martedì 31 gennaio 2017

CHE TRUMP NON ABBIA TUTTI I TORTI? Prima di insultare leggere l'articolo.

Le reazioni ai provvedimenti di #Trump in tema d’immigrazione, muri, oleodotti, diminuzione delle norme di tutela ambientale, riduzione della protezione sanitaria per i poveri, protezionismo economico, esorcismi contro l’Europa unita hanno comprensibilmente scatenato una ridda di proteste.
Sospette, parecchio sospette (parliamo delle proteste), quelle delle multinazionali di ogni tipo, le quali, notoriamente prive di solidarietà, sono giustamente (dal loro punto di vista) guidate dalla bussola degli affari.
Il loro malcontento non è generato dall'amore per il genere umano ma dal fatto che con i divieti introdotti sarà più difficile portare in in America cervellini da utilizzare per la ricerca (e aumentare i profitti)  o avere manodopera a basso costo nei fast-food.

Resta il fatto che quei provvedimenti, alcuni dei quali veramente inumani, sono rigettati in toto da chiese (non tutte le confessioni in verità), professori di diritto, giornalisti, giudici e ovviamente avversari politici. Ma siamo così scuri, questo è il punto, che facciano così schifo alla maggioranza della gente?

Quando vediamo scendere in piazza centinaia di migliaia di persone contro Trump ci viene spontaneo domandarsi dove cavolo erano fino a oggi? Che cosa hanno fatto per impedire che diventasse presidente?
Certo l’alternativa presentata dai democratici non era un granché, Hillary Clinton era sicuramente persona preparata e intelligente ma ormai rappresentava tutto quello che la gente normale non regge più.
L’epigona di una politica abbarbicata al mercato globale, legata al mondo della finanza, all'universalismo dei diritti delle minoranze che sopravanzano quelli della maggioranza, incapace di capire, per cultura, reddito, stile di vita il dramma di una famiglia che non arriva alla fine del mese, o del ragazzo o della ragazza che non trovano uno straccio di lavoro che non sia sottopagato.
Ecco il punto, cosa avevano da dire di nuovo i progressisti alle grandi masse ormai abbandonate a se stesse?
Noi crediamo che la ricetta del Presidente USA nell'immediato sarà condivisa da tanta gente ben al di là dei confini americani, anche se alla lunga non funzionerà e sarà costretto a correggersi.
Che senso ha chiudere le frontiere a sette paesi islamici (piuttosto disgraziati escluso l’IRAN) e lasciarle aperte per altri che lo sanno tutti finanziano a man salva il terrorismo?
Oppure che ragione c’è di inimicarsi la quasi totalità del continente Americano?
Quale vantaggio nel medio periodo di tifare contro un’Europa che, se solo avesse un po’ più di coraggio, potrebbe sfidare l’economia americana sul piano della ricerca e degli investimenti?
Che significato può avere sfidare la Cina e le tigri asiatiche con misure protezionistiche?
Alla lunga tutto questo si paga, ma nell'immediato il popolo, la gente comune prova un’intima soddisfazione perché scorge qualcuno che finalmente pensa a loro. Insomma aver visto la Ford che rinuncia a un investimento in Messico per favorire il Michigan è un segnale che dovrebbe far pensare. Pubblicità per Trump ma soprattutto racconta di un mondo dove  si potrebbe fare qualcosa per impedire che le nostre aziende se ne vadano via.
I temi che Trump mette sul tappeto non sono dunque peregrini come certa intellighenzia vorrebbe far credere: il tema della sicurezza è una cavolata? I posti di lavoro che si volatilizzano non sono niente? Un ambientalismo senza costrutto è davvero un bene?  Che i diritti non possano sopravanzare i doveri è solo una disputa filosofica?
O la sinistra comincia a dare qualche risposta oppure di Trumpini ne vedremo fiorire parecchi e dopo saranno cavoli amari, per tutti. Anzi non per tutti, perché quelli che oggi pontificano dalle loro torri d’avorio,  un paracadute lo troveranno sempre.



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