Siamo
rimasti assenti, troppo assenti.
Qualche
volta però è necessario fermarsi per resettare la testa ed è quello che abbiamo
fatto, pur consapevoli che il tempo perduto non si riacchiappa per la coda.
Infatti,
sono successe un sacco di cose: in politica, un argomento che, rispetto ai
molti con il naso arricciato come porcellini, ancora ci affascina.
Nell'amministrazione locale, con un elenco di cose interessati e di altrettante cazzate da riempire
un libro.
Nel
costume, dove certe facce da culo spacciano per cultura una immonda mistura
fatta di improvvisazione e nomi altisonanti.
Insomma
ce n’è per tutti i gusti e per tutti i palati.
Adesso
che abbiamo rimesso le cose a posto riannodiamo le fila con quelli che ci seguono
pubblicando una cosa inusuale per queste pagine: la recensione di un libro che, complice l’estate
ci siamo letti tutto d’un fiato.
S’intitola
“Anima nera” ed è il prodotto letterario di un giovane autore castiglionese, si
proprio uno della nostra terra, uno di quelli (e sono tanti) che anche nel
nostro paese, ottenebrato da una intossicante cappa d’odio che omologa cervelli
e passioni, continua pensare con la propria testa e per questo riesce a tirare
fuori idee eccellenti.
Ma
non temete, torneremo a parlare un po’ di tutto. Sempre meno politicamente
corretti e sempre più stronzi, nel senso universale della parola, cioè non
faremo sconti a nessuno: gialli, rossi, neri e turchini. Perché una cosa
l’abbiamo capita, a essere educati ti prendono per un senza palle o, peggio
ancora, per uno sciocco.
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