domenica 15 aprile 2018

IL CLUB DEGLI ATLETI VERITÀ O FANTASIA? A DOMANDA RISPONDO



Quando si scrive,  che sia una frase, un pensiero o qualcosa di più ponderoso come  un libro ci si mette sempre una parte di noi.
A meno che non si tratti di quelle frasi ad effetto che spesso fioriscono sulle labbra di tanti imbonitori di piazza. Ma, anche in tal caso, c’è sempre un disvelamento di quello che siamo.
Che cosa? E’ facile rispondere, in quella gente c’è  l'atavica furbizia del guitto, la capacità oratoria del trombone e sempre più spesso anche una dose di meschina volgarità da osteria che di questi tempi fa aumentare l’audience.
Io sono al quarto libro pubblicato, ho ancora qualche idea nel cassetto  ma è li ferma al buio che aspetta di venir fuori.  

Sta nascosta forse perché si vergogna di guardarsi allo specchio, forse perché è timorosa o forse, molto più semplicemente, perché non è ancora ben vestita  ed andarsene in giro nudi non è giudicato segno di eleganza.
Cosa c’è invece nel “Club degli atleti’”?  
Una trama che prende  spunto da un fatto vero. Ma non chiedetemi dove e non chiedetemi quando, tanto non parlerò.  
Vi posso solo dire che sono cose successe qui vicino. Ma di là dallo spunto (reale) subito dopo parte il turbo della fantasia che si dipana su strade lontane. Viaggerete in città che pochi conoscono, terre di confine tra realtà e sogno, dove la battaglia per l’esistenza è cruda e non consente esitazioni.
Il “Club degli Atleti” è un libro duro, non è fatto per palati raffinati, abituati alla produzione letteraria di chi di mestiere vende se stesso e i sentimenti. E’ un periplo  tra quotidianità e fantasia dove il sangue si mischia a una misura di follia e quest’ultima ripaga con improvvise accelerazioni .
Fatemi sapere cosa ne pensate, naturalmente una volta che l’avrete letto.

Paolo Brandi


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