L’ipocrisia e il perbenismo (falso)
sono quanto di più odioso possa esistere al mondo. Il fuoco di batteria degli ipocriti si è scatenato
in questi giorni contro un opuscolo
prodotto dal Ministero della Salute sulla infertilità. L’accusa è di quelle che
fanno male: “razzismo”.
La critica prende le mosse dal fatto
che nella parte superiore di questo dépliant
gli stili di vita “sani” appaiono
incarnati da due coppie belle e bianche, mentre i “testimonial” di quelli “pericolosi”
sono un rasta, un nero e una ragazza sorpresi a fumare non si sa bene
quale sostanza.
In effetti la copertina dell’
opuscoletto è veramente brutta, e bisognerebbe domandarci, prima ancora di
ragionare di razzismo, a cosa servano queste pubblicazioni. Ma soprattutto quanto costano alle casse dell’erario
queste inutili campagne.
L’unico servizio che fanno è quello di
intrattenere qualche paziente nell'anticamera di un ambulatorio.
Ma di là della reale utilità di
questi strumenti rimane la crepa di una operazione
pubblicitaria dove i belli e i bianchi rappresentano il bene e quelli brutti e
neri incarnano il male. Ha buon gioco Saviano
a dire che queste immagini richiamano un po’ (solo un po’) un certo tipo di propaganda
che andava in voga nel 1936 in Germania. Affermazione forte, che ci sta come il
cavolo a merenda.