martedì 28 giugno 2016

VECCHIO OSPEDALE DI CASTIGLIONI, NE VOGLIAMO PARLARE?

A gennaio avevamo scritto un articolo dove ponevamo l’accento sul fatto che, nella totale indifferenza, si stava procedendo alla vendita di uno degli edifici storici più importanti di Castiglioni: il vecchio ospedale di Piazza S. Agostino.  
Da allora sono passati quasi sei mesi e ancora non si sa niente. Il sindaco, interrogato in merito, ha detto di non saperne nulla, ma quello che però ci lascia perplessi è che si continui a stare zitti senza intervenire su una vicenda che potrebbe “svoltare” in senso positivo il destino di zone come S. Agostino e porta Romana.

All'indomani dell’annuncio della vendita, la Regione Toscana ha, infatti, dichiarato che “utilizzeremo l'eventuale ricavato per investire nella sanità, nell'assetto idrogeologico, in opere pubbliche, in cultura" aggiungendo che “intendiamo discutere con i Comuni della destinazione d'uso degli immobili".
Ottimo e allora discutiamone.

lunedì 27 giugno 2016

LISTE CIVICHE E GOVERNO DEL TERRITORIO: IL SINDACO DI CASTIGLIONI PROPONE MA CHI DISPONE?

    
Nel film “Un boss sotto stress” Paul Vitti (Robert De Niro) dice una frase rimasta famosa al Dr. Ben Sobel (Billy Cristal): "Tu... tu... tu...tu sei bravo dottore, sei proprio bravo. Hai il bernoccolo!".
Queste parole ci sono tonate in mente leggendo le esternazioni del Sindaco di #Castiglion Fiorentino. Le ultime in ordine di tempo riguardano la richiesta di stato di calamità per il settore agricolo dopo le piogge torrenziali delle scorse settimane e la proposta di una federazione delle #Liste Civiche dopo l’uragano che si è abbattuto sul centrosinistra in provincia di #Arezzo.

Fin dall'inizio del suo mandato Agnelli ha dimostrato una grande capacità di fiondarsi sugli eventi del giorno, più o meno importanti, trasformandoli in notizia. I contenuti non sempre sono condivisibili, vedi la polemica sulle #Unioni Civili, però nel bene o nel male è riuscito a costruire intorno alla sua figura l’aurea del personaggio. Tanto che qualche commentatore riconosce che “almeno lui qualcosa dice”. Quasi a sottolineare che altri non dicono niente e quindi, come dice il vecchio adagio “nel mondo dei cechi l’orbo è re”. 

venerdì 24 giugno 2016

LA MADIA PARLA DI ROMA E DI AREZZO CHI PARLA?

Le vicende post-elettorali si arricchiscono ogni giorno di nuovi capitoli. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda la ministra Marianna #Madia con la quale, forse per la prima volta, ci troviamo d’accordo. Che cosa ha detto la responsabile per la semplificazione e la pubblica amministrazione nel Governo #Renzi riguardo a #Roma?
Una cosa giustappunto semplicissima "il voto ci dice una cosa chiara: nella mia città, che non è l'ultimo borgo d'Italia, siamo stati rottamati dai cittadini. Il Pd non ha saputo ascoltarli. E ci hanno punito se a Roma "il tappo" è #Orfini allora "si dimetta da commissario".


Una logica inoppugnabile, anche se il problema non è essere più o meno “tappi”, il problema è assumersi la responsabilità politica di una vicenda sconclusionata con un finale già scritto.
Prima l’elezione di Marino, poi la scoperta che il sindaco era inadatto a guidare una città piena di contraddizioni e malaffare, quindi il dimissionamento di Marino, a seguire l’individuazione di un candidato come Giachetti (persona degna ma politicamente debole) e infine la sconfitta secca e bruciante contro il movimento cinquestelle, con l’aggravante che se la destra fosse stata unita il PD probabilmente non sarebbe arrivato nemmeno al ballottaggio.

mercoledì 22 giugno 2016

BOTTE IN TESTA AL PD E AD AREZZO CHE SI FA?


