giovedì 2 febbraio 2017

PD: ORFINI, CAPILISTA BLOCCATI E CIUCCI AL POTERE. Una piccola proposta.

Finché Orfini parla, abbiamo diritto di commentare e siccome ogni giorno ne dice una è giocoforza ragionarci sopra perché da Presidente del PD dovrebbe, con le sue esternazioni, essere garante di autenticità.
L’ultima è di una limpidezza cristallina. Infatti, dopo aver avviato un percorso di modifica della legge elettorale con due forze politiche note per la loro affidabilità: Lega e Movimento 5 stelle, pare sia nato subito un problema. E cioè che Grillo e o suoi non vogliono i capilista bloccati.
Cosa risponde il Presidente del PD?
 “Beppe Grillo non vuole i capilista bloccati? Allora fa finta, non è vero che vuole andare a votare subito”.
Quindi, almeno per una parte del PD la questione dei capilista scelti dal partito diventa decisiva per l’approvazione di una legge elettorale. Pazzesco. Siamo difronte a una situazione dove il mondo cambia, l’economia non decolla, la disoccupazione giovanile aumenta, l’insicurezza cresce e ci si preoccupa di 100 capilista bloccati?
Che piccolezza, che meschinità. I capilista bloccati sarebbero davvero il “pons asinorum”, cioè un ostacolo insormontabile?

Per fortuna Orfini & C. erano nati per combattere le vecchie canaglie appiccicate col vinavil alle poltrone.  Non prendiamoci in giro, è evidente che la scelta dei capilista da parte del partito significa un chiaro marchio di fabbrica della maggioranza sulle nomine. Legittimo, sia chiaro. Lo diventa un po’ meno dopo che la sconfitta alle amministrative e al referendum richiederebbe una pur minima riflessione politica per capire per davvero se l’attuale maggioranza ha ancora il diritto di vita o di morte  sulla quasi totalità della maggioranza del futuro gruppo parlamentare PD.

Però come sempre avviene ogni medaglia ha il suo rovescio. Siccome si racconta che Orfini e tanti altri capi e capetti faranno parte della cordata dei garantiti, il metodo per smentire questa malignità esiste. Ammesso che questa faccenda delle candidature bloccate sia davvero dirimente per i destini della democrazia italiana, cosa che non crediamo, la nostra proposta è che quei cento posti vadano non ai tanti “yesmen” che abbondano nel PD ma a personalità di spiccata capacità, cultura, intelligenza, sensibilità. Persone che si sono distinte nei campi del volontariato, della scienza, dell’economia, delle lettere. Insomma tutta quella gente che Renzi evoca quando dice che bisogna ricostruire un rapporto tra cultura e politica. Perché sembra aver capito che senza un’idea di fondo non si va da nessuna parte.
E per gli altri? Per gli altri ci sono le primarie che stabiliranno chi deve andare in lista e poi il vaglio delle preferenze, così vedremo finalmente tanta gente “guadagnarsi il pane col sudore della fronte”.
Vedremo finalmente i deputati tornare nei territori, i presidenti di regione fare i presidenti di regione, i sindaci fare i sindaci, ripristinando quel minimo di rapporti istituzionali e politici che in questa grande confusione sembrano spariti, sovrapposti, incancreniti.
Questa sarebbe un bel segnale. Ma non sperateci troppo, i capilista saranno scelti non con i criteri che si applicavano nell'antica Cina dei Ming, dove anche il più povero poteva aspirare, per capacità e studio, di arrivare in cima alla piramide. Qui più si è “ciucci” più si fa carriera.



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