martedì 3 aprile 2018

CAMUCIA, ASILO VANDALIZZATO: NON POSSIAMO RASSEGNARCI ALLA CATTIVERIA


A Camucia l’asilo di via XXV aprile è stato oggetto di una vera e propria “aggressione”, non so definirla in altro modo: spaccati i vetri, strappati dal muro gli estintori, mobili danneggiati, il tutto “condito” da salsa di pomodoro sparsa a piene mani per imbrattare mura e pavimenti.
“Il solito atto di vandalismo” commenterà qualcuno alzando rassegnato le spalle. E invece no!
Non bisogna adattarsi alla bruttura, all’idiozia, alla cattiveria. Alla cattiveria, sì, perché andare a colpire un asilo è indice davvero di un corpo privo di cuore, oltre che privo di cervello.
In Valdichiana, episodi d’inciviltà, micro-teppismo, danneggiamenti sono ormai diventati una specie di cattiva abitudine.
Un pessimo vezzo prodotto da una caduta verticale del senso civico, dalla negligente educazione, dai pessimi esempi che si rintracciano su social e TV. 
Una volta era la famiglia a funzionare da anticorpo, oggi benché in molti casi rimangano saldi i rapporti familiari, anche questo baluardo rischia di incrinarsi. Parliamoci chiaro, quando sono gli stessi genitori, come talvolta accade, a insultare maestri e professori giustificando, al di là di ogni limite, i propri figli, anch’essi  contribuiscono alla generale degenerazione.
Che fare? Conformarsi e andare avanti e assistere impotenti al decadimento?
 
Io non sono d’accordo. Intanto credo che qualora i risonabili di quanto accaduto a Camucia fossero scoperti la punizione dovrà essere esemplare. Non  basta la solita ramanzina da libro “Cuore”.
Non basta trovare giustificazioni sociologiche, nascondendosi dietro al disagio, al malessere, alla noia. E’ ora di finirla di trovare scusanti, perché con il giustificazionismo si alimenta il senso d’impunità e si arriva a situazioni gravissime come quelle bande di teppisti che aggrediscono senza un motivo coetanei e ignari passanti.
Occorre ridare peso all’autorità. Tutto è diventato un gioco, una burla, si prendono in giro le istituzioni, si banalizzano le situazioni.
Ecco allora che forse il ruolo della tanta svalutata politica potrebbe riconquistare un senso. Ma è possibile restituire ragione e speranza quando si pensa di risolvere tutto con un twitter o una foto su instagram?
Il mondo non funziona così. Perché se da una parte aumentano, scusate il termine, le masse d’imbecilli (potete tranquillamente ricomprendermi nel numero) dall’altra ci sono quelli (pochi) che comandano davvero.  I mezzi di comunicazione ci convincono di stare tutti sullo stesso piano ma non è così.
La liberta di vandalizzare, insultare, commentare volgarmente ogni aspetto della vita  non è emancipazione, è la stessa libertà che hanno gli animali del circo. All’apparenza fanno cose intelligenti nella realtà ubbidiscono al domatore.
Paolo Brandi


Nessun commento:

Posta un commento