giovedì 26 aprile 2018

DI NUOVO CHIAMATO IN CAUSA SULLE VICENDE CASTIGLIONESI. ALLA LEGA DICO CHE ….





Ancora una volta sono chiamato in causa sulle vicende Castiglionesi, stavolta è il turno dell’esponente della Lega Nord Luca Conti, è proprio vero, per qualcuno sono uno spauracchio, un demonio da esorcizzare.
Passare da “diavolaccio” m’intristisce perché, pur non essendo una bellezza non sono poi così brutto, e soprattutto a differenza del diavolo che fa le pentole ma non i coperchi, mi sono sempre assunto fino in fondo le responsabilità, comprese quelle che non mi appartenevano.

A differenza di chi, condannato, continua a fare politica, sono rimasto in religioso silenzio per sei anni. Salvo le occasioni in cui la mia dignità di uomo e l’onestà di amministratore erano messe in discussione in maniera codarda, senza il coraggio di affrontarmi a viso aperto.
Non meno vanto di questo, ho semplicemente fatto quello che un uomo politico dovrebbe fare quando è sotto inchiesta: tacere e aspettare fiducioso la sentenza.
Oggi, che almeno un punto fermo nella vicenda castiglionese è stato messo, mi sento di nuovo menzionare da Luca Conti. Un richiamo che palesa come non ci rassegni al fatto che nello sciagurato “dissesto” castiglionese non ci siano state ruberie, malversazioni, abusi.
Insomma non si accetta che non sia esistito quell'armamentario di nefandezze così ben propagandato in campagna elettorale e che, ogni tanto riaffiora per giustificare ritardi e inadempienze.

domenica 15 aprile 2018

IL CLUB DEGLI ATLETI VERITÀ O FANTASIA? A DOMANDA RISPONDO



Quando si scrive,  che sia una frase, un pensiero o qualcosa di più ponderoso come  un libro ci si mette sempre una parte di noi.
A meno che non si tratti di quelle frasi ad effetto che spesso fioriscono sulle labbra di tanti imbonitori di piazza. Ma, anche in tal caso, c’è sempre un disvelamento di quello che siamo.
Che cosa? E’ facile rispondere, in quella gente c’è  l'atavica furbizia del guitto, la capacità oratoria del trombone e sempre più spesso anche una dose di meschina volgarità da osteria che di questi tempi fa aumentare l’audience.
Io sono al quarto libro pubblicato, ho ancora qualche idea nel cassetto  ma è li ferma al buio che aspetta di venir fuori.  

Sta nascosta forse perché si vergogna di guardarsi allo specchio, forse perché è timorosa o forse, molto più semplicemente, perché non è ancora ben vestita  ed andarsene in giro nudi non è giudicato segno di eleganza.
Cosa c’è invece nel “Club degli atleti’”?  
Una trama che prende  spunto da un fatto vero. Ma non chiedetemi dove e non chiedetemi quando, tanto non parlerò.  
Vi posso solo dire che sono cose successe qui vicino. Ma di là dallo spunto (reale) subito dopo parte il turbo della fantasia che si dipana su strade lontane. Viaggerete in città che pochi conoscono, terre di confine tra realtà e sogno, dove la battaglia per l’esistenza è cruda e non consente esitazioni.
Il “Club degli Atleti” è un libro duro, non è fatto per palati raffinati, abituati alla produzione letteraria di chi di mestiere vende se stesso e i sentimenti. E’ un periplo  tra quotidianità e fantasia dove il sangue si mischia a una misura di follia e quest’ultima ripaga con improvvise accelerazioni .
Fatemi sapere cosa ne pensate, naturalmente una volta che l’avrete letto.

Paolo Brandi


venerdì 13 aprile 2018

UNA PETIZIONE CONTRO LA VIOLENZA SUGLI INSEGNANTI


Ho recentemente firmato la petizione al Presidente della Repubblica per sostenere una legge contro la violenza sugli insegnanti. https://www.change.org/p/sergio-mattarella-vogliamo-una-legge-contro-la-violenza-sugli-insegnanti

L’ho fatto per essere coerente con le cose che ho sempre detto e scritto e cioè che questo paese non ha futuro senza regole certe e senza una scuola in grado di funzionare.

