Giuseppe #Tassi, direttore sportivo di
#Qs Quotidiano Sportivo, licenziato in tronco per aver titolato sul Resto del
Carlino: "Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico", potrebbe
essere definito un “martire dell’idea”.
Di quale idea si parla?
Dell’idea del “politicamente corretto”
che attraversa come una punta di freccia intrisa di falso perbenismo, #moralismo
d’accatto e parecchia ipocrisia la stampa e l’opinione pubblica.
Una delle poche voci dissonanti è
stata quella del Segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti: "Prendo
atto che cicciottelle è una gravissima offesa, costata il posto di lavoro al
direttore di Qs. A coloro i quali chiedono la radiazione del collega, rivolgo
un quesito: quali sanzioni applicare ai giornalisti che si rendono responsabili
di gravi violazioni del codice deontologico? Tagliamo loro la mano destra?“
Bravo!
E che dire dei pochi o tanti giornalisti
che di giorno e di notte, la mattina e la sera giocano a sputtanare le persone,
senza mai correggere, senza mai scusarsi, oppure trascorrono gran parte del
tempo a leccare il culo ai potenti di turno?
Questi passano come eroi
dell’informazione libera, invece l’uso del termine #cicciottelle diventa un’onta
da lavare col sangue.
Ormai siamo al parossismo.
“Cicciottelle” può essere considerato
un vezzeggiativo, quanti tra gli innamorati si rivolgano alla propria amata
definendola “ciccia”, “ciccina”, ””cicciotta” e così via?
Noi in quella definizione ci vediamo
poco di offensivo e molto di affettuoso, forse non è adatta a delle atlete che
si sono sacrificate per raggiungere le Olimpiadi, però finiamola lì, senza
andare a ricercare chissà quali ragioni profonde.
Il povero Higuain, povero per modo di
dire, massacrato perché ha qualche chilo in più alla vita, oppure Cassano che
in Spagna i periodici definivano “il gordo”, cioè grassone, cosa dovrebbero
dire?
Ma la domanda che ci tormenta di più è
questa: Perché lo stesso scandalo non lo sollevano commenti sul didietro delle pallavoliste,
oppure sul lato sexy della “stella della scherma”? Perché con lo stesso criterio del “politically
correct” non si mette sotto accusa chi parla di nuotatori “hot”, di atlete da
concorso di bellezza e via dicendo?
Su questo non dice niente nessuno,
perché quello è il riflesso di un mondo parallelo, propinato ogni giorno dalle
pubblicità e dai social network. Un mondo dove tutte le ragazze sono strafiche
e gli uomini somigliano ai modelli di Dolce & Gabbana. Voi che difendete
questo modello e v’inalberate per “il trio delle cicciottelle” fate schifo, perché
siete dei sepolcri imbiancati, bugiardi con voi stessi prima ancora che con gli
altri.
Quella contro Tassi, più che una polemica lessicale, è una polemica
ideologica. Noi lo sosteniamo perché con lui difendiamo tutte le “cicciottelle”
del mondo, perché non è cancellando le parole che si cancellano le diversità.
Il termine “cicciottelle” è ostracizzato e diventa
oltraggioso perché secondo la filosofia del “tutti belli”, le cicciottelle non
potrebbero essere ammesse nell'empireo di Capitol City (la città di Hunger
Games), dove sono tutti apollinei e alla moda.
Invece non siamo tutti così: atletici,
senza smagliature e con gli addominali scolpiti. Ci sono anche le persone
normali, quelle magrissime e quelle in sovrappeso e tutti abbiamo diritto di vivere
su questa terra.
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