venerdì 24 giugno 2016

LA MADIA PARLA DI ROMA E DI AREZZO CHI PARLA?

Le vicende post-elettorali si arricchiscono ogni giorno di nuovi capitoli. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda la ministra Marianna #Madia con la quale, forse per la prima volta, ci troviamo d’accordo. Che cosa ha detto la responsabile per la semplificazione e la pubblica amministrazione nel Governo #Renzi riguardo a #Roma?
Una cosa giustappunto semplicissima "il voto ci dice una cosa chiara: nella mia città, che non è l'ultimo borgo d'Italia, siamo stati rottamati dai cittadini. Il Pd non ha saputo ascoltarli. E ci hanno punito se a Roma "il tappo" è #Orfini allora "si dimetta da commissario".


Una logica inoppugnabile, anche se il problema non è essere più o meno “tappi”, il problema è assumersi la responsabilità politica di una vicenda sconclusionata con un finale già scritto.
Prima l’elezione di Marino, poi la scoperta che il sindaco era inadatto a guidare una città piena di contraddizioni e malaffare, quindi il dimissionamento di Marino, a seguire l’individuazione di un candidato come Giachetti (persona degna ma politicamente debole) e infine la sconfitta secca e bruciante contro il movimento cinquestelle, con l’aggravante che se la destra fosse stata unita il PD probabilmente non sarebbe arrivato nemmeno al ballottaggio.
Di fronte a questo scenario post-atomico Orfini avrebbe dovuto ritirarsi per un certo periodo in campagna. Non che tutte le colpe siano le sue, però, puttanaeva, è lui che ha girato il mestolo nel minestrone. E invece niente. Tocca alla Madia scoperchiare il pentolone ma ecco arrivare in soccorso il Vicesegretario PD #Guerini il quale, citando niente meno che la #Merini, gran poetessa che non meriterebbe di essere tirata in ballo in simili frangenti, ripete a noi poveri ignoranti “tengo sempre scolpita a mente una frase di Alda Merini che dice: 'mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire'. Consiglierei a tutti più sobrietà nelle dichiarazioni. Orfini si è assunto la responsabilità di commissario di Roma dopo Mafia Capitale e l’ha fatto con grande impegno e determinazione, di cui va solo ringraziato”.
Verrebbe voglia di rispondergli con un'altra citazione della Merini “Ogni alba ha i suoi dubbi.” E noi quasi godiamo nel vedere che Guerini e quelli come lui non hanno dubbi. Per cui difronte alla catastrofe guardano oltre senza assumersi mai gli oneri che derivano dall'avere una carica o ricoprire una funzione. Orfini ha dimostrato di essere inadeguato a gestire quella vicenda e dopo quanto è successo non ci pare che sia in condizione di continuare a gestire la baracca. Punto e a capo. Anche se comprendiamo la contraddizione in cui si trova Guerini nel governare una situazione per cui i rottamatori vengono a loro volta rottamati, ma questi sono quelli che Vico chiamava i “corsi e i ricorsi della storia” e non ci si può far niente.
Il contesto capitolino ci serve anche per fare il punto su quello aretino dove la sberla, fatte le dovute proporzioni, non è stata men forte di quella Romana. Infatti, al di là di Montevarchi e Sansepolcro, a cui si aggiunge a questo giro Anghiari, qualcuno tende a dimenticare che non molto tempo fa il centrosinistra ha perso anche il comune Capoluogo. Quella vicenda è stata troppo presto archiviata, derubricata ad accidente della storia, eppure dove pur insegnare qualcosa, e cioè che l’interesse generale non può abdicare difronte agli interessi dei singoli e che i gruppi dirigenti, se di gruppi dirigenti si può parlare, si formano nell'agone politico e non a furia di gomitate nello stomaco al vicino di banco.
Invece dopo quell'esperienza triste e dolorosa sul piano politico si riesumò l’antico adagio del Conte Zio nei Promessi Sposi “sopire, troncare, troncare, sopire". Il modo migliore per non combinare un accidente e aggravare la situazione.
E i risultati si sono visti. Si è lasciato mano libera agli spiriti animali, che hanno nomi precisi: nessuna analisi del contesto socio-economico, battutine di 120 parole, insana ambizione, voglia di primeggiare, desiderio di arrivare in vetta senza passare dal via, come se la vita fosse una palla di cannone e non un gioco dell’Oca per cui è necessario percorrere tante caselle per arrivare al traguardo. Anche ad Arezzo come a Roma esistono responsabilità precise, vedremo se alla fine verranno fuori oppure, sempre per citare  Manzoni prevarrà la filosofia di Ferrer, Gran cancelliere dello Stato di Milano “Adelante, Pedro, con juicio" ("Avanti, Pedro, con prudenza) . Noi pensiamo che ormai la prudenza serva solo ad allungare l’agonia.


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