A gennaio avevamo scritto un articolo
dove ponevamo l’accento sul fatto che, nella totale indifferenza, si stava procedendo
alla vendita di uno degli edifici storici più importanti di Castiglioni: il vecchio
ospedale di Piazza S. Agostino.
Da allora sono passati quasi sei mesi
e ancora non si sa niente. Il sindaco, interrogato in merito, ha detto di non
saperne nulla, ma quello che però ci lascia perplessi è che si continui a stare
zitti senza intervenire su una vicenda che potrebbe “svoltare” in senso
positivo il destino di zone come S. Agostino e porta Romana.
All'indomani dell’annuncio della vendita,
la Regione Toscana ha, infatti, dichiarato che “utilizzeremo l'eventuale
ricavato per investire nella sanità, nell'assetto idrogeologico, in opere
pubbliche, in cultura" aggiungendo che “intendiamo discutere con i Comuni
della destinazione d'uso degli immobili".
Ottimo e allora discutiamone.
Come comunità dobbiamo avere il
coraggio di “rompere le scatole” chiedendo che l’immobile rimanga pubblico
presentando un progetto che preveda un uso
scolastico e una destinazione a strutture culturali. Si potrebbe per
esempio decidere di trasferirci alcune scuole che oggi soffrono per mancanza di
spazi e carenze strutturali, tanto più che il comune annuncia in bilancio un
investimento di 3 milioni di euro in edilizia scolastica. Meglio sarebbe impegnare
quei denari nel vecchio ospedale invece di fare scuole nuove fuori dal centro. Il
vantaggio sarebbe triplo: mantenere gli studenti dentro le mura del paese, favorire
una zona svantaggiata come Porta Romana e conservare alla proprietà pubblica un
edificio di grande importanza storica. Tra l’altro l’immobile in questione avrebbe
anche una felice posizione logistica con un doppio accesso da piazza S.
Agostino e da via Trieste.
Alle scuole, vista la grandezza della
struttura, potrebbe aggiungersi una sezione della biblioteca che logisticamente
è messa proprio male. Insomma d’idee se ne possono tirare fuori parecchie,
cominciando anche a discutere del destino della Chiesa di S. Agostino. Si può
fare tutto ma non rimanere fermi aspettando la “manna dal cielo”.
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