Un sondaggio, ma forse sarebbe meglio chiamarlo monitoraggio, visto
che non ha pretese di scientificità, tra un campione di castiglionesi ha fatto
emergere dei dati che poco si discostano da quelli emersi a livello nazionale.
Alla domanda quali fossero gli argomenti da affrontare nel nostro territorio
le risposte sono state:
Lavoro e sviluppo 41%; Tassazione locale e costo dei servizi 17%; Immigrazione
14%; Politiche sociali 14%
Sicurezza 7%. Il resto, pochi spiccioli, è diviso tra cultura,
manutenzioni, centro storico e frazioni.
Pur piangendomi il cuore per il fatto che le politiche culturali
arrivino agli ultimi posti devo riconoscere, con soddisfazione, che nonostante
la frivolezza dell’attuale fase politico-amministrativa, tornino alla ribalta i
problemi veri, quelli da cui non si può
svicolare con quattro chiacchiere.
Ed è giusto che sia così, la gente normale non è granché interessata
al make-up, vuole cose concrete, pretende che la politica risolva i problemi e
non li scansi come fossero escrementi di cane.
Quando su scala nazionale la disoccupazione giovanile è intorno al 40%
e Castiglioni non è sulla luna, quando le fabbriche del territorio (non tutte
in verità ma parecchie si) hanno licenziato intere generazioni di lavoratori,
quando nel pubblico impiego non si assume, quando l’edilizia stenta e sappiamo
che era un motore economico, quando alle mirabolanti promesse di centinaia di
posti di lavoro non corrispondono i fatti. Quando insomma il futuro appare incerto
è giusto che la nostra gente chieda la cosa più semplice del mondo: un lavoro
che garantisca una vita dignitosa.
E quando c’è crisi è altrettanto comprensibile che ci si arrabbi con
le tasse, in specie quelle locali che persistono ai massimi livelli nonostante
la fine del dissesto. Un mistero glorioso che tanti maghi della finanza non
sono stati in grado di spiegare.
Così com’è logico che quando la torta da dividere è più piccola si
guardi con sospetto agli immigrati, il razzismo non c’entra niente. La verità è
che alla fine il palloncino troppo pieno scoppia.
Così com’è normale che ci sia preoccupazione per i servizi sociali e
sanitari in una popolazione che invecchia. Castiglioni non solo invecchia ma diminuisce
i residenti. E mi preoccupo se qualche amministratore, dopo aver perso qualche
centinaio di residenti, si dica contento perché “tanto erano tutti stranieri”,
senza rendersi conto che nel gruppo ci sono e c’erano ragazzi castiglionesi col
cervello e con la voglia di fare costretti ad andarsene quando invece, nemmeno
tanti anni fa, la gente veniva da fuori
a lavorare da noi. Si possono riprodurre
quei tempi felici? Forse no, quello che so è che non si può rimanere inerti,
sperando che alla fine un colpo di fortuna o qualche evento imprevisto cambi il
corso della storia.
Ecco allora che quel sondaggio, per quanto poco tecnico, ci suggerisce
da che parte andare.
Di queste cose mi sarebbe piaciuto ragionare con il Sindaco però lui
dice di no. Ma la storia non finisce qui.
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