Oggi è il FridaysForFuture, nato dall’iniziativa di Greta Thunberg. Un
venerdì “fortunato”, una grande mobilitazione per salvare il pianeta. Per favore non facciamo diventare questa bella
iniziativa qualcosa di diverso. Ho già visto che in parecchi vogliono metterci
il cappello sopra.
E’ sbagliato! Lasciamo che i nostri ragazzi facciano quello che si
sentono di fare, senza condizionamenti, senza bandiere. Anche perché i
politici, gli economisti, gli scienziati che oggi sostengono (e fanno bene)
questa manifestazione portano, ognuno per la sua parte, pesanti responsabilità per
quello che sta accadendo al clima e all’ambiente: peccati di omissione,
vigliaccheria, conformismo, opportunismo.
In questi anni si è volutamente ignorato il grido di allarme della
terra, si è consumato, sperperato, distrutto senza pensare al domani. Rinviando
quello che poteva e doveva essere fatto oggi.
Per questo, pur guardando con grande simpatia e speranza al FridaysForFuture,
non andrò, a differenza dei soliti “succhiaruote”, in piazza. Non ci andrò semplicemente
perché non spetta a noi, generazioni che hanno sbagliato quasi tutto in tema di
ambiente andare in piazza. Spetta a coloro che hanno ancora le mani pulite e lo
sguardo puro gridare tutta la propria indignazione ma soprattutto lanciare
verso il cielo una speranza.
Un’ultima avvertenza: nessun pasto è gratis. Quindi se si vuole affrontare
seriamente questo tema è necessario ripensare il modello di sviluppo: questo
significa rinunciare a qualcosa in termini di benessere (o presunto tale)
diffuso, in termini di comodità, di consumo perché non si può avere la botte
piena e la moglie ubriaca, questo i ragazzi e le ragazze che vanno in piazza devono
saperlo.