C’eravamo riproposti di parlare il minimo
indispensabile di questioni locali, francamente delle baruffe in Consiglio
Comunale, ancorché offerte in streaming, o delle facezie, più o meno
intelligenti, che trapelano dalle interviste ne facciamo volentieri a meno.
Non per supponenza ma perché altri,
per ruolo politico e istituzionale, sarebbero più di noi deputati a farlo.
In questo momento ci piace molto di
più il posto in platea e proprio perché semplici spettatori ci concediamo il
lusso di valutare la rappresentazione e, se qualcuno si offende per i nostri
appunti, ci duole ma non possiamo farci niente.
Dal punto dove siamo seduti appare, ma
può essere un problema di prospettiva, che a Castiglioni il ruolo dell’opposizione
sia relegato ai margini e questo non per l’impegno dei Consiglieri che, ne
siamo convinti, ce la mettono tutta, ma perché la politica, anche quella
locale, ha cambiato pelle, dimensione, ruolo, impostazione.
Non si gioca più nell'austera aula del
Consiglio Comunale, da qualche tempo trasformata, come disse qualcuno “in
bivacco per i miei manipoli”, ma nei comunicati stampa, nelle immagini che rimbalzano
dai social, nel presenzialismo esasperato fino al parossismo, nella battuta o,
se preferite, nella cazzata assurta a verità, tanto chi va a verificare? Di
notte tutte le vacche sono bigie.
La gente comune presa da problemi ben
più pressanti fa un ragionamento facile, facile: ”Vi ho votato, fate il vostro
dovere, poi alla fine giudicherò”.
Nel mezzo non ci sta niente. O meglio qualcosa
c’è: c’è un’ informazione che si limita a registrare quello che accade, ci sono
partiti ridotti a comitati elettorali, c’è una crisi che non lascia scampo, e
la gente più sensibile riempie il vuoto con l’associazionismo, il volontariato
e una miriade di interessi che mai avevano trovato albergo dalle nostre parti.
Come se ne esce? Parecchio male, perché
poi alla fine non è vero che il PD, (tanto per citare il maggior partito di
opposizione) non dica niente. Il problema è quello che appare, quello che entra
nel cuore e nel cervello delle persone. Questione di metodo certamente, nel
senso che i canali dell’informazione vanno rivisitati, ma è anche questione di
sostanza, diciamolo chiaro, dopo gli sputtanamenti (tutti interni) degli anni
passati è molto, molto difficile recuperare a breve credibilità e decoro.
E’ un percorso accidentato, pieno d’insidie,
una specie di pista da ciclocross dove si lotta nel fango ma che va fatto, perché
è davvero incredibile che un partito che alle politiche veleggia ben sopra il
30%, il riferimento è sempre al PD, in sede locale non riesca a trovare un
minimo comune denominatore. Peggio, si fa ogni sforzo possibile, per acuire le tensioni,
inventarsi gruppi e gruppetti, circoli, associazioni, ritrovi carbonari che non
servono a un tubo se non per dire “io c’era, io ci sono». C’eri sì, ma per far
cosa?
Continuando così gli unici a godere
saranno quelli che con intelligenza, tempistica, acume e anche un pizzico di spregiudicatezza,
che non guasta, hanno vinto un bel tappone di montagna che mai, in tempi
normali, si sarebbero sognati di scavallare.
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