lunedì 28 gennaio 2019

GIORNO DELLA MEMORIA: “C’E’ UN PREZZO DA PAGARE BARBARO!”


Nel film “Conan il Barbaro”, c’è un episodio dove una strega, rispondendo al protagonista, che chiedeva un’informazione, afferma “c’è un prezzo da pagare barbaro”: Il prezzo era accoppiarsi con un demone.  
Mi è venuta in mente quella scenetta quando ho notato che sul sito ufficiale del comune di Castiglion Fiorentino mancava un richiamo al “Giorno della memoria”.  E’ pur vero che oggi la memoria ha un valore relativo e la storia non conta niente, tuttavia quella dimenticanza colpisce l’immaginazione.

Qualcuno sostiene che quel vuoto rappresenti, come per Conan, “un prezzo da pagare” all’accoppiamento con la destra estrema. Quella frangia politica che ha sostenuto e continua a sostenere in maniera veemente l’attuale amministrazione. E’ un’ipotesi.
Io propendo più per un’altra teoria, che si tratti di sciatteria, per cui si mantiene nella bacheca degli avvenimenti, il programma del Natale fino a ferragosto, e ci si dimentica del “ Giorno della memoria”.
Sono consapevole che un trafiletto sul sito ufficiale di un comune non cambi il senso della storia, non è questo il problema. La questione è più complessa e riguarda la salvaguardia dei valori fondamentali stanno alla base del vivere civile. I valori non sono qualcosa di astratto, di lontano, essi pulsano anche nel cuore di piccole comunità come la nostra. Perciò un episodio, tutto sommato minore, diventa il termometro di una febbre che, se non curata, rischia di aggravarsi.  
I valori non si possono cestinare per incuria o, peggio ancora, per calcoli politici. A questo punto mi aspetto che qualcuno, attento al mondo dei social, mi segnali che il sindaco ha pubblicato un post dove ricorda “il giorno della memoria” con una frase di Einstein. Ha fatto bene!  
Tuttavia non è la stessa cosa pubblicare un post quasi a titolo personale, tra la foto di una visita medica e quella di una doccia al termine di una corsa podistica, e ricordare ufficialmente una data così importante per la storia.

martedì 22 gennaio 2019

MEGLIO AVÉ PAURA CHE BUSCARNE



Il principio di precauzione è corretto se applicato negli ambiti giusti. Diventa invece una specie di scaricabarile se viene utilizzato per scansare le responsabilità. 
Se il principio di precauzione, che ha una sua dignità teorica, si trasforma nel più prosaico “meglio avé' paura che buscarne”, allora si rischia la paralisi. Specialmente se il “meglio avé' paura che buscarne” prende campo nella sfera pubblica.
Un piccolo esempio: quasi tutti i sindaci della provincia hanno emesso un’ordinanza per la chiusura delle scuole causa neve.  Tuttavia non si capisce perché a Foiano le scuole siano aperte e nei comuni limitrofi siano sbarrate. Oppure perché a Subbiano si va a scuola e a Capolona no: non mi risulta che siano in emisferi diversi. A rimetterci sono le famiglie che da un giorno all’altro si devono organizzare per la cura e la custodia dei bambini.
Il dilemma è amletico: Sono previdenti quei sindaci che chiudono e gli altri sono giocatori d’azzardo? Oppure sono eccessivamente timorosi quelli che emettono ordinanze e cuori intrepidi quelli che non le fanno ? In ogni cosa ci vuole misura, il problema è che in un mondo dove l’ annuncio di una  nevicata diventa ipso facto una tempesta artica ci si può aspettare di tutto. Qualunque sia il motivo questo non è il sistema migliore per far bene le cose.