Ancora
una volta sono chiamato in causa sulle vicende Castiglionesi, stavolta è il
turno dell’esponente della Lega Nord Luca Conti, è proprio vero, per qualcuno
sono uno spauracchio, un demonio da esorcizzare.
Passare
da “diavolaccio” m’intristisce perché, pur non essendo una bellezza non sono poi
così brutto, e soprattutto a differenza del diavolo che fa le pentole ma non i
coperchi, mi sono sempre assunto fino in fondo le responsabilità, comprese quelle
che non mi appartenevano.
A
differenza di chi, condannato, continua a fare politica, sono rimasto in
religioso silenzio per sei anni. Salvo le occasioni in cui la mia dignità di
uomo e l’onestà di amministratore erano messe in discussione in maniera codarda,
senza il coraggio di affrontarmi a viso aperto.
Non
meno vanto di questo, ho semplicemente fatto quello che un uomo politico
dovrebbe fare quando è sotto inchiesta: tacere e aspettare fiducioso la
sentenza.
Oggi,
che almeno un punto fermo nella vicenda castiglionese è stato messo, mi sento
di nuovo menzionare da Luca Conti. Un richiamo che palesa come non ci rassegni
al fatto che nello sciagurato “dissesto” castiglionese non ci siano state
ruberie, malversazioni, abusi.
Insomma
non si accetta che non sia esistito quell'armamentario di nefandezze così ben
propagandato in campagna elettorale e che, ogni tanto riaffiora per giustificare
ritardi e inadempienze.
Non
basta un’assoluzione per dire che qualcuno è innocente.
La
sentenza per Paolo Brandi non vale, bisogna continuare a far nascere sospetti, perplessità,
insinuazioni. E se il giudice avesse stabilito
che ero colpevole? In quel caso per Luca Conti & c. non ci sarebbero stati dubbi.
Quando
si parla, come fa il rappresentante della lega Nord, di una “comunità che si
sente derubata “ si dice una cosa pesante.
S’insinua
che, nonostante il dibattito processuale abbia dimostrato il contrario che
qualcuno si sia messo in tasca qualcosa.
Sia
chiaro, io voglio arrivare in fondo a questa vicenda e se per farlo sarà
necessario rinunciare alle immunità lo farò.
Però
chi dice che abbiamo rubato deve assumersi la responsabilità politica di quanto
afferma.
Non
accuso Luca Conti di avere dubbi è un suo diritto, abbia però il coraggio di dibatterli
con me, magari difronte alle telecamere della TV. Sarebbe una splendida
occasione per far capire alla nostra gente come sono andati realmente i fatti giacché,
chi avrebbe il dovere di farlo, come auspico da tempo, preferisce non parlarne.
Se
Luca non possiede quest’audacia niente di male, solo che il peso delle sue parole
diventerà leggero come una piuma, perché
se è facile lanciare un sasso è
parecchio più difficile sostenere con valide argomentazioni le proprie idee. Aspetto
un segnale.
Paolo Brandi
Nessun commento:
Posta un commento