“Il medico pietoso fa la piaga
verminosa”, è finito il tempo delle mediazioni, dei convegni, delle senserie che
non portano a niente. In sanità, e non solo lì, bisogna cominciare ad affrontare
le cose per quello che sono.
Qualcuno dirà che sono polemico. Può
darsi, ma mi sono accorto che la diplomazia, quando cozza con i diritti della
gente, si trasforma in colpevole omissione.
Come tanti altri ho letto il “grido di
dolore” del sindaco Agnelli sulla mancanza di medici per il settore dell’emergenza.
Un grido giustificato.
Però rimango sempre con una domanda
sulla punta della lingua: ma un sindaco ormai ha solo il potere di urlare al
mondo la propria impotenza? Oppure ha il diritto/dovere di fare qualcosa di
più?
Detto in altri termini è mai possibile,
come sostiene Agnelli, che si vada avanti nella sanità e non solo in quella, a
forza di promesse non mantenute?
Ancora in maniera più esplicita: è mai
possibile che la conferenza dei sindaci, che in sanità, checché se ne dica, ha
un grosso potere, non possa intervenire?
Con questo non intendi dire che i sindaci
non facciano nulla, tutt'altro, forse fanno fin troppo. E allora gli intoppi
dove sono?
Credo che il riassetto sanitario,
insieme con alcune cose positive, abbia purtroppo prodotto un allontanamento dai
territori.
Ci sono troppi livelli decisionali, una
burocrazia attorcigliata, un intreccio di competenze dove, per sbrogliarsi, serve
il machete.
La burocrazia aumenta e il personale
medico diminuisce a causa dei pensionamenti, così che, senza un progetto, la “burocrazia
dal fiato corto”, ridistribuisce i medici nelle zone di “alta intensità” e zone
come la nostra sono penalizzate.
Risultato? Diminuiscono le attività
ambulatoriali, aumentano i tempi di attesa e si sovraccarica il pronto
soccorso.
Anche la rete ospedaliera ha avuto un
bel cambiamento: l’ospedale di Fratta, nato con ben altre attese, è adesso dentro
una rete insieme a Nottola e Abbadia San Salvatore, una rete dove Nottola è
diventata la struttura principale. Su questo la politica non ha da dire
niente? E’ solo un fatto tecnico oppure quanto
accade incide sulla vita delle persone? In questo caso il silenzio non è d’oro
ma di lamiera perché di cose da affrontare ce ne sarebbero parecchie.
Pronto soccorso: in turno vi è sempre
un solo medico, i consulenti specialisti nelle ore notturne e festive sono in
reperibilità, l’anestesista nei giorni festivi e nelle ore notturne non è
presente in ospedale, di notte e nei festivi anche i tecnici di radiologia sono
in reperibilità. Parliamo pure del 118 ma su questo aspetto stendiamo un velo?
Vogliamo ragionare del day hospital? La
Fratta, con la centralizzazione della chirurgia a Nottola, sarebbe dovuta
diventare il punto di riferimento dell’intera area per la chirurgia
ambulatoriale. Che fine ha fatto questa idea?
Per non parlare del progetto MO.DI.CA,
“modulo di continuità assistenziale” che ancora non è funzionante.
Di urologia non dobbiamo parlare? E del
depauperamento di ortopedia?
Tutto male dunque? No, ci sono anche servizi
che funzionano bene, per esempio il reparto di medicina che da tantissime
risposte alla popolazione anziana.
A fronte di questo la punta di
eccellenza a La Fratta doveva essere la PMA (Procreazione Medicalmente
Assistita). Ma è giusto caratterizzare la struttura della Valdichiana aretina esclusivamente
come clinica per la PMA? Non è giusto, quella struttura andrebbe messa a servizio
del territorio. Esiste un progetto, approvato nella conferenza dei sindaci, a
cui era stata data la scadenza del marzo 2018. Si prevedeva l’utilizzo di spazi
e tecnologie condivisi con la procreazione medicalmente assistita( PMA) per dare
servizi alla nostra gente. Mi risulta che ancora sia tutto fermo.
E altre cose si potrebbero aggiungere.
Il tempo corre ed è necessario assumersi ognuno le proprie responsabilità. In
particolare la conferenza dei sindaci ha l’obbligo di verificare gli obiettivi
e vigilare sui risultati. Il diritto alla salute dei cittadini della Valdichiana
non è negoziabile. Anche perchè, se i cittadini non si sentono tutelati, non possiamo lamentarci se i demagoghi avanzano e schiacciano tutto come compressori.
A fronte di questa situazione i “gridi
di dolore” servono solo a prendersi uno spazio sul giornale ma all'atto pratico
hanno lo stesso effetto della “dolce Euchessina”.
Paolo Brandi
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