venerdì 21 luglio 2017

SULLA QUESTIONE DEI MIGRANTI QUALCOSA IN PIÙ SI PUÒ FARE di P. Brandi



Questa faccenda dei #migranti a #Castiglioni mi sembra degna di approfondimento, non tanto perché il tema non sia conosciuto, ma perché è il termometro di quello che può accadere quando qualcosa entra “di prepotenza” nel corpo di una comunità. Non a caso utilizzo la parola “prepotenza” perché con l’emergenza, perchè di una #emergenza si tratta, stanno saltando per aria alcune regole fondamentali come quella che spetta alle comunità locali decidere del proprio territorio.
A detta del sindaco i migranti a Castiglioni sono circa una cinquantina cioè, in termini percentuali, lo 0,4% della popolazione.  Se si guarda alle indicazioni del ministero che prevede 2,5 migranti ogni mille abitanti grossomodo è stato raggiunto il punto di saturazione. Qualsiasi assegnazione in più, non concordata, è una “prepotenza” e il Sindaco farebbe bene a opporsi.
A questo proposito il nostro Sindaco dice di avere le mani legate perché non è informato dell’arrivo di queste persone. Però la Prefettura afferma il contrario, e cioè che il comune era ed è informato. Chi dice il falso? Basterebbe andare a vedere i verbali delle riunioni per conoscere la verità.
Ma Agnelli va più in là. Dichiara che le cooperative e le associazioni che accolgono i migranti a Castiglioni non si comportano bene. Quali sono i compiti delle cooperative e delle associazioni, oltre a quello di fornire pasti, vestiti e un tetto sulla testa a queste persone?
La Regione Toscana ha approvato un protocollo che consente a Comuni, prefetture, cooperative e associazioni di regolare le attività dei profughi. Sono i gestori dei centri di accoglienza e le associazioni a dover stringere convenzioni. I profughi possono essere impegnati ad esempio nella pulizia di giardini, strade, sponde dei fiumi.
Il nostro comune qualcosa ha fatto in questa direzione perché non si prosegue con decisione su questa strada?  
Chi è ospite, ne siamo arciconvinti, deve in qualche modo ripagare l’ospitalità.
Inoltre le cooperative o le associazioni che accolgono i migranti devono dare loro assistenza con mediatori linguistici per informarli delle regole di comportamento, insegnare loro l’italiano e aiutarli nelle richieste di asilo e nel trasporto. A Castiglioni questo avviene?
Forse il sindaco dovrebbe interessarsi anche a questi aspetti. E se ci sono comportamenti difformi dalla legge spetta a lui intervenire come autorità di pubblica sicurezza.
Io credo però che si debba parlare dei migranti oltre che come numeri anche come persone. Persone con delle storie da raccontare e vite da narrare. Qualcuno a Castiglioni si è mai posto il problema di sapere di che nazionalità sono, perché sono scappati, con quali mezzi hanno raggiunto l’Italia, quali sono le loro speranze?
L’unica cosa che sappiamo, scusate la brutalità, è che sono neri, il resto non interessa a nessuno.  
Forse un approccio diverso da parte del comune, dei partiti, delle associazioni, dei mezzi d’informazione locale sarebbe stato utile per anestetizzare i peggiori istinti che albergano nella pancia di tutti noi, me compreso. Invece qui avviene il contrario si attizzano le paure e i timori.

Paure e timori invero non del tutto ingiustificati. Perché qui non siamo difronte a un fenomeno passeggero ma a una vera ondata migratoria (dove le guerre c’entrano fino a un certo punto) e dove prevalgono ragioni economiche. E’ l’aspettativa di stare meglio che spinge questa gente sulle nostre coste. Io non sono convinto che questa marea sia di per se positiva, che serva, come dice qualcuno alla nostra economia. Qualcosa non torna: abbiamo una disoccupazione alta eppure i migranti sono utili a incrementare le casse dell’INPS? No, qualcosa non torna. Allora è necessario per evitare piccole speculazioni (come sta avvenendo a Castiglioni) a grandi speculazioni politiche (come avviene in tutta Europa) prendere il coraggio a due mani e ribadire una cosa assai semplice: Che l’Europa non può accogliere all'infinito masse di diseredati e che le soluzioni vanno cercate a casa loro. 

giovedì 13 luglio 2017

LA SFIDA DEI PROSSIMI ANNI E’ FAR CAMBIARE I SONDAGGI. QUESTA SIGNIFICHEREBBE CHE QUALCHE PROBLEMA E’ STATO RISOLTO di Paolo Brandi


