Ci sono situazioni in cui il
pregiudizio ideologico, oppure il vezzo intellettuale, rischiano di distorcere
la realtà dei fatti.
E’ il caso della presentazione, a
Castiglion Fiorentino, del libro intitolato “Donna Rachele mia nonna. La moglie
di Benito Mussolini” che vede come coautrici Edda Negri Mussolini ed Emma
Moriconi.
L’argomento è interessante perché le
vicende personali di donna Rachele s’intrecciano con una fitta ricerca storica
che consente al lettore di inquadrare gli avvenimenti in un contesto più ampio.
Non poteva essere diversamente perché i fatti della famiglia Mussolini sono
legati a doppio filo alle vicende d’Italia.
Noi crediamo che non si debba mostrare
sbigottimento davanti alla storia. Se ancor oggi alcuni guardano con diffidenza
a queste iniziative è perché questo paese, nel bene e nel male, non ha messo
sotto la lente di ingrandimento il proprio passato.
Condanniamo giustamente la
Turchia per il genocidio degli Armeni ma siamo incapaci di riconoscere gli
infami delitti che abbiamo commesso in Libia, in Etiopia, le fucilazioni di
massa nei Balcani. Continuiamo a vivere nel mito degli “italiani brava gente” ma
non sempre è stato così. Per questo il fascismo e la sua parabola ci mettono in
imbarazzo. Perché, nonostante la guerra di liberazione, non abbiamo mai fatto i
conti fino in fondo con quel pezzo di storia, come invece ha fatto la Germania
col nazismo, oppure la Francia con il regime di Vichy.
Calvino scriveva in una sua famosa
poesia:
Tutto
il male avevamo di fronte
tutto
il bene avevamo nel cuore
a
vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre
il fuoco comincia l’amore.
E’ stato proprio così?
Per com’è andata ci accorgiamo che i
fatti hanno preso una direzione diversa. Per questo non dobbiamo avere paura
dei libri. Così come dobbiamo essere capaci di distillare il buono e il cattivo
che esiste in ogni vicenda umana. Personalmente abbiamo avuto sempre rispetto
per chi si è sacrificato, seppur per un ideale sbagliato.
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