Il principio di precauzione è corretto se applicato negli ambiti giusti.
Diventa invece una specie di scaricabarile se viene utilizzato per scansare le
responsabilità.
Se il principio di precauzione, che ha una sua dignità teorica, si
trasforma nel più prosaico “meglio avé' paura che buscarne”, allora si rischia la
paralisi. Specialmente se il “meglio avé' paura che buscarne” prende campo nella
sfera pubblica.
Un piccolo esempio: quasi tutti i sindaci della provincia hanno emesso
un’ordinanza per la chiusura delle scuole causa neve. Tuttavia non si capisce perché a Foiano le
scuole siano aperte e nei comuni limitrofi siano sbarrate. Oppure perché a Subbiano
si va a scuola e a Capolona no: non mi risulta che siano in emisferi diversi. A
rimetterci sono le famiglie che da un giorno all’altro si devono organizzare
per la cura e la custodia dei bambini.
Il dilemma è amletico: Sono previdenti quei sindaci che chiudono e gli
altri sono giocatori d’azzardo? Oppure sono eccessivamente timorosi quelli che emettono
ordinanze e cuori intrepidi quelli che non le fanno ? In ogni cosa ci vuole
misura, il problema è che in un mondo dove l’ annuncio di una nevicata diventa ipso facto una tempesta
artica ci si può aspettare di tutto. Qualunque sia il motivo questo non è il
sistema migliore per far bene le cose.
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