Le reazioni ai provvedimenti di #Trump
in tema d’immigrazione, muri, oleodotti, diminuzione delle norme di tutela
ambientale, riduzione della protezione sanitaria per i poveri, protezionismo
economico, esorcismi contro l’Europa unita hanno comprensibilmente scatenato
una ridda di proteste.
Sospette, parecchio sospette (parliamo
delle proteste), quelle delle multinazionali di ogni tipo, le quali,
notoriamente prive di solidarietà, sono giustamente (dal loro punto di vista)
guidate dalla bussola degli affari.
Il loro malcontento non è generato dall'amore
per il genere umano ma dal fatto che con i divieti introdotti sarà più
difficile portare in in America cervellini da utilizzare per la ricerca (e
aumentare i profitti) o avere manodopera
a basso costo nei fast-food.
Resta il fatto che quei provvedimenti,
alcuni dei quali veramente inumani, sono rigettati in toto da chiese (non tutte
le confessioni in verità), professori di diritto, giornalisti, giudici e
ovviamente avversari politici. Ma siamo così scuri, questo è il punto, che
facciano così schifo alla maggioranza della gente?
Quando vediamo scendere in piazza centinaia
di migliaia di persone contro Trump ci viene spontaneo domandarsi dove cavolo
erano fino a oggi? Che cosa hanno fatto per impedire che diventasse presidente?
Certo l’alternativa presentata dai
democratici non era un granché, Hillary Clinton era sicuramente persona
preparata e intelligente ma ormai rappresentava tutto quello che la gente
normale non regge più.
L’epigona di una politica abbarbicata al
mercato globale, legata al mondo della finanza, all'universalismo dei diritti delle
minoranze che sopravanzano quelli della maggioranza, incapace di capire, per
cultura, reddito, stile di vita il dramma di una famiglia che non arriva alla
fine del mese, o del ragazzo o della ragazza che non trovano uno straccio di
lavoro che non sia sottopagato.
Ecco il punto, cosa avevano da dire di
nuovo i progressisti alle grandi masse ormai abbandonate a se stesse?
Noi crediamo che la ricetta del
Presidente USA nell'immediato sarà condivisa da tanta gente ben al di là dei
confini americani, anche se alla lunga non funzionerà e sarà costretto a
correggersi.
Che senso ha chiudere le frontiere a
sette paesi islamici (piuttosto disgraziati escluso l’IRAN) e lasciarle aperte
per altri che lo sanno tutti finanziano a man salva il terrorismo?
Oppure che ragione c’è di inimicarsi la
quasi totalità del continente Americano?
Quale vantaggio nel medio periodo di
tifare contro un’Europa che, se solo avesse un po’ più di coraggio, potrebbe
sfidare l’economia americana sul piano della ricerca e degli investimenti?
Che significato può avere sfidare la
Cina e le tigri asiatiche con misure protezionistiche?
Alla lunga tutto questo si paga, ma
nell'immediato il popolo, la gente comune prova un’intima soddisfazione perché scorge
qualcuno che finalmente pensa a loro. Insomma aver visto la Ford che rinuncia a
un investimento in Messico per favorire il Michigan è un segnale che dovrebbe
far pensare. Pubblicità per Trump ma soprattutto racconta di un mondo dove si potrebbe fare qualcosa per impedire che le
nostre aziende se ne vadano via.
I temi che Trump mette sul tappeto non
sono dunque peregrini come certa intellighenzia vorrebbe far credere: il tema
della sicurezza è una cavolata? I posti di lavoro che si volatilizzano non sono
niente? Un ambientalismo senza costrutto è davvero un bene? Che i diritti non possano sopravanzare i
doveri è solo una disputa filosofica?
O la sinistra comincia a dare qualche
risposta oppure di Trumpini ne vedremo fiorire parecchi e dopo saranno cavoli
amari, per tutti. Anzi non per tutti, perché quelli che oggi pontificano dalle
loro torri d’avorio, un paracadute lo
troveranno sempre.
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