mercoledì 23 novembre 2016

PUNITO IL VENDITORE DI MERENDINE

In una scuola di Moncalieri (TO), un alunno è stato sospeso perché vendeva snack e merendine ai compagni di studi. In questa sua attività il ragazzo ha mostrato una notevole capacità imprenditoriale, infatti, sondava i prezzi migliori nei supermercati, e attraverso Whatsapp monitorava i gusti della clientela. Tanto per fare un esempio, il giovane imprenditore pagava gli snack 30 centesimi, li rivendeva a 50 mentre al distributore automatico della scuola costavano un euro. Margini minimi ma tutti erano contenti.

Tutti meno che le autorità, perché essere troppo intraprendenti, può diventare un rogna perché, come spiega il preside della scuola, “è un problema di legalità. La scuola, insieme ai saperi, alle conoscenze, alle abilità, deve anche insegnare a questi ragazzi a essere cittadini e dunque a rispettare le legge”».
Noi siamo rispettosi della legge, però, francamente, non ce la sentiamo di condannare un ragazzo che s'ingegna a fare qualche soldo vendendo merendine. Sarebbe stato parecchio peggio se avesse venduto anfetamine, coca o coltelli a serramanico.
Ancora una volta riaffiora un vecchio vizio italico, quello per cui, per fare qualunque cosa, ci vogliono licenze, timbri, marche da bollo e senza questi pezzi di carta si va incontro a una censura o anche peggio.

E’ uno dei limiti di questo nostro paese che nessun governo riesce ad affrontare. Se la stessa cosa fosse accaduta negli Stati Uniti, il ragazzo non sarebbe stato punito, anzi sarebbe stato incoraggiato in questa sua vocazione. Invece da noi gli affibbiamo calci negli stinchi pur di riaffermare che la burocrazia conta più della creatività imprenditoriale e le regole, per quanto soffocanti come un cappio da impiccato, vanno rispettate, il che non è sbagliato per principio, purché le regole siano semplici, chiare e soprattutto aiutino, invece di tagliare le gambe.
In Italia, se uno vuole aprire una attività prima paga le tasse su un guadagno che ancora non ha materialmente realizzato e poi può partire. Assurdo. Inutile allora esaltare la fantasia del popolo italico quando i nostri imprenditori portano un fardello doppio rispetto ai concorrenti. Immaginare cosa sarebbe il “belpaese” se ci fossero meno regole e un credito che davvero sostenesse i progetti. Diverrebbe davvero un giardino delle idee.
Per finire è bene ricordare che se in America vigessero le nostre leggi non sarebbe stato possibile costruire una delle più grandi imprese del mondo a partire da un garage e forse, la rivoluzione informatica, non ci sarebbe mai stata.

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