martedì 9 agosto 2016

NOMINE AL COINGAS: NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

La vicenda della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione di #COINGAS smuove le acque, solitamente stagnati, della politica ferragostana.  Da un amministratore unico si è passati a tre membri del #Consiglio di Amministrazione, con un incremento, per quanto non scandaloso, dei costi di gestione.
C’è chi difende questa scelta come la più razionale, c’è chi la critica, chiamando in causa l’aumento delle indennità e la spartizione delle poltrone.

Noi non siamo tra quelli che si scaldano, però abbiamo una qualche difficoltà a comprendere alcuni passaggi. Primo punto cos'è oggi il Coingas?  Non è più la gloriosa società, di cui hanno scritto autorevoli studiosi, che ha fatto la storia della metanizzazione (verrebbe da dire della modernizzazione) della provincia di Arezzo. Oggi Coingas è essenzialmente un’espressione finanziaria, detiene cioè un parte del pacchetto delle quote di #ESTRA.
Un ente inutile? Tutt'altro, è COINGAS che concorre a decidere per la parte aretina (in relazione alle quote)  le strategie di un “colosso” come ESTRA. Quindi non è proprio una scatola vuota.

Nelle aziende di questo tipo la politica ha sempre contato, per un motivo semplice, perché sono espressione della proprietà pubblica e la proprietà pubblica appartiene ai comuni  e i comuni a loro volta sono rappresentati da persone elette sulla base di liste politiche.
Per cui ci fanno ridere quelli che si scandalizzano dell’ingerenza  dei partiti (ammesso che esistano ancora) nella vita delle aziende pubbliche.
Che poi si debba chiedere alla politica di selezionare gente capace è un’altra cosa, quest’ argomento però esula dall'idea che la politica debba scomparire. Basta vedere quello che accade laddove movimenti, che hanno fatto dell’antipolitica la loro forza, hanno assunto un ruolo di governo, anche loro devono fare i conti con le nomine, i CDA e gli incarichi.
Detto questo non ci meraviglia, non ci scandalizza, non ci offende che la “destra trionfante” in provincia di Arezzo rivendichi un ruolo più forte rispetto al passato. Ed è assolutamente normale (per non dire logico) che decida di aumentare il numeri dei posti nei CDA. Qualcuno malignamente direbbe che  sono aumentati gli appetiti, noi diciamo che c’era  bisogno ( in una fase di crescenza)  di riequilibrare le situazioni.
Quello che ci lascia stupiti è invece la motivazione per cui si sarebbe passati da un amministratore unico a tre membri dentro il CDA di COINGAS. Secondo i sostenitori di questa scelta l’aumento sarebbe avvenuto perchè a fronte di sfide importantissime: fusione Estra Toscana Energie, fusione Coingas Aisa, quotazione in borsa della stessa Estra, ci voleva gente in grado di capirci qualcosa e, siccome tre cervelli sono meglio di uno, allora era necessario allargare il CDA. Per favore non prendete “per il culo” i cittadini.
Esistono strutture interne e advisors esterni nella condizione di comprendere perfettamente quelli che saranno gli scenari e in grado di spiegarli a chi, in questo caso la  proprietà, cioè i sindaci, dovrà prendere le decisioni finali. Per cui poteva tranquillamente rimanere un amministratore unico.
La politica, per essere credibile, deve avere il coraggio di giustificare una scelta, non di dire castronerie.  Diciamo  le cose come stanno: c’era bisogno di allargare perché così richiedano gli scenari futuri,  in vista del cambio del delegato aretino nel CDA (Presidente?) di ESTRA.  Se poi anche questo posto andrà a un rappresentante della desta non ci turba. Forse qualcuno pensava che dopo il ribaltone alle amministrative tutto rimanesse come prima? A parti invertite probabilmente si sarebbe fatto lo stesso.
Sarebbe invece molto meglio spiegare agli aretini cosa succederà con le fusioni e con la quotazione in borsa di Estra. Su questo la politica e i partiti(ammesso che esistano ancora) devono dire come la pensano, perché qui non si tratta di noccioline ma di roba corposa, che inciderà sul futuro della provincia di Arezzo.   
Un’ultima notazione, squisitamente  politica. A  favore dell’ampliamento del CDA si sono espressi comuni dove hanno vinto liste che hanno fatto della lotta al “partitismo”, al “clientelismo del PD”,  “ai baracconi elettorali” la propria  bandiera.
Sarebbe interessante chiedere a quei  Sindaci come conciliano questa loro posizione con le cose dette fino a oggi contro i “poltronifici”. In questo caso un po’ di coerenza non guasterebbe, in questo senso il Sindaco di Bibbiena, che s’è incazzato di brutto per queste nomine, è l’unico che  ha mostrato di avere gli attributi del “sindaco civico”. Gli altri civici sono solo un  borborigmo.
 E’ da tempo che noi sosteniamo che di civico certe liste hanno solo il nome, viaggiano con una patente fasulla e quando abbisogna vien fuori  lo spirito di appartenenza.
Riassumendo nessun scandalo ferragostano, solo la logica conseguenza di uno spostamento di forze, la politica, alla faccia delle anime belle, è fatta anche di queste cose.


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