Il comune di Castiglion Fiorentino ha deciso
di aderire all'associazione “Cammini di San Francesco in Toscana”. E’ una buona
scelta, infatti, non da ora, sosteniamo che la valorizzazione del territorio
non passa da manifestazioni estemporanee ma da progetti che possono consolidarsi
nel tempo nello spazio.
In questo senso il recupero dei
cammini, dei luoghi della fede, oltre che rivalutare la nostra storia e le
nostre radici, contribuisce a incrementare le presenze, aiuta a sviluppare un
pezzetto di economia e per finire svolge una funzione pedagogica, verso
residenti e turisti, di cui oggi si è persa l’importanza.
In questo senso gli esempi non mancano,
basta pensare al Cammino di Santiago o alla via Francigena. Castiglion
Fiorentino in questo senso ha buonissime carte da giocare, a cominciare dalla
valorizzazione di un periodo storico come il medioevo o meglio, uno scorcio dell’epoca
di mezzo, che va dal principio del 1200 fin quasi alla sua fine.
Un periodo che
ha visto nel nostro paese un’eccezionale fioritura di opere d’arte e uno
sviluppo urbano e demografico notevole. Per altro, guarda caso, quel momento è
indissolubilmente legato a una figura eccezionale di francescano come il Beato
Mansueto. Un personaggio che portò nel suo paese natale opere incommensurabili
come la Croce Santa. Ma non c’è solo quella, c’è il busto di Sant'Orsola, anch'esso
proveniente dalla Francia, la cui presenza a Castiglioni, come abbiamo già
segnalato, è avvolta nel mistero. E insieme al busto abbiamo il grande crocifisso
dipinto, unico nel suo genere, e molte altre cose ancora che fanno di Castiglion
Fiorentino un centro privilegiato per l’arte medioevale in particolare per l’oreficeria.
Insomma abbiamo buone carte da giocare che, nei prossimi anni, potranno svolgere
una funzione importante per il rilancio turistico anche all'interno di una
strategia legata ai cammini.
Però bisogna cominciare subito a progettare.
Noi rilanciamo l’idea di finanziare, utilizzando
i fondi europei che possono arrivare grazie ai cammini di San Francesco, la ristrutturazione
dell’oratorio di San Filippino e l’annessa casa che potrebbero diventare un
ostello per i viaggiatori.
Dobbiamo inoltre capire, visto che uno
degli scopi della Associazione è rilanciare i luoghi francescani, che fine farà
il Convento dei Cappuccini. In passato qualche idea era venuta fuori, oggi si
tratta di riannodare le fila perché una struttura di quel tipo, in un crocevia
così importante, non può essere lasciata senza un piano di valorizzazione. Per
altro la chiesa e il sotto chiesa, di cui pochi conoscono l’esistenza, potrebbero
essere inseriti in un itinerario culturale dei luoghi di culto esterni al
centro storico.
L’adesione all'Associazione è dunque
una buona occasione per ripensare il futuro di Castiglioni, però ci vogliono costanza,
tenacia, passione e amore per il territorio, tutte cose che non mancano ai castiglionesi.
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