sabato 13 gennaio 2018

PER ORA METTIAMO A RISCHIO LE POLITICHE. TRA UN PO’ AD AREZZO TOCCHERÀ AI COMUNI. E DOPO E’ INUTILE PIANGERE SUL LATTE VERSATO



“Nomen omen” è una locuzione latina che grossomodo significa "il destino nel nome". Mi è venuta in mente quando ho letto che i delegati di Liberi e Uguali della Lombardia avevano deciso di dire no al candidato del Pd stabilendo di correre da soli con Onorio Rosati per la presidenza della Regione.
Onorio è un nome piuttosto inconsueto che rimanda Onorio imperatore, conosciuto perché durante il suo regno i Visigoti saccheggiarono Roma. Un fatto considerato epocale, tanto che S. Agostino nel “De Civitate Dei”, lo vide come un segno della prossima fine del mondo.
Non voglio esagerare: Il fatto che Onorio sia candidato alla Presidenza della Regione Lombardia non vuol dire che si avvicini l’Apocalisse, però avvicina ancor di più, se mai ce ne fosse stato bisogno, la disintegrazione di una prospettiva di centrosinistra in Italia.
Per questo avverto crescere in me lo stesso sentimento di rabbia e impotenza che già avevo sentito affiorare quando, in vista delle ormai prossime politiche, non è stato possibile costruire un’alleanza tra PD e Liberi e Uguali. Sancendo, di fatto, la sconfitta in molti collegi uninominali.
Tutto questo mentre la destra è in difficoltà in Lombardia e si presenta unita alle prossime elezioni politiche: laddove si può tentare di vincere non ci si allea, dove c’è il rischio che la destra prevalga si decide di non fare muro. 
Come diceva l’ambasciatore di Serse agli Spartani nel film 300: “questa è blasfemia, questa è pazzia”.

Il gruppo dirigente del Pd porta diverse responsabilità nella frattura che si è creata a sinistra, quando una parte del tuo partito se ne va, non puoi trattarla con sufficienza come fossero dei “vecchi rimbambiti”.  E non puoi, davanti ad una domanda precisa sugli scenari dire, più o meno, che Liberi e Uguali equivalgono a Forza Italia.
Come ho già detto, spettava a Renzi, non a Fassino fare un atto di umiltà, cioè chiedere un confronto sui temi che stanno a cuore a milioni di persone. Perché non è vero che la gente ormai pensa solo ai cazzi propri, lo sapete perché ci pensa? Perché non vede altre soluzioni. E se va a votare, ci va con la rabbia in corpo, il voto ormai non è più una scelta di speranza ma un segnale di disperazione.
Dalla parte, quella della sinistra pura, che sceglie di correre da sola, mi pare prevalga un “cupio dissolvi”, un desiderio di morire che rimanda a un libro pensato in tutt’altro contesto e intitolato “a cercar la bella morte”.
 
La ragione, oggi come allora, non prevale, prevale il sentimento, anzi il risentimento. Non che la politica sia fatta solo di pura ragione ma i sentimenti devono essere positivi, solari, non può vincere il rancore, la ripicca, l’astio. In questo modo possiamo dare soddisfazione a qualche tifoso ma non risolviamo i problemi. La gente ha bisogno di risposte non di chiacchere. Se, come ha affermato Renzi in un recente dibattito Tv, chi prende 1400 euro il mese è un povero, allora questo è un paese di poveri. Dove la ricchezza, che pure cresce, è distribuita in maniera ineguale, dove non solo la politica ma tante caste, si ingrassano a spese di tutti.
Il tema del lavoro è un tema? Il tema della giustizia sociale è un tema? Il tema dei come ridare forza a un paese dalle mille risorse è un tema? Il tema delle tasse è un tema?
Allora cominciamo a ragionarci sopra e smettiamola di dire “ se c’è quello, non ci sto io”, non siamo qui per innamorarci di Renzi o D’ Alema ma per dare soluzioni al ragazzo o alla ragazza che non vedono un futuro, al pensionato che non arriva a fine mese, a quelli in coda per una visita medica.
E siccome io vivo in provincia di Arezzo e non sulla luna, mi guardo intorno. E quello che vedo non mi piace.  Con questo clima non solo sono a rischio le elezioni politiche, ma il prossimo anno saranno in bilico tanti comuni, corriamo il pericolo di premiare la destra in maniera esagerata e immeritata. Invece di pensare alle carriere personali, come purtroppo in troppi fanno, sarebbe bene guardare avanti. Qui non si progetta più, parlo di un progetto politico e di governo, si vive alla giornata, sperando di lucrare consensi su FB e su twitter. Che tristezza, che pena.


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