giovedì 26 aprile 2018

DI NUOVO CHIAMATO IN CAUSA SULLE VICENDE CASTIGLIONESI. ALLA LEGA DICO CHE ….





Ancora una volta sono chiamato in causa sulle vicende Castiglionesi, stavolta è il turno dell’esponente della Lega Nord Luca Conti, è proprio vero, per qualcuno sono uno spauracchio, un demonio da esorcizzare.
Passare da “diavolaccio” m’intristisce perché, pur non essendo una bellezza non sono poi così brutto, e soprattutto a differenza del diavolo che fa le pentole ma non i coperchi, mi sono sempre assunto fino in fondo le responsabilità, comprese quelle che non mi appartenevano.

A differenza di chi, condannato, continua a fare politica, sono rimasto in religioso silenzio per sei anni. Salvo le occasioni in cui la mia dignità di uomo e l’onestà di amministratore erano messe in discussione in maniera codarda, senza il coraggio di affrontarmi a viso aperto.
Non meno vanto di questo, ho semplicemente fatto quello che un uomo politico dovrebbe fare quando è sotto inchiesta: tacere e aspettare fiducioso la sentenza.
Oggi, che almeno un punto fermo nella vicenda castiglionese è stato messo, mi sento di nuovo menzionare da Luca Conti. Un richiamo che palesa come non ci rassegni al fatto che nello sciagurato “dissesto” castiglionese non ci siano state ruberie, malversazioni, abusi.
Insomma non si accetta che non sia esistito quell'armamentario di nefandezze così ben propagandato in campagna elettorale e che, ogni tanto riaffiora per giustificare ritardi e inadempienze.
 
Non basta un’assoluzione per dire che qualcuno è innocente.
La sentenza per Paolo Brandi non vale, bisogna continuare a far nascere sospetti, perplessità, insinuazioni.  E se il giudice avesse stabilito che ero colpevole? In quel caso per Luca Conti & c. non ci sarebbero stati dubbi.
Quando si parla, come fa il rappresentante della lega Nord, di una “comunità che si sente derubata “ si dice una cosa pesante.
S’insinua che, nonostante il dibattito processuale abbia dimostrato il contrario che qualcuno si sia messo in tasca qualcosa.
Sia chiaro, io voglio arrivare in fondo a questa vicenda e se per farlo sarà necessario rinunciare alle immunità lo farò.
Però chi dice che abbiamo rubato deve assumersi la responsabilità politica di quanto afferma.
Non accuso Luca Conti di avere dubbi è un suo diritto, abbia però il coraggio di dibatterli con me, magari difronte alle telecamere della TV. Sarebbe una splendida occasione per far capire alla nostra gente come sono andati realmente i fatti giacché, chi avrebbe il dovere di farlo, come auspico da tempo, preferisce non parlarne.
Se Luca non possiede quest’audacia niente di male, solo che il peso delle sue parole diventerà leggero come una piuma,  perché  se è facile lanciare un sasso è parecchio più difficile sostenere con valide argomentazioni le proprie idee. Aspetto un segnale.

Paolo Brandi

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