mercoledì 21 ottobre 2015

5 COMUNI IN PROVINCIA DI AREZZO? MA PER FAVORE……

La gente chiede alla politica concretezza che, tradotto in italiano, significa più fatti e meno chiacchiere. Ormai si parla da parecchio tempo della riorganizzazione del sistema degli Enti Locali. E’ di questi giorni la proposta dell’IRPET di rivedere il sistema dei Comuni toscani.

Per la provincia di Arezzo si prevede la costituzione di un’area metropolitana che ricomprenderebbe il Capoluogo più i comuni dell’hinterland, un unico comune in Valdarno, uno in Valtiberina, uno in Casentino e lo spezzettamento della Valdichiana, con Castiglion Fiorentino e Cortona uniti ed il resto dei comuni accorpato con un pezzo di senese.

Al di là degli indubbi riflessi campanilistici, questa proposta  è un esempio classico di studio accademico che contraddice il principio della concretezza.
L’ipotesi dell’IRPET può servire al massimo a scatenare i commenti ma alla fine chiunque, con un po’ di sale nella zucca, si rende conto della sua irrealizzabilità. Accorpamenti così drastici, a nostro modesto avviso, sono inutili e il solo pensarli mostra ormai la distanza siderale che esiste tra chi dovrebbe produrre idee e la realtà. Se questo può andare per i filosofi teoretici,va meno bene per chi è chiamato, come l’IRPET, a suggerire alla politica le strade migliori.
Il rapporto cittadini territorio ne uscirebbe penalizzato,  un po’ come è successo con la così detta abolizione delle provincie: vantaggi zero, svantaggi tanti. Perché allora si continua sulla strada di progetti irrealizzabili o che producono effetti distorti?
Prima o poi, di fronte alla inanità, qualcuno si metterà a gridare “decidete qualcosa ma decidete”.  Ecco allora arrivare la riforma d’autorità, magari sul modello di quella denominata “Programma Callicrate” che in Grecia, senza tante storie, ha accorpato d’autorità comuni e entità territoriali. Certo in Italia sarebbe più complicato ma non è detto che qualcuno non ci pensi. 
Allora non ci sono soluzioni?  Ci sono, basta smetterla con le stupidaggini. 
La soluzione non è abolire i comuni ma accorpare le funzioni e qualche amministratore lungimirante, sulla base di norme che già esistono, ha iniziato a farlo. I costi veri di un comune non sono negli organi di rappresentanza politica ma nei doppioni che si creano su territori contigui. L’efficienza e il risparmio si ottengono mettendo insieme servizi, mezzi, personale non prevedendo un solo sindaco tra Cortona e Castiglioni. Questa è la strada, le altre sono solo dei vicoli cechi che dopo pochi metri finiscono contro un muro. I confini amministrativi non sono un’espressione geografica, hanno un significato ben più profondo di una linea tracciata sulla carta.


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