giovedì 11 maggio 2017

IL NULLA UMANO. IL NUOVO ROMANZO DI STEFANO MILIGHETTI

“Il nulla umano” di Stefano Milighetti, 0111 edizioni è la seconda opera di questo giovane autore. Un libro che arriva circa un anno dopo la pubblicazione di “Anima nera” il suo romanzo di esordio.  
Ma mentre “Anima nera” ti arriva come un pugno nello stomaco, “il nulla umano” ti scava dentro come un punteruolo e ti costringe a leggere almeno due volte le sue pagine. Non perché sia ermetico ma perché prestandosi a una doppia chiave di lettura, richiede un supplemento d’indagine.
Sia chiaro il nulla umano di cui parla l’autore, non ha nulla di filosofico, non è per intendersi, l’essere e il nulla di Sartre, è qualcosa di corposo come lo sono gli spigoli dell’esistenza.
Per questo va esplorato in due volte: la prima per conoscere, quella successiva per evitare di sbattere la testa su quegli angoli acuti.
E quando la seconda volta riprendi in mano il libro, ti si apre sotto i piedi un abisso dove precipiti a capo fitto in un crescendo di tensione.
Al primo impatto la sensazione che abbiamo avuto è stata quella che prova il viaggiatore di un treno notturno che dal finestrino osserva le case lungo la linea ferrata.
A ogni finestra corrisponde uno sprazzo di vita.
Così sono i capitoli del “nulla umano”, si aprono come finestre su vite diverse: Serena, Monica, Samantha, David e sulla voce narrante che le tiene insieme come un filo di Arianna.  

Solo alla fine, quando hai esaurito tutte le ipotesi, capisci che quella voce non appartiene a nessuno dei protagonisti o meglio appartiene all'unico vero protagonista del romanzo: l’odio.
Un odio sordo, implacabile, del color della notte senza luna.

E ti ritrovi a nuotare in un mare d’inchiostro, lo stesso in cui si trova immerso chi cade senza possibilità di scampo nel pozzo della disperazione.
Quell'odio non è, però, senza motivo, non è, come potrebbe pensare il lettore frettoloso, il frutto malato della pazzia.  
E’ invece un sentimento intimamente razionale, è l’odio esistenziale per tutto quello che appare e non è, per quello che vorrebbe essere e non è stato, per quello che sei e non vorresti essere.
Il libro è stato inserito dall'editore nella categoria horror, e, in effetti, ci sono passi di orrore puro ma c’è un qualcosa d’altro che va ben oltre la paura.
C’è il frantumarsi di esistenze martoriate, ci sono spezzoni di vite perdute che fanno da sfondo a panorami quotidiani, c’è l’effimero che diventa sostanza e corrode come acido muriatico la realtà delle persone, c’è la ribellione contro le leggi “innaturali” di quest’occidente malato di bellezza a tutti i costi, dove la morte scompare, la bruttezza non è ammessa e per ogni cosa esiste una pastiglia colorata.
Un occidente inteso come cultura e non come spazio geografico, un non luogo dove internet ha occupato il posto della vita reale. E niente ci toglie dalla testa che lo specchio, dove a un certo punto Serena rimane imprigionata, non sia lo specchio della strega cattiva ma il video luccicante di un PC.
E’ un romanzo da leggere con calma, che consigliamo per le notti di novilunio quando il buio è più totale e da quell'oscurità liquida possono affiorare un sacco di cose: belle e brutte. A voi la scelta.


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