giovedì 17 maggio 2018

Discussioni da Bar: I PIFFERAI MAGICI E LE COLPE DEL PD


“Se non si comportano bene mandiamo a casa anche questi…” è stato il lapidario commento di una signora al bar mentre un uomo ben vestito leggeva ad alta voce i punti del contratto tra 5 stelle e Lega, ricavati dalla prima pagina di un giornale.
In quell’affermazione c’è un condensato di tutto quello che è accaduto negli ultimi anni di vita politica in Italia: la delusione palpabile per quelli che c’erano prima. La mobilità dell’elettorato, una persona che parla così in passato ha votato Berlusconi e poi il Pd e l’ultima volta forse i 5 stelle. Sempre con l’idea di cambiare in meglio.
Ma cos'è il meglio? Per quella signora il meglio, ne sono convinto, è fatto di cose semplici: sentirsi più sicura quando cammina per strada, non assistere alle ruberie, avere uno stipendio o una pensione dignitosi, una sanità che funziona, un posto di lavoro per il figlio. Cose normali in un paese normale.
E qui sta la colpa, l’immensa responsabilità di chi fino ad oggi ha governato: aver costretto quella signora e con lei milioni di altre persone, a seguire, più per disperazione che convinzione, i pifferai magici che promettono tutto e il contrario di tutto.

Perché lo capisce anche un bambino che non è possibile ridurre le tasse e dare il reddito di cittadinanza, chiedere alla BCE di rinunciare al debito con l’Italia e nel frattempo sostenere l’uscita dall’Euro.
A questo punto giacché, come io credo, tante promesse saranno mancate, toccherà a qualcun altro dare risposte ai bisogni di quella donna.

Toccherà al PD? Forse sì, ma occorre, da subito, un ravvedimento collettivo, cosa difficile in un partito che dopo aver preso schiaffi dagli elettori, continua imperterrito nella sua nemesi, litigando e dividendosi.
Ma almeno si litigasse per cose serie.
Almeno si litigasse sui valori, sui fondamenti, sui progetti, sui programmi.  No! Si litiga sui posizionamenti  in vista di un futuro congresso.
Per questo insisto nel dire che Renzi, attuale azionista di riferimento del Pd, deve dire quel che vuole ma devono anche dirlo i suoi oppositori. Io ne ho le tasche piene di battute inutili.
Per esempio, alcune cose sollevate nel contratto di governo non sono mica da buttare via: il tema di una riduzione delle tasse è reale ma non nei modi in cui è proposto. La flat-tax e una ingiustizia, perché non è la stessa cosa una aliquota unica per chi guadagna 1.000 euro o per chi guadagna un milione. Altra cosa sarebbe ridurre il costo del lavoro per cui un imprenditore paga, si fa per dire, 3.000 euro al mese per un dipendente ed al lavoratore vanno in tasca 1.200 euro scarsi. Così com'è giusto battersi contro i vitalizi e le pensioni d’oro, è immorale che ci siano pensioni da fame e altre che consentono vite da nababbi.
Insomma sul piano dell’equità la sinistra avrebbe molto da dire ma tace, convinta che in tempi di turbo-finanza trionfante Marchionne e i suoi operai (anche in questo caso si citano dei nomi per intenderci) siano la stessa cosa.
Così no sarebbe male interrogarsi per quale motivo il ragazzo del fast-food, che guadagna una miseria senza garanzie dovrebbe votare a sinistra, lo stesso si potrebbe dire per il giovane ricercatore costretto a emigrare all'estero. Perché dovrebbe votarla il professore che non ha più un ruolo sociale, oppure l’artigiano subissato d’imposte e burocrazia. Perché dovrebbe votarla la signora che la sera non può uscire di casa perché il quartiere è preda di spacciatori.  
Un elenco infinito d’ingiustizie alle quali è necessario dare risposta altrimenti vinceranno sempre i pifferai.   
Paolo Brandi

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