venerdì 30 marzo 2018

SANITÀ IN VALDICHIANA: “IL MEDICO PIETOSO FA LA PIAGA VERMINOSA”


“Il medico pietoso fa la piaga verminosa”, è finito il tempo delle mediazioni, dei convegni, delle senserie che non portano a niente. In sanità, e non solo lì, bisogna cominciare ad affrontare le cose per quello che sono.  
Qualcuno dirà che sono polemico. Può darsi, ma mi sono accorto che la diplomazia, quando cozza con i diritti della gente, si trasforma in colpevole omissione.
Come tanti altri ho letto il “grido di dolore” del sindaco Agnelli sulla mancanza di medici per il settore dell’emergenza.  Un grido giustificato.
Però rimango sempre con una domanda sulla punta della lingua: ma un sindaco ormai ha solo il potere di urlare al mondo la propria impotenza? Oppure ha il diritto/dovere di fare qualcosa di più?
Detto in altri termini è mai possibile, come sostiene Agnelli, che si vada avanti nella sanità e non solo in quella, a forza di promesse non mantenute?

Ancora in maniera più esplicita: è mai possibile che la conferenza dei sindaci, che in sanità, checché se ne dica, ha un grosso potere, non possa intervenire?
Con questo non intendi dire che i sindaci non facciano nulla, tutt'altro, forse fanno fin troppo. E allora gli intoppi dove sono?
Credo che il riassetto sanitario, insieme con alcune cose positive, abbia purtroppo prodotto un allontanamento dai territori. 
Ci sono troppi livelli decisionali, una burocrazia attorcigliata, un intreccio di competenze dove, per sbrogliarsi, serve il machete.

La burocrazia aumenta e il personale medico diminuisce a causa dei pensionamenti, così che, senza un progetto, la “burocrazia dal fiato corto”, ridistribuisce i medici nelle zone di “alta intensità” e zone come la nostra sono penalizzate.  
Risultato? Diminuiscono le attività ambulatoriali, aumentano i tempi di attesa e si sovraccarica il pronto soccorso.
Anche la rete ospedaliera ha avuto un bel cambiamento: l’ospedale di Fratta, nato con ben altre attese, è adesso dentro una rete insieme a Nottola e Abbadia San Salvatore, una rete dove Nottola è diventata la struttura principale. Su questo la politica non ha da dire niente?  E’ solo un fatto tecnico oppure quanto accade incide sulla vita delle persone? In questo caso il silenzio non è d’oro ma di lamiera perché di cose da affrontare ce ne sarebbero parecchie.
Pronto soccorso: in turno vi è sempre un solo medico, i consulenti specialisti nelle ore notturne e festive sono in reperibilità, l’anestesista nei giorni festivi e nelle ore notturne non è presente in ospedale, di notte e nei festivi anche i tecnici di radiologia sono in reperibilità. Parliamo pure del 118 ma su questo aspetto stendiamo un velo?
Vogliamo ragionare del day hospital? La Fratta, con la centralizzazione della chirurgia a Nottola, sarebbe dovuta diventare il punto di riferimento dell’intera area per la chirurgia ambulatoriale. Che fine ha fatto questa idea?
Per non parlare del progetto MO.DI.CA, “modulo di continuità assistenziale” che ancora non è funzionante.
Di urologia non dobbiamo parlare? E del depauperamento di ortopedia?
Tutto male dunque? No, ci sono anche servizi che funzionano bene, per esempio il reparto di medicina che da tantissime risposte alla popolazione anziana.
A fronte di questo la punta di eccellenza a La Fratta doveva essere la PMA (Procreazione Medicalmente Assistita). Ma è giusto caratterizzare la struttura della Valdichiana aretina esclusivamente come clinica per la PMA? Non è giusto, quella struttura andrebbe messa a servizio del territorio. Esiste un progetto, approvato nella conferenza dei sindaci, a cui era stata data la scadenza del marzo 2018. Si prevedeva l’utilizzo di spazi e tecnologie condivisi con la procreazione medicalmente assistita( PMA) per dare servizi alla nostra gente. Mi risulta che ancora sia tutto fermo.
E altre cose si potrebbero aggiungere. Il tempo corre ed è necessario assumersi ognuno le proprie responsabilità. In particolare la conferenza dei sindaci ha l’obbligo di verificare gli obiettivi e vigilare sui risultati. Il diritto alla salute dei cittadini della Valdichiana non è negoziabile. Anche perchè, se i cittadini non si sentono tutelati, non possiamo lamentarci se i demagoghi avanzano e schiacciano tutto come compressori.
A fronte di questa situazione i “gridi di dolore” servono solo a prendersi uno spazio sul giornale ma all'atto pratico hanno lo stesso effetto della “dolce Euchessina”.
Paolo Brandi 



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