Le
vicende post-elettorali si arricchiscono ogni giorno di nuovi capitoli. L’ultimo,
in ordine di tempo, riguarda la ministra Marianna #Madia con la quale, forse per
la prima volta, ci troviamo d’accordo. Che cosa ha detto la responsabile per la semplificazione e la pubblica amministrazione nel
Governo #Renzi riguardo a #Roma?
Una cosa giustappunto
semplicissima "il voto ci dice una cosa chiara: nella mia città, che non è
l'ultimo borgo d'Italia, siamo stati rottamati dai cittadini. Il Pd non ha saputo
ascoltarli. E ci hanno punito se a Roma "il tappo" è #Orfini allora
"si dimetta da commissario".
Una logica inoppugnabile, anche se
il problema non è essere più o meno “tappi”, il problema è assumersi la
responsabilità politica di una vicenda sconclusionata con un finale già
scritto.
Prima l’elezione di Marino, poi la
scoperta che il sindaco era inadatto a guidare una città piena di
contraddizioni e malaffare, quindi il dimissionamento di Marino, a seguire
l’individuazione di un candidato come Giachetti (persona degna ma politicamente
debole) e infine la sconfitta secca e bruciante contro il movimento
cinquestelle, con l’aggravante che se la destra fosse stata unita il PD probabilmente
non sarebbe arrivato nemmeno al ballottaggio.
Di fronte a questo scenario post-atomico
Orfini avrebbe dovuto ritirarsi per un certo periodo in campagna. Non che tutte
le colpe siano le sue, però, puttanaeva, è lui che ha girato il mestolo nel
minestrone. E invece niente. Tocca alla Madia scoperchiare il pentolone ma ecco
arrivare in soccorso il Vicesegretario PD #Guerini il quale, citando niente meno
che la #Merini, gran poetessa che non meriterebbe di essere tirata in ballo in
simili frangenti, ripete a noi poveri ignoranti “tengo sempre scolpita a mente
una frase di Alda Merini che dice: 'mi piace chi sceglie con cura le parole da
non dire'. Consiglierei a tutti più sobrietà nelle dichiarazioni. Orfini si è
assunto la responsabilità di commissario di Roma dopo Mafia Capitale e l’ha
fatto con grande impegno e determinazione, di cui va solo ringraziato”.
Verrebbe voglia di rispondergli
con un'altra citazione della Merini “Ogni alba ha i suoi dubbi.” E noi quasi godiamo nel
vedere che Guerini e quelli come lui non hanno dubbi. Per cui difronte alla
catastrofe guardano oltre senza assumersi mai gli oneri che derivano dall'avere
una carica o ricoprire una funzione. Orfini ha dimostrato di essere inadeguato
a gestire quella vicenda e dopo quanto è successo non ci pare che sia in
condizione di continuare a gestire la baracca. Punto e a capo. Anche se
comprendiamo la contraddizione in cui si trova Guerini nel governare una situazione
per cui i rottamatori vengono a loro volta rottamati, ma questi sono quelli che
Vico chiamava i “corsi e i ricorsi della storia” e non ci si può far niente.
Il contesto capitolino ci serve anche per fare il punto su
quello aretino dove la sberla, fatte le dovute proporzioni, non è stata men
forte di quella Romana. Infatti, al di là di Montevarchi e Sansepolcro, a cui
si aggiunge a questo giro Anghiari, qualcuno tende a dimenticare che non molto
tempo fa il centrosinistra ha perso anche il comune Capoluogo. Quella vicenda è
stata troppo presto archiviata, derubricata ad accidente della storia, eppure
dove pur insegnare qualcosa, e cioè che l’interesse generale non può abdicare
difronte agli interessi dei singoli e che i gruppi dirigenti, se di gruppi
dirigenti si può parlare, si formano nell'agone politico e non a furia di
gomitate nello stomaco al vicino di banco.
Invece dopo quell'esperienza triste e dolorosa sul piano
politico si riesumò l’antico adagio del Conte Zio nei Promessi Sposi “sopire, troncare, troncare, sopire". Il modo migliore
per non combinare un accidente e aggravare la situazione.
E i risultati si sono visti. Si è lasciato
mano libera agli spiriti animali, che hanno nomi precisi: nessuna analisi del
contesto socio-economico, battutine di 120 parole, insana ambizione, voglia di
primeggiare, desiderio di arrivare in vetta senza passare dal via, come se la
vita fosse una palla di cannone e non un gioco dell’Oca per cui è necessario percorrere
tante caselle per arrivare al traguardo. Anche ad Arezzo come a Roma esistono
responsabilità precise, vedremo se alla fine verranno fuori oppure, sempre per
citare Manzoni prevarrà la filosofia di
Ferrer, Gran cancelliere dello Stato di Milano “Adelante, Pedro, con
juicio" ("Avanti, Pedro, con prudenza) . Noi pensiamo che ormai la
prudenza serva solo ad allungare l’agonia.
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