venerdì 17 giugno 2016

ROSARNO: PROVE TECNICHE DI SINISTRA

La domanda che alcuni iniziano a fasi è in cosa si distingua un governo con una “impronta progressista” da un governo tecnico/conservatore.
Teoricamente un governo progressista dovrebbe impostare le politiche economiche, e di conseguenza quelle sociali, spostando la lancetta verso una maggiore equità, un’attenzione ai bisogni dei più deboli, operando per l’eguaglianza delle opportunità. Obiettivi difficili in un’Europa dove dominano le tecnocrazie e l’economia globale risponde a interessi in grado di condizionare le politiche dei singoli stati.

Le ricette del FMI non contemplano un progetto di eguaglianza ma esasperano i concetti di competitività e declassano la spesa pubblica a problema, declinando ogni azione al rispetto degli equilibri di bilancio. Su questo versante le politiche nazionali possono ben poco, come dimostra il caso della Grecia dove Tsipras è stato costretto a tornare sulle sue posizioni (colpevolmente abbandonato anche da quelli che si dicono progressisti).

Che fare? Alcune cose almeno in chiave interna potrebbero essere fatte. Piccoli e grandi segnali destinati a ridare un minimo di speranza.
Ci sono situazioni in Italia che gridano vendetta al cielo. Facciamo solo un esempio: la stagione agrumicola nella Piana di Gioia Tauro.
Da quelle parti nonostante che da diversi anni si denuncino situazioni limite è cambiato ben poco. Recenti servizi TV hanno mostrato una situazione spaventosa: migliaia di lavoratori, in gran parte stranieri lavorano nei campi in condizioni di semi-schiavitù. L’86% di loro non ha un contratto e i pochi che hanno dichiarato di averlo (12%) non sanno se riceveranno una busta paga a fine mese né se gli verranno riconosciute le effettive giornate di lavoro svolte. La maggior parte dei lavoratori è retribuita a giornata o a cassetta (1 euro per le cassette di mandarini e 0,5 per le arance) ed è reclutata attraverso la “piazza”, cioè l’attesa dei datori di lavoro o dei caporali nelle piazze e nei principali snodi stradali della Piana.
Questi uomini vivono in baracche, strutture abbandonate, tendopoli, casolari abbandonati privi di elettricità, di servizi igienici e acqua. Una vergogna per un paese che si proclama civile.
Un governo che ha come azionista di maggioranza il PD non può continuare a sopportare una situazione simile. Non basta mandare ogni tanto una telecamera a registrare l’inferno. No, non basta, ci vogliono interventi e un segnale forte.
Per esempio una vista ufficiale del capo del governo in mezzo a questa gente. Mostrando con i fatti e non solo a prole che in un paese come l’Italia nel 2016 non è più accettabile che vi siano situazioni che rimandano alla schiavitù dei secoli passati. Un gesto vigoroso che riaffermi, al di là delle chiacchiere, che la sinistra sta dalla parte dei più deboli.



Nessun commento:

Posta un commento