martedì 8 novembre 2016

CASTIGLION FIORENTINO, NON CI PREOCCUPANO GLI STRISCIONI, CI PREOCCUPA LA MANCANZA DI IDEE

Un nostro lettore, piuttosto crucciato, ci ha inviato le foto che pubblichiamo e che testimoniano la presenza di alcuni striscioni del Blocco Studentesco sulla scalinata che porta all'istituto ex Vasari di Castiglion Fiorentino, proprio davanti all'ingresso del Liceo di via Roma.
Non ci interessa esaminare il contenuto degli striscioni. La discussione sui rifugiati meriterebbe ben altro approfondimento. Anche perché un conto sono i rifugiati, un conto sono gli immigrati più o meno clandestini. Ma il problema non è questo.
Il problema è capire perché certi fenomeni di appartenenza politica si sviluppano e crescono. Noi non siamo tra quelli che demonizzano la destra, anche quella estrema, non siamo per intendersi tra coloro che si inalberano perchè in quel di Pavia Casa Pound, Forza Nuova e altre formazioni  organizzano un corteo in ricordo di Emanuele Zilli, un giovane di destra  morto in circostanze poco chiare nel lontano 1973.

In questi casi o ci si oppone davvero, ma non è più il tempo, oppure è meglio cercare di comprendere perché oggi la destra estrema si può presentare con una patente di affidabilità.
La soluzione non è urlare il proprio sdegno in piazza, ma rispondere dal punto di vista politico, sempre che questa parola abbia ancora un senso.
Un esempio semplicissimo, così almeno capiscono tutti: perché il PD ma più in generale la sinistra non si è ancora posta il problema del perché in un comune come Castiglion Fiorentino esista e prosperi un circolo legato a Casa Pound la cui influenza si sta estendendo alla Valdichiana e di come circoli di questo tipo siano di supporto alle liste più o meno civiche che la destra istituzionale presenta in giro?

Questo non significa criminalizzare nessuno, non chiederemo mai di chiudere circoli di cui non condividiamo l’ideologia, significa tentare di dare una risposta. Il problema per cui non se ne discute è che potrebbero venir fuori questioni destinate a far nascere molti dubbi. Il primo è che da troppi anni la sinistra o se preferite il centrosinistra giocano in difesa  perché non ci sono più  parole “d’ordine convincenti da opporre agli slogan del populismo, dei nuovi razzismi e delle derive xenofobe”.
Inutile girarci intorno, questa destra è figlia non del passato ma del presente.
Figlia della delocalizzazione del lavoro che ha distrutto molte delle nostre imprese e molti posti di lavoro, delle bolle speculative che hanno azzerato i risparmi, figlia di un mondo globalizzato dove crescono gli esclusi e in parallelo aumentano ricchezze di pochi. E’ allora diventa facile, per certi personaggi, gridare che la colpa è del rifugiato, del “negro”, è facile perché è il soggetto più debole, quello più a portata di mano.  A chi verrebbe mai in mente di spaccare il muso a un banchiere di Wall Street o allo speculatore della borsa di Milano? Meglio il ragazzo di colore seduto sulla panchina dei giardini.
Cosa dice nel merito la sinistra o il centrosinistra? Al di là di qualche frase trita e ritrita molto poco, perché si è arresa a una logica che parla più al mercato (globale) che al cuore della gente, nell'errata convinzione che il mercato da solo posso rispondere a tutti i bisogni. Invece, come dimostra il perdurare della crisi, non è così.
Perché la sinistra non riesce a parlare dei seicentoventotto piccoli imprenditori il 2012 e il 2015 nel nord-est del paese e di tutti gli altri che si sono uccisi in Italia perché la loro azienda era fallita? Perché non riesce a parlare della disperazione di chi ha perso il lavoro? Perché non riesce più a parlare dei giovani che languano nel limbo di occupazioni precarie e sottopagate?  
Ecco perché alla fine questo tipo di destra attecchisce. Perché si sono perse le parole e non ci sono più risposte. Vogliamo essere provocatori fino in fondo?
Che cosa ha da raccontare a un suo coetaneo un Giovane Democratico? Quali armi ha per opporsi al suo concorrente del Blocco Studentesco che sarà pure un fascista ma ha qualcosa riesce ad argomentare?  Bisogna entrare nella carne dei problemi, ricordandosi che la sinistra è nata per combattere le ingiustizie, per cambiare il mondo non per accettarlo così com'è, perchè “tanto non si può fare niente”. Se non si può “far niente” è meglio starsene a casa coltivare l’orto. Senza passione, spirito di solidarietà, comunità d’idee non si va da nessuna parte. Per questo è inutile indignarsi per due striscioni del blocco studentesco. Almeno quelli hanno trovato il tempo e la voglia di scriverli, invece di stare al bar a sparlare di qualcuno.



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