Il modo in cui le
persone selezionano le informazioni dovrebbe porre seri quesiti a chi, nel
rapporto con l’opinione pubblica, trova la sua ragione di esistere. Ci riferiamo
in primo luogo ai partiti politici che per quanto bistrattati, malmessi e ridotti
a simulacri si nutrono di consenso, e il consenso passa attraverso il
convincimento e quest’ultimo si struttura tramite quella che alcuni definiscono
“opinione diffusa”. Insomma le battaglie politiche prima ancora che nei luoghi
deputati, in parlamento, nei consigli regionali e comunali si combattono e si
vincono sul piano dell’informazione.
Per esempio a Castiglion
Fiorentino la “battaglia dell’aglione” desta più interesse del dibattito sulle
“aree di crisi industriale” e sul destino dell’area ex SADAM. Castiglioni non è
un’eccezione, basta leggere un po’ di cronache per capire che la qualità della discussione
ormai vola all'altezza del famoso “uccello padulo”.
Bisogna prenderne
atto, senza però arrendersi alla banalità che converte tutto in barzelletta,
perché poi alla fine le cose serie presentano sempre il conto.
Per esempio una
notizia che è passata sotto traccia è il comunicato del Comune di Castiglion
Fiorentino sulla quotazione in borsa della società ESTRA e sulla ventilata
fusione COINGAS-ESTRA.
Il comunicato dice “L'appoggio
del comune di Castiglion Fiorentino alle scelte strategiche del Comune
Capoluogo (Arezzo ndr) sulle partecipate non è né scontato né tanto meno
automatico”.
In sintesi si dichiara
il proprio accordo sull'ingresso di ESTRA in borsa mentre sul secondo punto “è
necessaria una condivisione politico-amministrativa di certe operazioni senza
le quali il comune di Castiglion Fiorentino non potrà dare il suo
consenso”.
Tradotto dal
politichese, il comune di Castiglioni dice a quello di Arezzo “o ci si mette
d’accordo (su cosa?) oppure noi col piffero che daremo il nostro benestare”.
Il fatto singolare è
che si polemizza sopra un argomento che non ha un briciolo di valore e di sostanza,
quasi che in quel di Castiglioni si cerchi un pretesto per distinguersi da
Arezzo.
La fusione tra Coingas
e Aisa avrebbe, infatti, avuto un senso vent'anni fa, magari mettendo sul
piatto anche il servizio idrico per costruire una multiservizi in grado di
competere sul piano regionale e nazionale. A quei tempi sarebbe stata un’azienda
concorrenziale perché non dimentichiamo che Arezzo, grazie alla lungimiranza di
un sindaco che si chiamava Ducci, era all'epoca uno dei pochi capoluoghi dotato
di un impianto di smaltimento dei rifiuti. Allo stesso modo Coingas, in virtù
della perspicacia del presidente Polverini e dei suoi successori (gente che
veniva dalla politica ma in possesso dei giusti attributi) aveva esteso la
metanizzazione a quasi tutti i comuni della provincia.
Allora fu un’occasione
persa ma oggi che senso ha proporre la fusione di due scatoloni vuoti? Così
vuoti che anche il comune di Arezzo, dopo l’annuncio, pare essersi raffreddato.
E allora perché Agnelli alza la voce?
Qui la lettura che ne
danno gli esegeti della politica aretina è abbastanza univoca. E’ in corso una
sottile competizione tra il sindaco di Castiglioni e quello di Arezzo. La posta
in palio è una sorta di egemonia politica che potrebbe perfino culminare in una
possibile candidatura al parlamento.
In effetti, si confrontano
due modi di essere e di fare politica assai diversi.
Da una parte
l’esuberanza post-populista di Agnelli che non perde occasione per intervenire
su tutto: unioni gay, immigrati, crocifissi, banche, terremoti, premi letterari,
calcio e corse podistiche, abbracci a Salvini e baci a Max Cipollino. Con una sovraesposizione
mediatica che fa impallidire gli altri sindaci della Valdichiana. I quali, a
quanto si racconta, ridono come matti di questo “superomismo agnelliano” senza rendersi
conto che il primo cittadino di Castiglioni li sta asfaltando non solo sul piano
dell’immagine ma anche su quello della politica.
Dall'altra parte
abbiamo il Sindaco di Arezzo, uomo misurato, professionale, che non alza mai i
toni e, grazie anche a una fitta rete di rapporti che vanno al di là dell’ appartenenza
di partito, guida con mano leggera e senza
pigiare sull'acceleratore la città di Arezzo.
Insomma la fusione
Coingas- Aisa per alcuni è solo una scusa, il succo è chi guiderà la destra
aretina nei prossimi anni, magari prenotando un posto nel vagone che porta a
Roma. Sarà interessante vedere come andrà a finire.
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