Il
segretario del PD della Toscana Parrini, in un’intervista ha detto che “La priorità
oggi è costruire un nuovo riformismo capace di coniugare in modo innovativo ed
efficace spinta agli investimenti e lotta alle disuguaglianze”, e poco sotto ha
affermato che le posizioni del Presidente Rossi sono roba da anni settanta.
Il
dibattito in se non è peregrino, perché obbliga a riflettere su di un fatto, e
cioè che un partito senza ideologia (bruttissima parola ma a oggi non esistono sinonimi
altrettanto forti) non va da nessuna parte.
Concordiamo
con Parrini che ci voglia un nuovo riformismo, ma qualcuno deve avere la
compiacenza di dirci di cosa si parla, altrimenti trattasi solo di flatus vocis o peggio ancora del suono
emesso dal diavolo Barbariccia che, come dice il sommo poeta, “avea del cul
fatto trombetta”.
La
gente è stanca di giri di parole, girigogoli che servono a giustificare il
niente, cioè il vuoto d’idee. Può darsi che suggerire oggi un’ipotesi socialista
sia fuori dal mondo ma in alternativa cosa si propone?
Forse
un raffazzonato assemblaggio di parole d’ordine che alla fine tendono tutte,
nessuna esclusa, a perpetuare l’esistente?
Eppure
le cose non sono così difficili.
Esiste
un problema di diseguaglianze? Si, allora come si affronta?
Esiste
un problema ambientale? Si, allora come si affronta.
Esiste
un problema di lavoro e sviluppo? Si e allora come si affronta?
Un
partito ha il dovere di dire cosa pensa, altrimenti diventa davvero difficile perfino
dividersi.
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