Nel
film “Un boss sotto stress” Paul Vitti (Robert De Niro) dice una frase rimasta
famosa al Dr. Ben Sobel (Billy Cristal): "Tu... tu... tu...tu sei bravo
dottore, sei proprio bravo. Hai il bernoccolo!".
Queste
parole ci sono tonate in mente leggendo le esternazioni del Sindaco di #Castiglion
Fiorentino. Le ultime in ordine di tempo riguardano la richiesta di stato di
calamità per il settore agricolo dopo le piogge torrenziali delle scorse
settimane e la proposta di una federazione delle #Liste Civiche dopo l’uragano
che si è abbattuto sul centrosinistra in provincia di #Arezzo.
Fin dall'inizio del suo mandato Agnelli ha dimostrato una grande capacità di
fiondarsi sugli eventi del giorno, più o meno importanti, trasformandoli in
notizia. I contenuti non sempre sono condivisibili, vedi la polemica sulle #Unioni Civili, però nel bene o nel male è riuscito a costruire intorno alla sua
figura l’aurea del personaggio. Tanto che qualche commentatore riconosce che
“almeno lui qualcosa dice”. Quasi a sottolineare che altri non dicono niente e quindi,
come dice il vecchio adagio “nel mondo dei cechi l’orbo è re”.
Le
ultime due dichiarazioni a nostro avviso meritano entrambe di un
approfondimento, ben più di quando il nostro si fa ritratte in vetta al
campanile della Collegiata o corre una gara podistica fasciato nei fuseaux.
Partiamo
dall’agricoltura, il Sindaco di Castiglioni ha fatto bene a chiedere lo stato
di calamità naturale, a memoria d’uomo non si erano mai viste piogge così violente
e persistenti e i danni per l’agricoltura sono evidenti. Perciò è giusto chiedere
un risarcimento, se poi questo arriverà, è tutto da vedere, purtroppo in Italia
le calamità sono all’ordine del giorno mentre i denari sono sempre meno. Quello
che però ci piacerebbe sapere, al di là della situazione contingente, è quali
siano le intenzioni dell’amministrazione castiglionese e delle altre
amministrazioni della Valdichiana rispetto a un tema, quello della agricoltura
appunto, che sembra tornato prepotentemente di attualità. E’ vero lo stato
meteorologico influisce sull’andamento agricolo ma c’è di peggio. C’è quello
che tutte le organizzazioni agricole vanno ripetendo da tempi e cioè che i
prezzi per i prodotti sono troppo bassi e i coltivatori non guadagno più niente.
Questo è il punto e allora diventa difficile parlare di un ritorno all’agricoltura
in assenza di un progetto che metta
assieme redditività, reti di distribuzione e promozione. Il piano irriguo può
giocare un ruolo importante ma per andare in quale direzione? Ci piacerebbe
sapere cosa pensano i nostri amministratori della proposta, affascinate in
verità, del distretto Biologico del quale si è tornati recentemente a parlare.
Cosa
significa? Quale ricaduta avrà sull’agricoltura tradizionale? E’ compatibile
con colture specializzate e con aziende di trasformazione?
E’
certamente giusto sostenere i coltivatori danneggiati dalle piogge ma
dopodomani, quando torna il sole, cosa accadrà?
Il
tema di cosa accadrà ritorna anche dopo lo tsunami politico che ha cambiato i
connotati politici della provincia di Arezzo.
Non
stiamo qui a disquisire sulle cause, di questo si è già parlato abbondantemente,
a proposito e sproposito, quelli interessanti sono gli effetti. Per esempio nella
così detta area vasta si sono modificai alcuni equilibri: acqua, rifiuti,
sanità, in parte l’energia devono fare i conti con soggetti politici diversi dal
passato. E qui arriva come un falco Agnelli che propone una confederazione
delle liste civiche per mettere insieme un’idea di governo del territorio. Delle
liste civiche torneremo a parlare, perché a nostro avviso di civico hanno ben
poco: nomi, sostegni e presenze lasciano poco spazio ai dubbi.
In
questo caso però la proposta del Sindaco di Castiglioni non trova l’accoglienza
sperata. La risposta arrivata da autorevoli esponenti del centrodestra è stata a
dir poco tiepida. In soldoni le liste senza connotazioni politiche vanno bene
per conquistare consenso però se si ragiona di indirizzi, di scelte di area, di
interessi corposi (ancorché legittimi) i partiti, per quanto scassati,
riprendono il loro ruolo.
Si
può discutere quanto si vuole di civismo, movimentismo, partecipazione dal
basso ma quando si governa occorre avere un indirizzo che non può prescindere
da scelte politiche. Non è vero che il “bene comune” accomuna tutti, quando si governa,
si decide, possibilmente il meglio, ma ci sarà sempre una parte contenta e una scontenta.
E’ una legge difficilmente smentibile.
Questo
per dire che la “provocazione” lanciata dal Sindaco di Castiglion Fiorentino
per quanto affascinante rischia di rimanere al palo perché la sovrastruttura
politica è indispensabile. Ci si può nascondere, mascherare, mettersi un velo
di cerone ma poi gratta gratta il vero colore vien fuori.
La
forza di una proposta “civica” in questo momento sta tutta nell’inconsistenza
dei partiti, la politica al pari della natura aborre il vuoto. Se i partiti
lasciano uno spazio, arriva qualcun altro a riempirlo. Per questo siamo
convinti che la risposta non stia in un diffuso “civismo” che di civico, lo ripetiamo,
ha ben poco, ma nella ripresa di un’azione politica che dia risposte ai problemi
della gente. Problemi per i quali sinistra e destra dovrebbero avere ricette originali,
per quanto contrapposte. Diciamo dovrebbero perché troppe volte le soluzioni
rischiano di assomigliarsi. E questo genera confusione nella testa delle
persone, per cui gli schieramenti appaiono intercambiabili come le gomme di
un’auto o, peggio, c’è chi pensa di buttare la macchina dallo sfasciacarrozze
per sostituirla con un triciclo. Con effetti facilmente immaginabili.
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