Ancora
una volta sono chiamato in causa sulle vicende Castiglionesi, stavolta è il
turno dell’esponente della Lega Nord Luca Conti, è proprio vero, per qualcuno
sono uno spauracchio, un demonio da esorcizzare.
Passare
da “diavolaccio” m’intristisce perché, pur non essendo una bellezza non sono poi
così brutto, e soprattutto a differenza del diavolo che fa le pentole ma non i
coperchi, mi sono sempre assunto fino in fondo le responsabilità, comprese quelle
che non mi appartenevano.
A
differenza di chi, condannato, continua a fare politica, sono rimasto in
religioso silenzio per sei anni. Salvo le occasioni in cui la mia dignità di
uomo e l’onestà di amministratore erano messe in discussione in maniera codarda,
senza il coraggio di affrontarmi a viso aperto.
Non
meno vanto di questo, ho semplicemente fatto quello che un uomo politico
dovrebbe fare quando è sotto inchiesta: tacere e aspettare fiducioso la
sentenza.
Oggi,
che almeno un punto fermo nella vicenda castiglionese è stato messo, mi sento
di nuovo menzionare da Luca Conti. Un richiamo che palesa come non ci rassegni
al fatto che nello sciagurato “dissesto” castiglionese non ci siano state
ruberie, malversazioni, abusi.
Insomma
non si accetta che non sia esistito quell'armamentario di nefandezze così ben
propagandato in campagna elettorale e che, ogni tanto riaffiora per giustificare
ritardi e inadempienze.