giovedì 1 dicembre 2016

REFERENDUM I SONDAGGI CLANDESTINI

La storia dei sondaggi clandestini, sui possibili esiti del referendum, ricordiamo che in questo periodo sono vietati i sondaggi sulle intenzioni di voto per la consultazione del 4 dicembre, sta diventando una specie di mania, nonostante l’attendibilità “scientifica” di questi numeri sia tutta da provare
Però, in un momento in cui sembra che si prepari Armageddon, cioè la battaglia finale tra il bene e il male, i termini usati e i nomi inventati quantomeno ci fanno divertire.
Si va dal Conclave, con un’improbabile gara tra San NOrberto e San SIsto che vede il primo in vantaggio di 4 punti, alle classifiche calcistiche che vedono un allungo del NOvara sul SIena di quasi 8 punti, gli analisti che si occupano di automobili invece fanno sapere che il 53,5% è favorevole all’original board (corrispondente al No alle modifiche) mentre per il new board  “tifano” il 46,5%.

Un indicatore più interessante potrebbero essere le quote che, nella patria delle scommesse, cioè l’Inghilterra, si riservano al referendum italiano.
I bookmaker britannici, sembrano convinti  della vittoria del No. Per i quotisti di Ladbrokes.com la vittoria dei contrari alla riforma del Governo Renzi è a 1,29. Il successo del Sì si gioca invece a 3,50.
Per farsi un’idea, nei giorni precedenti il voto americano la vittoria di Hillary Clinton si giocava a 1,15 mentre quella di Trump era in lavagna a 4,40.
Questo per dire che non sempre le agenzie di scommesse ci indovinano.

In questo senso, a nostro avviso, sono molto più interessanti i dati che arrivano dagli studi fatti sui social dove il No è praticamente alla pari con il SI. Guarda caso questo tipo di ricerche erano le uniche che davano Trump in vantaggio sulla Clinton.
In ogni caso, al di là dell’esito, per il dopo voto l’incertezza è palpabile. Sia in caso di vittoria del NO che di quella del SI.
Noi confidiamo in un sussulto di saggezza, qualunque sia il risultato finale. Per esempio in caso di vittoria del NO sarebbe un errore se nel PD si aprisse un processo a Renzi nell'ottica di un fantomatico ricambio, di cui oggi francamente non vediamo le condizioni. Le cose vanno dette chiare: nel fronte eterogeneo che dentro al PD si oppone all'attuale Segretario non ci pare che emergano figure in grado di poter competere.  Allo stesso modo contiamo che, in caso di vittoria del SI, Renzi non metta in pratica la sua minaccia di utilizzare l’accetta. La mannaia per fare cosa? Per segare i rami secchi potrebbe dire qualcuno, d’accordo ma quei rami così secchi non sono e, in ogni caso, per quanto artritici sono indispensabili per una eventuale affermazione del PD alle prossime elezioni. Insomma un bel busillis. La cosa migliore da fare sarebbe mettere un tappo in bocca ai tanti ultras che abbondano in un campo e nell'altro e ritrovare le ragioni dello stare insieme in una forza riformista.
Se poi la scelta è di buttare tutto a carte quarantotto prepariamoci ad anni duri. 


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