Abbiamo aspettato qualche giorno per dire la nostra (sempre che conti qualcosa) sull'esito delle #elezioni, abbiamo aspettato perché è bene come direbbe qualcuno “farsi un’idea” senza cedere alle emozioni. Quello che viene fuori da un lato ci fortifica nelle nostre convenzioni e dall'altro ci fa cedere le braccia.
Lasciamo per un momento da parte i commenti dei giornalisti, “vil razza dannata”, che hanno tutto il diritto di modificare le proprie convinzioni in relazione ai risultati.  Fatto normale in un paese abituato a svolte repentine e vigliacche, a cominciare dal 25 luglio del 1943 per finire alle monetine lanciate contro Craxi da quelli che fino il giorno prima strisciavano come vermi. 
Quello che però ci fa sorridere (amaramente) sono le analisi dei politici.  I filoni di pensiero sono essenzialmente due. C’è chi sostiene che il centrosinistra ha smarrito il senso della sua storia e dunque paga le conseguenze di un arretramento culturale, oltre che un pauroso vuoto di analisi e quelli che invece affermano che il #PD ha perso perché ha fatto poca innovazione.

In quanto ai primi sarebbe opportuno che alle parole dessero coerenza. Dove per coerenza s’intende che dal dire è necessario passare al fare. Invece ha prevalso la logica del “falso unanimismo”, della fottuta paura della rottura. Le divisioni sono sempre state la dannazione della #sinistra per cui, per quanto possibile, è bene evitarle ma poi si arriva a un punto in cui i nodi vanno sciolti, l’alternativa è chinare la testa e in troppi hanno scelto di abbassare il capo.

venerdì 17 giugno 2016

ROSARNO: PROVE TECNICHE DI SINISTRA

La domanda che alcuni iniziano a fasi è in cosa si distingua un governo con una “impronta progressista” da un governo tecnico/conservatore.
Teoricamente un governo progressista dovrebbe impostare le politiche economiche, e di conseguenza quelle sociali, spostando la lancetta verso una maggiore equità, un’attenzione ai bisogni dei più deboli, operando per l’eguaglianza delle opportunità. Obiettivi difficili in un’Europa dove dominano le tecnocrazie e l’economia globale risponde a interessi in grado di condizionare le politiche dei singoli stati.

Le ricette del FMI non contemplano un progetto di eguaglianza ma esasperano i concetti di competitività e declassano la spesa pubblica a problema, declinando ogni azione al rispetto degli equilibri di bilancio. Su questo versante le politiche nazionali possono ben poco, come dimostra il caso della Grecia dove Tsipras è stato costretto a tornare sulle sue posizioni (colpevolmente abbandonato anche da quelli che si dicono progressisti).

giovedì 9 giugno 2016

ELEZIONI AMMINISTRATIVE: NAPOLI O AREZZO SON CAZZOTTI SUL MUSO

Dopo le ultime elezioni amministrative la gran parte dei commentatori ha puntato i fari su Milano e Roma, mettendo in penombra Napoli. Grave errore. Se si guarda al panorama del voto nella città delle 500 cupole è successa una cosa quantomeno insolita, il PD non è arrivato al ballottaggio. E pensare che nel 1996 il candidato della sinistra raggiunse  la stratosferica cifra del  72,9% dei voti al primo turno.
“Secoli fa” direbbe qualcuno, è vero in politica i giorni valgono anni, ma nel 2006  l’ultimo sindaco del centrosinistra fu eletto con il 57%.  
“Il mondo cambia” direbbe il solito interlocutore scassapalle. Possibile che cambi sempre in peggio? Qualcosa deve essere pur successo.