I fatti di violenza di cui abbiamo letto in questi ultimi tempi: insegnati presi a pugni, vilipesi, feriti sono di una gravità assoluta ma altrettanto grave è aver abbandonato la scuola al suo destino. E qui la politica ha colpe gravissime.

Insegnanti sotto pagati, senza prestigio sociale, privi di autorità, edifici in degrado, assenza di tecnologie e strumenti didattici. E pensare che tutti sostengono che la formazione è alla base della crescita, non solo di quella civile, ma anche di quella economica.

Invece da noi, contrariamente a quello che accade nel resto d’Europa, si fa il contrario, si sminuisce il valore della scuola e così facendo la figura del professore e del maestro diventa il bersaglio per ragazzi che non hanno voglia di studiare e per  genitori che sono diventati i sindacalisti dei figli”.

E’ uno schifo che un ragazzo bocciato sia “salvato” da una sentenza della magistratura amministrativa per un mero errore formale, è uno schifo che un maestro o un professore si ritrovino coinvolti in situazioni violente da parte di alunni e genitori.
Per questo serve una legge che rafforzi la figura dell’insegnante quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono episodi di violenza, che tuteli la libertà d’insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo piano.
Per questo ho firmato

giovedì 12 aprile 2018

IL NOME DELLA TOSCANA TRASFORMATO IN CARTA IGIENICA


Il marchio è importante ma è mai possibile, mi domando, vedere sul retro degli autobus la pubblicità di asciuga tutto, tovagliolini , fazzoletti e perfino carta igienica contrassegnati con il nome #Tuscany?
La Toscana è una delle due regioni italiane, l’altra è la Sicilia, ad avere una traduzione inglese del proprio appellativo, questo a significare l’importanza che riveste nel mondo.
Personalmente non ho niente contro gli asciuga tutto e la carta da toilette, strumenti per certi versi indispensabili, però mi ha fatto un brutto effetto vederli associati al nome della nostra regione.  Così facendo si trasforma una regione in un veicolo di promozione di prodotti che poco hanno a che vedere con la sua storia.

Oddio è vero che in una parte di Toscana esiste una tradizione cartaria importante, per esempio la fabbricazione della carta a Lucca ha origini lontane, già nel  1300 esiste in quella città una Corporazione dei Cartolai, ma a quell'epoca si produceva carta pergamena, non rotoloni da cucina.
E’ vero che nel 1500 nasce, sempre a Lucca, la prima cartiera e nel secolo successivo ne sbocciano molte altre, ma anche in questo caso si producono risme di carta pregiata non pacchi di carta igienica.
E’ vero che ancora a Lucca nasce la carta paglia e nel 1911 ci sono ben 106 cartiere.
Insomma tutte queste storie giustificano una memoria ma da questo a utilizzare il marchio Tuscany ce ne corre parecchio.  
Mi pare davvero uno svilimento usare un nome che appartiene al mondo per fare marketing magari su mercati lontani dove invece l’appellativo Tuscany è associato all'arte, al Rinascimento, ai paesaggi.
No, credo che usare il nome Tuscany per identificare la “papier cul”, per usare un francesismo, non faccia bene a nessuno e mi domando come sia possibile che non si possa intervenire per sanare una simile ferita.
Paolo Brandi


sabato 7 aprile 2018

FORTE PRESA DI POSIZIONE DEL PD CASTIGLIONESE SULLA VICENDA AGORA'

Riceviamo e pubblichiamo.



Questa mattina, 7 aprile, abbiamo partecipato alla manifestazione organizzata ad Arezzo per difendere i diritti del lavoratori della Cooperativa Agorà. Come abbiamo già detto, questi operatori, professionalmente molto preparati,  svolgono un ruolo importantissimo nelle strutture sociali, alcune delle quali sono ubicate nel territorio di Castiglion Fiorentino. A questo punto è necessario dare una risposta alle loro legittime richieste. Pertanto vogliamo trasparenza sui conti, perché se ci sono aziende Sanitarie o Enti Pubblici convenzionati che non pagano quanto dovuto alla Cooperativa, e questo si riverbera negativamente sugli stipendi dei lavoratori, è bene dirlo con chiarezza, visto che si tratta di soldi pubblici.
Inoltre, per evitare qualunque ulteriore speculazione politica di chi vuole scaricare le responsabilità di questa situazione sul Partito Democratico e sulla Regione Toscana, riteniamo che sia opportuno scindere i ruoli politici da quelli di gestione della Cooperativa. Per essere più chiari riteniamo necessario che il Presidente della Provincia non continui a svolgere un ruolo di dirigenza nella Cooperativa. Un gesto di questo tipo libererebbe il campo da qualunque polemica politica, riconducendo la vertenza a una questione sindacale, di tutela dei diritti dei lavoratori e del benessere degli utenti.



