Il Segretario provinciale del #Pd fa
bene a protestare contro gli episodi d’inciviltà che hanno colpito la sede
provinciale del partito: manifesti strappati, lancio di fumogeni e volantini
appiccicati sul portone. Tutto questo nel corso dell’ennesima manifestazione
contro i decreti salva-banche. In verità, se fossimo tra i risparmiatori
aretini, anche noi saremmo incazzati per la palese discriminazione tra i clienti
di #Banca Etruria e quelli del Monte dei Paschi. Due pesi e due misure non
vanno bene, ancorché le situazioni siano diverse. La verità, come hanno fatto rilevare
commentatori ben più autorevoli di noi è che nella vicenda #Monte dei Paschi è
stato fatto un bel regalo di Natale ai detentori di obbligazioni subordinate di
quell'istituto. Con il rischio concreto di premiare chi ha acquistato le
obbligazioni sul mercato secondario nei mesi scorsi, sfruttando la disperazione
dei piccoli risparmiatori o peggio premiando i gestori degli hedge fund che
questa estate hanno fatto razzia di titoli subordinati di Mps, nonostante l’investimento
apparisse privo di ogni fondamento logico.
Insomma si ricompensano i #furbetti,
ma il problema, almeno per il PD aretino è un altro.
Ed è quello di non essere stati chiari
sulla vicenda di banca Etruria, per cui questa banca dai giornali nazionali, un
po’ meno da quelli locali che conoscono i fatti, è stata catalogata come una
banca “rossa”. Ma quando mai? Basta vedere le scelte portate avanti nel corso
del tempo per capire come questa banca con il variegato mondo della economia
che gravita intorno alla sinistra c’entra come il cavolo a merenda.
Però il PD su questa vicenda si è
mosso male.
All'inizio qualcuno ha fatto squillare le trombe sul piano di salvataggio
della banca, salvo poi rendersi conto che forse le cose stavano in maniera diversa
ed ha fatto retromarcia. Non ha certamente fatto bene che il padre delle Ministra
Boschi fosse vicepresidente. Non siamo tra quelli che dicono che le colpe dei
padri debbano ricadere sui figli, però il segnale per la gente non era di più
belli.
Per questo il PD avrebbe dovuto fare della
faccenda della Banca l’oggetto di un chiarimento pubblico, sfidando le proteste
ed accettando le critiche. A dire il vero il segretario di federazione in più
di un’occasione ci ha provato, ma sembrava una voce nel deserto. Qui dovevano
venire i grossi calibri a dire come stavano le cose, ci volevano incontri in
giro per la provincia e alla fine era necessario, non da parte della federazione
di Arezzo ma del regionale e dei parlamentari un impegno preciso per risolvere
i problemi dei risparmiatori. Invece si è pensato che alla fine le cose tornassero a posto da sole. Ma quando ci sono di mezzo i soldi le cose non si
risolvono mai da sole. Questa faccenda
nel bene o nel male il PD se la trascinerà dietro nel tempo, non tanto per il
peso politico che possono avere i risparmiatori di banca Etruria ma per l’opinione
negativa che si è creata intorno al PD. E alla fine queste vicende si pagano.
Si pagano in termini elettorali (cosa in parte già avvenuta) e si pagano in termini
di credibilità.
In questo senso non ci meravigliano i
fumogeni alla sede del PD, a esser onesti i fumogeni andavano distribuiti in maniera
equanime tra tutte le forze politiche, visto che anche tra i partiti che oggi
sostengono la protesa ci sono coloro che in parlamento hanno votato i provvedimenti europei sul salva banche.
Però poiché è il Pd a essere messo nel mirino è bene che questo partito batta
un colpo, un colpo di quelli forti, incazzandosi se strappano i manifesti ma
incazzandosi ancora di più se si stratta di difendere una norma fondamentale
del diritto, e cioè che tutti i cittadini
sono uguali davanti alla legge.
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