La storia dei sondaggi clandestini,
sui possibili esiti del referendum, ricordiamo che in questo periodo sono
vietati i sondaggi sulle intenzioni di voto per la consultazione del 4 dicembre,
sta diventando una specie di mania, nonostante l’attendibilità “scientifica” di
questi numeri sia tutta da provare
Però, in un momento in cui sembra che
si prepari Armageddon, cioè la battaglia finale tra il bene e il male, i
termini usati e i nomi inventati quantomeno ci fanno divertire.
Si va dal Conclave, con un’improbabile
gara tra San NOrberto e San SIsto che vede il primo in vantaggio di 4 punti,
alle classifiche calcistiche che vedono un allungo del NOvara sul SIena di
quasi 8 punti, gli analisti che si occupano di automobili invece fanno sapere
che il 53,5% è favorevole all’original board (corrispondente al No alle
modifiche) mentre per il new board “tifano”
il 46,5%.
Un indicatore più interessante potrebbero
essere le quote che, nella patria delle scommesse, cioè l’Inghilterra, si
riservano al referendum italiano.
I bookmaker britannici, sembrano
convinti della vittoria del No. Per i
quotisti di Ladbrokes.com la vittoria dei contrari alla riforma del Governo
Renzi è a 1,29. Il successo del Sì si gioca invece a 3,50.
Per farsi un’idea, nei giorni
precedenti il voto americano la vittoria di Hillary Clinton si giocava a 1,15
mentre quella di Trump era in lavagna a 4,40.
Questo per dire che non sempre le
agenzie di scommesse ci indovinano.
In questo senso, a nostro avviso, sono
molto più interessanti i dati che arrivano dagli studi fatti sui social dove il
No è praticamente alla pari con il SI. Guarda caso questo tipo di ricerche erano
le uniche che davano Trump in vantaggio sulla Clinton.
In ogni caso, al di là dell’esito, per
il dopo voto l’incertezza è palpabile. Sia in caso di vittoria del NO che di
quella del SI.
Noi confidiamo in un sussulto di saggezza,
qualunque sia il risultato finale. Per esempio in caso di vittoria del NO
sarebbe un errore se nel PD si aprisse un processo a Renzi nell'ottica di un fantomatico
ricambio, di cui oggi francamente non vediamo le condizioni. Le cose vanno
dette chiare: nel fronte eterogeneo che dentro al PD si oppone all'attuale Segretario
non ci pare che emergano figure in grado di poter competere. Allo stesso modo contiamo che, in caso di vittoria
del SI, Renzi non metta in pratica la sua minaccia di utilizzare l’accetta. La
mannaia per fare cosa? Per segare i rami secchi potrebbe dire qualcuno, d’accordo
ma quei rami così secchi non sono e, in ogni caso, per quanto artritici sono
indispensabili per una eventuale affermazione del PD alle prossime elezioni.
Insomma un bel busillis. La cosa migliore da fare sarebbe mettere un tappo in
bocca ai tanti ultras che abbondano in un campo e nell'altro e ritrovare le
ragioni dello stare insieme in una forza riformista.
Se poi la scelta è di buttare tutto a
carte quarantotto prepariamoci ad anni duri.
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