PARTITO DEMOCRATICO DI CASTIGLION FIORENTINO






mercoledì 4 aprile 2018

TOSCANA TRA MENO DI DUE ANNI LA STORIA PUÒ CAMBIARE




Dicono che la storia serva ormai a poco, cioè quasi a niente, perché il tempo corre veloce e, come diceva Marinetti nel manifesto dei futuristi: “La magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità” e continuava garrulo “noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie”.
Insomma l’obnubilamento della memoria affinché lo slancio verso il futuro non ne esca frenato.
Oggi la politica è questo: dare gas sperando che le ruote mantengano l’aderenza in curva, “chi si ferma è perduto”.
Io invece stavolta non ho fretta, mi voglio fermare a riflettere, non per piagnucolare che di piagnoni ne ho piene le scatole, ma per un doveroso omaggio alla storia e per chi, di quella storia, è stato protagonista.
Mi sono divertito, per modo di dire, a fare il conto di quanto le forze di sinistra e di centrosinistra abbiano pesato nella nostra Toscana e quanto invece valgano oggi in termini elettorali.


Alle politiche del 1948 valevano il 48,7
Alle politiche del 1953 il 50,4
Alle politiche del 1958 il 51, 2
Alle politiche del 1963 il 53,1
Alle politiche del 1968 il 59,4
Alle politiche del 1972 il 53
Alle politiche del 1976 il 57,3
Alle politiche del 1979 il 54,8
Alle politiche del 1983 il 55,8
Alle politiche del 1987 il 56,2
Alle politiche del 1992 il 51,3
Alle politiche del 1994 il 47,6
Alle politiche del 1996 il 52,7
Alle politiche del 2001 il 53,9
Alle politiche del 2006 il 55,2
Alle politiche del 2008 il 54,3
Alle politiche del 2013 il 41,5
Alle politiche del 2018 il 33,6
A che servono questi numeri? Probabilmente a niente giacché non aggiungono nulla di nuovo alle analisi di studiosi ben più preparati di me. Segnalano però un fatto: che il crollo c’era già stato nel 2013 e nessuno l’aveva preso nella giusta considerazione.

martedì 3 aprile 2018

CAMUCIA, ASILO VANDALIZZATO: NON POSSIAMO RASSEGNARCI ALLA CATTIVERIA


A Camucia l’asilo di via XXV aprile è stato oggetto di una vera e propria “aggressione”, non so definirla in altro modo: spaccati i vetri, strappati dal muro gli estintori, mobili danneggiati, il tutto “condito” da salsa di pomodoro sparsa a piene mani per imbrattare mura e pavimenti.
“Il solito atto di vandalismo” commenterà qualcuno alzando rassegnato le spalle. E invece no!
Non bisogna adattarsi alla bruttura, all’idiozia, alla cattiveria. Alla cattiveria, sì, perché andare a colpire un asilo è indice davvero di un corpo privo di cuore, oltre che privo di cervello.
In Valdichiana, episodi d’inciviltà, micro-teppismo, danneggiamenti sono ormai diventati una specie di cattiva abitudine.
Un pessimo vezzo prodotto da una caduta verticale del senso civico, dalla negligente educazione, dai pessimi esempi che si rintracciano su social e TV. 
Una volta era la famiglia a funzionare da anticorpo, oggi benché in molti casi rimangano saldi i rapporti familiari, anche questo baluardo rischia di incrinarsi. Parliamoci chiaro, quando sono gli stessi genitori, come talvolta accade, a insultare maestri e professori giustificando, al di là di ogni limite, i propri figli, anch’essi  contribuiscono alla generale degenerazione.
Che fare? Conformarsi e andare avanti e assistere impotenti al decadimento?
 
Io non sono d’accordo. Intanto credo che qualora i risonabili di quanto accaduto a Camucia fossero scoperti la punizione dovrà essere esemplare. Non  basta la solita ramanzina da libro “Cuore”.