La
parola che mi viene in mente, quando penso al nostro centro storico, è “riabilitare”
nel significato di “renderlo di nuovo capace di svolgere determinate funzioni”.
Non si tratta di tornare indietro nel tempo, quando il centro storico era il “centro”
non solo geografico ma anche amministrativo, economico e politico della
comunità. Si tratta di inventarsi qualcosa di nuovo, per non perdere
definitivamente la memoria dei luoghi e la ricchezza di cultura, storia e tradizione
che i centri storici, in particolare quello di Castiglion Fiorentino, si
portano dietro.
Ci
sono zone della “città murata” che presentano un degrado incipiente nonostante
i residenti s’impegnino per mantenere il
decoro e l’ordine. Il problema nasce in gran parte dallo spopolamento, dalla
perdita di attività economica e dobbiamo dirlo, con un certo rammarico, dal
disinteresse e dallo scarso senso civico. Troppe volte si leggono dichiarazioni
rassegnate di politici o di amministratori, sull'impossibilità materiale di
fare qualcosa. Una resa inaccettabile perché molto può essere fatto, purché si
abbia in testa un progetto. Talvolta occorre andare per tentativi, attraverso
quelle che si chiamano congetture e confutazioni. Ci siamo accorti per esempio
che aiutare economicamente le attività serve a poco, se non c’è un programma per
riportare la gente dentro le mura. Così come ci siamo accorti che le politiche
degli eventi per quanto rappresentino un’iniezione di fiducia non sono la
soluzione. Un giorno puoi avere migliaia di persone ma per i restanti 364
giorni non hai nessuno. E c’è una differenza fondamentale tra avere le “luci
delle case accese e il divertimentificio senza controllo”.
In
questo senso occorrono riflessioni ragionate. Per esempio su quel che
potrebbero fare le università, comprese quelle straniere, con le loro attività
di ricerca. Oppure le imprese: quanti servizi non strettamente legati alla
produzione possono tornare o essere collocati dentro le mura? Penso alle
strutture di comunicazione, agli studi professionali, alle attività di servizio
a tutto quello che viene prima e dopo la produzione.
Non
possiamo però pretendere di avere tutto e subito, occorre andare per gradi: la
prima cosa è recuperare il decoro urbano, non esiste che intere zone siano abbandonate
a se stesse. Penso alla Badiola, a piazza S. Agostino, ai vicoli che fanno da
contorno alla parte alta del Corso Italia. La seconda operazione è lavorare su
incentivi mirati per il recupero funzionale dei fondi commerciali e
artigianali che oggi hanno le serrande abbassate. Un altro aspetto è la
rivisitazione delle aree a parcheggio e del transito dei veicoli. In ultimo
bisogna pesare a favorire la residenza anche con iniziative di edilizia
pubblica in specie per le giovani coppie e anziani. Dopo si può passare a un'altra
fase: per esempio il recupero della funzione scolastica, ci sono spazi
inutilizzati come l’ex ospedale che potrebbero essere riacquisti a questo
scopo . E’ un’ottima cosa l’idea di utilizzare la chiesa di S. Agostino per usi convegnistici ma non basta avere un grande spazio se
poi mancano le strutture di supporto che fanno da contorno all'aula principale.
Un'altra idea, mutuata da altre esperienze, è recuperare la vocazione artistica
e artigianale del paese. Si potrebbe pensare alla via S. Michele come una
strada dedicata a questo scopo. Agevolando con incentivi l’uso degli spazi commerciali
e offrendoli gratuitamente, almeno per qualche mese a chi vuole mettere in
piedi un laboratorio, una mostra, una piccola attività artigianale. In ultimo è
necessario rafforzare la rete museale. Castiglion Fiorentino aveva una vera e propria
rete costituita dal Museo archeologico, dalla Pinacoteca, dagli scavi sotterranei,
dal museo della Pieve, dalla Torre del Cassero, dalla Porta Etrusca. Oggi questo
tessuto si è arricchito di nuove collezioni sarebbe bello che il cuore del
paese ricominciasse a pulsare al ritmo della grande ricchezza culturale
ereditata dai secoli passati.
Tutto
questo non significa abbandonare le periferie, anzi vuol dire il contrario, perché
un centro stico vitale è volano per tutto il territorio. Castiglion Fiorentino
ha enormi possibilità occorre trovare la chiave giusta per aprire la porta di
un nuovo sviluppo.
Paolo Brandi
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