“Eppur
si muove…” verrebbe da dire esaminando gli ultimi accadimenti sulla ormai annosa
vicenda della riconversione ex SADAM.
Vediamo
quello che è successo.
Primo:
approvazione all'unanimità, nell'assise castiglionese, di una mozione
presentata dalle opposizioni sulla vicenda dello zuccherificio. Documento che abbiamo
pubblicato nei giorni passati.
Secondo:
le dichiarazioni di un assessore castiglionese che, a partire proprio da quella
mozione, ha affermato che la questione del recupero dell’area ex SADAM è una vicenda
quanto meno regionale, che richiede l’apporto di tutti per trovare una
soluzione.
Sul
piano teorico la questione comincia a prendere forma ma poi, dalle
dichiarazioni di principio, occorre passare ai fatti.
Se
tutti sono convinti che la Regione debba fare da coordinamento allora occorre
che qualcuno glielo dica. Magari ricordandogli che nel lontano 2007 siglò un
accordo, mai revocato e quindi formalmente valido.
In
virtù di questo sarebbe opportuno capire cosa ha prodotto l’ultimo incontro tra
il Comune di Castiglion Fiorentino e la Regione. E’ venuto fuori qualcosa di
nuovo o siamo ancora al "pour parler”?
L’errore
più grande sarebbe rimanere fermi aspettando che qualcuno “levi le castagne dal
fuoco”. Cosa si aspetta a convocare un tavolo con le imprese interessate al
territorio della Valdichiana? Se non
altro i cittadini sapranno se le promesse fatte in passato di “centinaia di
posti di lavoro” erano veritiere oppure un bluff.
L’economia
oggi ha tempi brevi, brevissimi e quello che è buono oggi non è detto che sia
buono domani. Chi pensa di poter rinviare il tutto a un futuro nebuloso
commette un errore. Quando leggiamo che lo sviluppo (turistico ed economico)
della Chiana è legato alla stazione dell’alta velocità rimaniamo basiti.
Che
la stazione (sarà anche uno scalo merci?) possa rappresentare un fulcro
importante è fuori di dubbio ma porre così la questione significa dilazionarla.
Sempre che la stazione si faccia quanti anni passeranno?
Cinque,
dieci, venti? Chi lo sa. E invece c’è bisogno di risposte rapide.
E
non è una risposta l’idea di creare nell'area ex zuccherificio una “no tax area”.
Chi ha avuto questa pensata probabilmente si riferiva alle Zone Franche Urbane (ZFU) cioè quelle aree infra-comunali dove si
concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole imprese,
la no tax area infatti è un termine che si usa per il sistema delle pensioni e
dunque non c’entra un tubo.
Fin a oggi queste aree sono state realizzate solo
nelle zone colpite da gravi eventi calamitosi. Ma davvero in giro c’è qualcuno
che crede che da noi sia possibile una cosa del genere? Con questo criterio in qualunque
posto dove si registrano crisi industriali, si dovrebbe realizzare un’area di
questo tipo.
Non che non sarebbe giusto, semplicemente non sarebbe
possibile.
Sia
chiaro, se tra i nostri amministratori ci fosse qualcuno che riesce a ottenere una
cosa del genere gli va steso un tappeto rosso. Per come la vediamo è ancora una
volta una proposta tesa a guadagnare
tempo e qui, come abbiamo detto, il tempo è agli sgoccioli. Prima di fare voli
pindarici partiamo da quello che c’è: una grossa area industriale a ridosso del
paese, che potrebbe diventare volano di sviluppo, oppure una disgrazia, dipende
da cosa si decide di fare. Quella che non è accettabile è l’inerzia più totale.
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