Un sondaggio, ma forse sarebbe meglio chiamarlo monitoraggio, visto che non ha pretese di scientificità, tra un campione di castiglionesi ha fatto emergere dei dati che poco si discostano da quelli emersi  a livello nazionale.
Alla domanda quali fossero gli argomenti da affrontare nel nostro territorio le risposte sono state:
Lavoro e sviluppo 41%; Tassazione locale e costo dei servizi 17%; Immigrazione 14%; Politiche sociali 14%
Sicurezza 7%. Il resto, pochi spiccioli, è diviso tra cultura, manutenzioni, centro storico e frazioni.  
Pur piangendomi il cuore per il fatto che le politiche culturali arrivino agli ultimi posti devo riconoscere, con soddisfazione, che nonostante la frivolezza dell’attuale fase politico-amministrativa, tornino alla ribalta i problemi veri,  quelli da cui non si può svicolare con quattro chiacchiere.

Ed è giusto che sia così, la gente normale non è granché interessata al make-up, vuole cose concrete, pretende che la politica risolva i problemi e non li scansi come fossero escrementi di cane.

martedì 11 luglio 2017

LEGGI CONTRO LA PROPAGANDA FASCISTA? PANNICELLI CALDI PER NASCONDERE UNA CRISI POLITICA A ROMA E NEL NOSTRO PICCOLO A CASTIGLIONI

Si torna a parlare di proposte di legge contro la propaganda nazifascista, e se ne torna a parlare dopo settantadue anni dalla fine della seconda guerra mondiale.
Evidentemente c’è un motivo. Il motivo è semplice: da qualche anno (e non da ora) si assiste a un profluvio di propaganda “nazi” sui social, a curve degli stadi imbottite di svastiche e rune, a slogan e braccia tese nel saluto romano in occasione di ricorrenze storiche.  Oltre, ovviamente, alla solita oggettistica accendini col fascio, busti del Duce e manganelli con l’immancabile scritta “me ne frego”.
Questa recrudescenza, amplificata a dismisura da internet, ha indotto alcuni parlamentari a presentare  un disegno di legge intitolato “ Introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista”.
Diciamo subito che il provvedimento ci sconcerta. Perché quando c’è necessità di una legge per rispondere a un fenomeno politico vuol dire che si è impotenti su altri fronti.
A noi non piacciono le leggi che mettono sotto torchio le idee, per quanto quelle idee possano essere aberranti e politicamente oscene. Non ci piacciono perché sono il segnale di un fallimento. Il fallimento è quello che dopo settanta anni si è costretti a intervenire con provvedimenti coercitivi per combattere la diffusione della propaganda nazi-fascista nel nostro paese.

La stessa cosa non avviene in Germania che pure è stata la culla dell’hitlerismo, la stessa cosa non avviene in Spagna con il franchismo, la stessa cosa non avviene in Portogallo con il Salazarismo. Qual è il motivo di questa differenza di approccio ai fascismi?
Nessuno si pone questa domanda, perché è una domanda importuna. La verità è che da noi non si è mai fatto i conti con il fascismo. Non si è voluto riconoscere che faceva parte della nostra storia e che la sua natura era connaturata a larga parte del popolo italiano. Se oggi un Mussolini redivivo (quello vero non qualche suo pallido imitatore) si presentasse alle elezioni raccoglierebbe percentuali a due cifre.
Da dove nasce l’amore per l’uomo forte?  

martedì 4 luglio 2017

CUORE NERO – NON BASTA CONDANNARE



Riceviamo e pubblichiamo l’articolo dell’Unione Comunale del Pd di Castiglion Fiorentino. Un articolo che lancia l’allarme su una situazione che già avevamo avuto modo di trattare all'indomani della comparsa di scritte antisemite suoi muri del paese. Ora il PD segnala altri fatti che mostrano come vi sia una chiara mescolanza tra atteggiamenti “goliardici”, come li definisce qualcuno, e inclinazioni di tipo politico.
Le svastiche proiettate dai riflettori a una festa rionale non sono solo un lampo di luce destinato a perdersi nel buio ma un segnale preciso che deve essere colto.
Però non basta sollevare il problema. Bisogna capirlo. E per capirlo occorre entrare nella testa della gente. Domandarsi perché a Castiglion Fiorentino ma anche in altri centri della Valdichiana vi sia un sollevarsi di questa marea che riprende temi e simboli di un radicalismo che non appartiene alla storia politica della nostra terra. In verità, non gli è appartenuto negli ultimi trent'anni, perchè in precedenza, se si scorrono le cronache, quella faglia tra quiete di provincia e politica radicale era già avvenuta.


Ma allora si trattava di gruppetti minoritari a cui facevano da pendant altre fazioni di segno opposto, oggi il fenomeno appare più imponente e per certi aspetti più ambiguo. Ma perché sta accadendo questo?