mercoledì 7 settembre 2016

L'INFORMAZIONE ALLA MULINO BIANCO

Quando leggiamo le cronache nazionali, ma più spesso quelle locali, ci piglia un accidente. Possibile che le cose siano davvero queste? 
Ci riflettiamo sopra, tiriamo le somme ed il risultato è pari a zero. Probabilmente le nostre lenti sono deformate ma ci sembra che i fatti spesso stiano in un altro modo.  
Siamo sempre più convinti che un giornalismo, un’informazione alla “mulino bianco” non serve a un tubo. L’enfasi sulla bontà dei sentimenti, sulle notiziole che diventano novelle da propinare ai bambini prima di addormentarsi, sono il contrario dell’informazione. Ci vuole disturbo, polemica, satira, approfondimenti, al limite studio. Senza la paura di dare sulle mani a qualcuno.
Invece questo miele che gronda è solo istupidimento, apparenza di un mondo a senso unico che non esiste, dove tutto è bello, roseo, funzionale. Lo sappiamo, per essere pungenti ci sono solo due strade o si diventa vespe oppure si prende il coraggio a due mani.  
Ma quale coraggio possono avere quelli che, come si dice, “tengono famiglia” e  si accontentano?

Non è un male tirare a campare, anzi qualche volta, quando lo si fa con fatica e sacrificio diventa un merito. Ma quando al tirare a campare si danno le vesti di una filosofia, il discorso cambia. In quel caso non c’è perdono o remissione della colpa. Si è colpevoli e basta. Colpevoli di omissione, colpevoli di pavidità, colpevoli di perbenismo interessato, colpevoli perchè non è così che si migliora quello che abbiamo intorno.

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