lunedì 10 settembre 2018

CASTIGLION FIORENTINO: LA GRANDE BELLEZZA DI S. AGOSTINO


La grande bellezza dell’Italia non è fatta solo dall'architettura e dagli edifici che disegnano i nostri centri storici, ma anche dalla vita che pulsa tra le loro mura.
Castiglion Fiorentino, con il suo intreccio di strade, vicoli e piazze, in cui si affacciano edifici pieni di storia, è un bell'esempio di come la socialità si sia coniugata, nel tempo, all'armonia urbana.
Purtroppo, come gran parte dei centri storici, subisce la violenza del tempo e degli uomini. Piazze, che non erano pensate a quello scopo, sono diventate parcheggi, vicoli, un tempo pieni di vita, sono diventati terreno di conquista di erbe e cartacce. Le stesse strade maestre, che da secoli svolgono egregiamente la loro funzione, cominciano a subire il peso di del traffico e di un’usura che gli antichi architetti non potevano preventivare.
I centri storici sono come organismi viventi, hanno bisogno di cure di attenzioni e, più sono vecchi, più l’affetto e il rispetto verso di loro deve essere grande. Per renderli vivi ci vogliono il commercio, la residenza, servizi, quelle attività che li rendano vivaci ogni giorno dell’anno. Il turismo, per quanto importante, non può essere la sola risposta in grado di evitare la polverizzazione del tessuto sociale, commerciale e produttivo, né possono esserlo le manifestazioni, per quanto belle e ben organizzate. Ma di queste avremo modo di parlare.

Quello che ora mi preme dire è un’altra cosa: per recuperare il tempo perduto ci vogliono idee che non siano improvvisate, che spesso rimangono lettera morta, dimenticate dentro qualche cassetto.
Castiglion Fiorentino possiede molti luoghi incantati, uno di questi è quello che io chiamo ”il cilindro magico di Piazza S. Agostino”, che contiene Il vecchio ospedale e, appunto, la chiesa di S. Agostino.
Un luogo che negli anni ha subito un forte degrado: La chiesa è crollata e il vetusto Ospedale, un immobile che ha una storia che appartiene al DNA di ogni castiglionese, versa nell'abbandono. Non è mia intenzione farne argomento di responsabilità istituzionali, quando c’è degrado, ognuno porta la sua parte, più o meno grande, di responsabilità.
Personalmente sono contento se, com'è stato annunciato, arriverà un cantiere per mettere in sicurezza la chiesa. E’ giusto e necessario farlo, ma non possiamo fermarci lì.
Il problema come dicevo è d’idee.
Vediamo di farci qualche domanda. È possibile che un immobile così prestigioso, come l’ex ospedale, debba essere messo all'incanto al miglior offerente, senza per altro trovare un acquirente e restare in balia del tempo e dell’incuria?
E’ possibile che una chiesa magnifica, una delle poche nella provincia con una scalinata monumentale, possa non avere altra destinazione che quella di essere, scusate la brutalità, una testimonianza rabberciata della sua passata grandezza?
Ci vogliono idee, tanto più che quella piazza è, una cerniera verso Porta Romana una zona che ha anch'essa bisogno di cure e sulla quale, prima o poi, ritornerò per dire qualcosa. Forse occorrerebbe studiare un progetto complessivo affinché la zona di S. Agostino possa tornare a essere quel gioiello luminoso che era in passato.  Su questo occorre lavorare, cercando finanziamenti, che ci sono, per l’edilizia ospedaliera dismessa, contributi europei, che esistono, ma soprattutto bisogna sapere cosa fare.
Due semplici proposte: l’ex ospedale può diventare per una porzione una scuola e per l’altra un centro servizi per la convegnistica, la chiesa può trasformarsi oltre che in un contenitore per mostre come è stato preannunciato, in una grande sala convegni attrezzata. E infine il bel giardino dell’ex ospedale, che guarda sulla Valdichiana, potrebbe essere un luogo d’incontri e cultura. Ecco allora che una piccola porzione di paese riprenderebbe vita, nel pieno rispetto del passato e delle attese del futuro.

Paolo Brandi



Nessun commento:

Posta un commento