra il
volatile citato e le presunte storture ravvisate, ma capivo l’amarezza che lui
provava, a torto o a ragione, per il fatto che qualcosa a Castiglioni non
stesse funzionando. E siccome il suo amore per il paese che egli aveva visto
occupare e bombardare, dal quale era stato costretto a sparire come tanti altri
giovani e che alla fine aveva visto ricostruire nelle mura e nel tessuto
sociale, era già riuscito a trasmettermelo, io – non capendo magari bene quale potessero i motivi che lo
disturbavano – soffrivo nel vedere il
babbo amareggiato e nello stesso tempo mi rimaneva difficile intendere perché
Castiglioni meritasse questa sorta di ammonizione. Povero babbo!
Che direbbe oggi di un paese in cui il
Sindaco - pur di apparire come un Robin Hood “denoaltri” - dà il buongiorno al
popolo che lo ha clamorosamente chiamato allo scranno più alto creando su
facebook il tragico “caso del cicomoro”?
A quale animale ricorrerebbe nei
suoi amari strali? Ormai i tam tam dei
social avranno aggiornato tutti: nel giorno di Ferragosto, una compagnia di
giovani “cinghiali” del territorio – così definiti nel social - ritrovandosi
come tradizione a pranzare nel Parco delle Comunanze ha lasciato sul terreno lo
scalpo di un cocomero deturpando l’oasi felice. Nello stesso post, il
devastante “cicomoro” viene accostato all’atto vandalico subìto da una stele di
recente inaugurata nei Giardini di Viale Mazzini e dedicata allo stesso uomo
del Risorgimento.
Nel caso del cippo, l’animale citato
come riferimento è la “capra”, mutuando con poca originalità ma con la dovuta
riverenza il celebre intercalare del prof. Sgarbi, commovente esempio invece di
patriota castiglionese. Il post si conclude trionfalmente con l’ impegno a
rendere pubblico il nome dei vigliacchi esecutori dei misfatti.