sabato 4 giugno 2016

EX SADAM. C'E' CHI ASPETTA LA STAZIONE E INTANTO I TRENI PASSANO

Eppur si muove…” verrebbe da dire esaminando gli ultimi accadimenti sulla ormai annosa vicenda della riconversione ex SADAM.
Vediamo quello che è successo.
Primo: approvazione all'unanimitànell'assise castiglionese, di una mozione presentata dalle opposizioni sulla vicenda dello zuccherificio. Documento che abbiamo pubblicato nei giorni passati.
Secondo: le dichiarazioni di un assessore castiglionese che, a partire proprio da quella mozione, ha affermato che la questione del recupero dell’area ex SADAM è una vicenda quanto meno regionale, che richiede l’apporto di tutti per trovare una soluzione.
Sul piano teorico la questione comincia a prendere forma ma poi, dalle dichiarazioni di principio, occorre passare ai fatti.

Se tutti sono convinti che la Regione debba fare da coordinamento allora occorre che qualcuno glielo dica. Magari ricordandogli che nel lontano 2007 siglò un accordo, mai revocato e quindi formalmente valido.
In virtù di questo sarebbe opportuno capire cosa ha prodotto l’ultimo incontro tra il Comune di Castiglion Fiorentino e la Regione. E’ venuto fuori qualcosa di nuovo o siamo ancora al "pour parler”?

L’errore più grande sarebbe rimanere fermi aspettando che qualcuno “levi le castagne dal fuoco”. Cosa si aspetta a convocare un tavolo con le imprese interessate al territorio della Valdichiana?  Se non altro i cittadini sapranno se le promesse fatte in passato di “centinaia di posti di lavoro” erano veritiere oppure un bluff.
L’economia oggi ha tempi brevi, brevissimi e quello che è buono oggi non è detto che sia buono domani. Chi pensa di poter rinviare il tutto a un futuro nebuloso commette un errore. Quando leggiamo che lo sviluppo (turistico ed economico) della Chiana è legato alla stazione dell’alta velocità rimaniamo basiti.
Che la stazione (sarà anche uno scalo merci?) possa rappresentare un fulcro importante è fuori di dubbio ma porre così la questione significa dilazionarla. Sempre che la stazione si faccia quanti anni passeranno?
Cinque, dieci, venti? Chi lo sa. E invece c’è bisogno di risposte rapide.
E non è una risposta l’idea di creare nell'area ex zuccherificio una “no tax area”. Chi ha avuto questa pensata probabilmente si riferiva alle Zone Franche Urbane (ZFU) cioè quelle aree infra-comunali dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole imprese, la no tax area infatti è un termine che si usa per il sistema delle pensioni e dunque non c’entra un tubo.
Fin a oggi queste aree sono state realizzate solo nelle zone colpite da gravi eventi calamitosi. Ma davvero in giro c’è qualcuno che crede che da noi sia possibile una cosa del genere? Con questo criterio in qualunque posto dove si registrano crisi industriali, si dovrebbe realizzare un’area di questo tipo.
Non che non sarebbe giusto, semplicemente non sarebbe possibile.
Sia chiaro, se tra i nostri amministratori ci fosse qualcuno che riesce a ottenere una cosa del genere gli va steso un tappeto rosso. Per come la vediamo è ancora una  volta una proposta tesa a guadagnare tempo e qui, come abbiamo detto, il tempo è agli sgoccioli. Prima di fare voli pindarici partiamo da quello che c’è: una grossa area industriale a ridosso del paese, che potrebbe diventare volano di sviluppo, oppure una disgrazia, dipende da cosa si decide di fare. Quella che non è accettabile è l’inerzia più totale.  


Nessun commento:

Posta un commento