martedì 31 gennaio 2017

CHE TRUMP NON ABBIA TUTTI I TORTI? Prima di insultare leggere l'articolo.

Le reazioni ai provvedimenti di #Trump in tema d’immigrazione, muri, oleodotti, diminuzione delle norme di tutela ambientale, riduzione della protezione sanitaria per i poveri, protezionismo economico, esorcismi contro l’Europa unita hanno comprensibilmente scatenato una ridda di proteste.
Sospette, parecchio sospette (parliamo delle proteste), quelle delle multinazionali di ogni tipo, le quali, notoriamente prive di solidarietà, sono giustamente (dal loro punto di vista) guidate dalla bussola degli affari.
Il loro malcontento non è generato dall'amore per il genere umano ma dal fatto che con i divieti introdotti sarà più difficile portare in in America cervellini da utilizzare per la ricerca (e aumentare i profitti)  o avere manodopera a basso costo nei fast-food.

Resta il fatto che quei provvedimenti, alcuni dei quali veramente inumani, sono rigettati in toto da chiese (non tutte le confessioni in verità), professori di diritto, giornalisti, giudici e ovviamente avversari politici. Ma siamo così scuri, questo è il punto, che facciano così schifo alla maggioranza della gente?

lunedì 30 gennaio 2017

Povero PD ,"nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!”


“Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di provincie, ma bordello!”

Le parole del sommo Dante, ci sono venute in mente analizzando la situazione in cui si dibatte oggi il PD. Il più grosso partito italiano (almeno ancora è così, dicono i sondaggi) si divincola come un pesce nella rete, senza riuscire a trovare una via d’uscita da una disputa interna che, ai più appare fuori dal mondo, ma che, se presa per il giusto verso, potrebbe essere utile a dare un piccolo contributo per ridisegnare le coordinate di una sinistra moderna, in grado di affrontare i grandi temi del domani.
Purtroppo mentre da noi assistiamo a una sorta di batracomiomachia (battaglia tra topi e rane) il mondo corre veloce e cambia verso come una trottola impazzita: il liberismo è difeso da un presidente della Cina (ancora formalmente comunista, il protezionismo, nella sua accezione peggiore, è difeso da un multimiliardario diventato (non per caso) presidente degli USA e la giustizia sociale dal Papa di Roma.
Il dibattito del PD, se volasse un pochino più alto delle carte bollate, potrebbe aiutare una sinistra europea, dove i partiti che s’ispirano al socialismo o trovano rifugio in vecchie certezze (vedi Inghilterra e Francia) con il rischio di prendere sonore batoste, oppure, come in Spagna, si mimetizzano nell'astensionismo per evitare di assumersi responsabilità di governo. L’ SPD è un caso a parte ma non pare godere di buona salute.

Un dibattito serio nel PD (dove non mancano cervelli in grado di funzionare ma che oggi sono soffocati dal conformismo) potrebbe aiutare a capire perché in Germania una fetta di elettorato di sinistra è costretta a fare il tifo per la Merkel oppure il motivo per cui in Olanda, Francia e nella stessa nazione tedesca (brutta roba) la destra estrema può fare il pieno dei voti.
E da noi? Da noi a fronte di una situazione ingarbugliata dal punto di vista economico, dove siamo dentro un imbuto in cui la produttiva cresce a stento e il problema del lavoro è pressante, dove la legge elettorale la fanno i giudici, l’unica soluzione pare essere andare di corsa al voto? Sperando in cosa? Nel beato nulla, perché se la legge elettorale rimarrà quella uscita dalla Consulta verrà fuori solo una gran confusione. Difficile, infatti, che uno dei partiti in corsa arrivi al 40% dei consensi.
E il PD che fa? Litiga.

martedì 17 gennaio 2017

IL PD ARETINO E IL SUICIDIO COLLETTIVO

I futuri saperi, secondo gli esperti, richiederanno negli anni a venire un metodo assai diverso da quello attuale: “lavorare in gruppo, far circolare le idee, sperimentare. E incoraggiare il così detto pensiero divergente: la scuola e la società italiana insegnano a rispondere in un solo modo a una domanda, quando invece le risposte possibili sono sempre molte di più”.
“Nihil sub sole novum” direbbe il saggio, “niente di nuovo sotto il sole”. E’ ormai da qualche tempo, infatti, che questi concetti trovano applicazione pratica, non a caso sono gli stessi che hanno consentito il fiorire di una nuova economia, un esempio per tutti la rivoluzione digitale.
Però questo metodo trova difficoltà ad affermarsi in altri campi, per esempio in quell’arte difficile che è la politica. Perché se è vero quello che diceva Lenin che “ogni cuoca dovrebbe imparare a governare lo Stato” si tratta appunto di imparare.

E’ possibile allora applicare il metodo dei nuovi saperi alla politica?  Lavorare in gruppo, tornare tra la gente, discutere non per una poltrona ma per le idee, senza pensare, come fanno tanti leaderini, che la loro verità è unica e incriticabile.
Questa sarebbe la speranza, la realtà è invece parecchio diversa. Basta guardare quello che succede dalle nostre parti. 

lunedì 16 gennaio 2017

CONSIDERAZIONI IN LIBERTÀ' SULL' INTERVISTA DI RENZI

L’intervista di Matteo #Renzi al giornale La #Repubblica è interessante e istruttiva, soprattutto perché più che offrire soluzioni indica problemi. Problemi che ovviamente attendono di essere affrontati, ma già il fatto che siano messi sopra il tavolo, dopo un periodo in cui sembrava di vivere nel paese delle meraviglie, è già qualcosa.
Il primo punto è che dopo tanto rottamare si torna a parlare di tenere insieme tradizione e futuro. Chi non potrebbe essere d’accordo? Rimanendo legati al passato si rischia di perdere i treni ma anche prendendo le carrozze al volo, c’è il pericolo di finire stritolati sotto le ruote.

Si tratterebbe di capire che cosa siano questa tradizione e questo futuro. E qui si entra nella seconda parte del ragionamento renziano, e cioè la necessità di un approccio che non sia solo mediatico, internettiano ma anche culturale. Con la fatica che questo comporta.  Ridefinire i confini della sinistra è operazione complessa in un mondo, dove il lavoro non è più quello di un tempo, i rapporti sociali sono cambiati e le attese si sono modificate. Dove l’economia s’intreccia con la tecnologia, la sociologia si sposa con la cibernetica e la storia e la filosofia, quella filosofia tanto bistrattata dai futurologhi, riprendono il ruolo che gli spetta per approfondire la comprensione del mondo.