giovedì 17 novembre 2016

DAI COMUNI AL PARLAMENTO I REDDITI IN PIAZZA, NON SOLO CROZZA.


L’ultimo scandalo italiano sembra essere quello del comico Crozza, reo di viaggiare a bordo di un’Audi R8 V10 coupé, del valore, affermano le cronache di 210.000 euro.
I soliti “moralisti d’accatto o da web”, come li chiamiamo noi, hanno subito levato in alto gli scudi.
 -Ma come- vien detto -il fustigatore dei costumi viaggia con una macchina così?-
Premesso che Crozza non ci piace troppo, è oltremodo facile fare della satira con il materiale umano che oggi offre la apolitica, non riusciamo davvero a comprendere dove sia lo scandalo.

Il lavoro di Crozza è far ridere la gente e, qualche volta, aiutarla a pensare, la sua specialità non sono le barzellette d’avanspettacolo ma la satira politica all’interno di una TV privata. Gli imprenditori di quella TV, che non sono dei benefattori, hanno fatto due conti e si sono accorti  che il suo spettacolo fa aumentare l’indice di ascolto e gli introiti pubblicitari, di conseguenza pagano bene il loro uomo. La storia finisce qui.
A nostro avviso non sono  scandalosi i profitti di Crozza, che stanno dentro una logica di mercato, la stessa che riguarda calciatori, attori, cantanti.Sono molto più scandalose le rendite di chi, svolgendo incarichi pubblici, si arricchisce direttamente o indirettamente nella più totale impunità, confermando così  il vecchio detto  di  Marco Porcio Catone per cui «i  ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori ».

Marco Porcio Catone non era né un comico, né un giornalista ma un politico dell’antica Roma il quale,  coerentemente con questa sua affermazione, si mostrò  sempre nemico dei lussi, conducendo una vita semplice e priva di ostentazioni.
Così dovrebbero essere un uomo o una donna  che  scelgono un incarico pubblico. Per questo motivo quando si assume una carica occorre essere da subito trasparenti e limpidi come acqua di fonte.

Già in un altro articolo avevamo scritto che quando si diventa amministratori pubblici, dal più piccolo assessorato alla carica più alta della Repubblica, bisogna letteralmente  mettere in piazza quali sono le proprie sostanze, quali sono i potenziali conflitti di interesse ed alla fine del mandato mostrare  “carte alla mano” cosa è cambiato nella propria situazione patrimoniale. 

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