Benché qualche testa pensante insista a dire che quanto è avvenuto sotto il Vesuvio sia un caso a parte, noi non ne siamo troppo convinti. Anzi aggiungiamo che il caso Napoli, fatte salve alcune differenze, è fornito di un valore esemplare rispetto a ciò che è capitato dalle nostre parti.

domenica 5 giugno 2016

Riceviamo e Pubblichiamo: NO A SCRITTE RAZZISTE

Il primo pensiero che ci è venuto in mente leggendo il testo e guardando le foto che ci sono state inviate è stato “ERA L’ORA CHE QUALCUNO CI METTESSE MANO”. 
Giacché, nonostante da tempo avessimo segnalato l’indecenza di quelle scritte, nessuna  tra le autorità preposta aveva mosso un dito, è un bene che qualcuno abbia sentito la necessità di intervenire. 
Inutile domandarsi perché chi aveva il dovere di togliere di mezzo quella bruttura non l’ha fatto, ognuno ha la sua risposta: inefficienza? Adesione alle idee espresse in quella scritta? Superficialità? Chi lo sa. L’importante è che qualcuno abbia provveduto.



Mentre nella chiesa di S. Angelo al Cassero l’Amministrazione Comunale di Castiglion Fiorentino celebrava il libro “Donna Rachele mia nonna. La moglie di Benito Mussolini”, le forze di opposizione presenti in Consiglio Comunale: Partito Democratico e Partito Comunista dei lavoratori in collaborazione con i Giovani Democratici della Provincia di Arezzo, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, CGIL e CISL si sono date appuntamento presso la nuova rotatoria, lungo la SR 71, per cancellare alcune frasi antisemite che facevano pessima mostra di se in un muro a ridosso del nodo stradale.

sabato 4 giugno 2016

STORIA, CULTURA E PICCOLO CABOTAGGIO

Ci sono situazioni in cui il pregiudizio ideologico, oppure il vezzo intellettuale, rischiano di distorcere la realtà dei fatti.
E’ il caso della presentazione, a Castiglion Fiorentino, del libro intitolato “Donna Rachele mia nonna. La moglie di Benito Mussolini” che vede come coautrici Edda Negri Mussolini ed Emma Moriconi.

L’argomento è interessante perché le vicende personali di donna Rachele s’intrecciano con una fitta ricerca storica che consente al lettore di inquadrare gli avvenimenti in un contesto più ampio. Non poteva essere diversamente perché i fatti della famiglia Mussolini sono legati a doppio filo alle vicende d’Italia.
Noi crediamo che non si debba mostrare sbigottimento davanti alla storia. Se ancor oggi alcuni guardano con diffidenza a queste iniziative è perché questo paese, nel bene e nel male, non ha messo sotto la lente di ingrandimento il proprio passato.

EX SADAM. C'E' CHI ASPETTA LA STAZIONE E INTANTO I TRENI PASSANO

Eppur si muove…” verrebbe da dire esaminando gli ultimi accadimenti sulla ormai annosa vicenda della riconversione ex SADAM.
Vediamo quello che è successo.
Primo: approvazione all'unanimitànell'assise castiglionese, di una mozione presentata dalle opposizioni sulla vicenda dello zuccherificio. Documento che abbiamo pubblicato nei giorni passati.
Secondo: le dichiarazioni di un assessore castiglionese che, a partire proprio da quella mozione, ha affermato che la questione del recupero dell’area ex SADAM è una vicenda quanto meno regionale, che richiede l’apporto di tutti per trovare una soluzione.
Sul piano teorico la questione comincia a prendere forma ma poi, dalle dichiarazioni di principio, occorre passare ai fatti.

Se tutti sono convinti che la Regione debba fare da coordinamento allora occorre che qualcuno glielo dica. Magari ricordandogli che nel lontano 2007 siglò un accordo, mai revocato e quindi formalmente valido.
In virtù di questo sarebbe opportuno capire cosa ha prodotto l’ultimo incontro tra il Comune di Castiglion Fiorentino e la Regione. E’ venuto fuori qualcosa di nuovo o siamo ancora al "pour parler”?