“Trasparenza”
è stato il grido di battaglia con cui tanti nuovi sindaci hanno vinto le ultime
elezioni amministrative. La loro furia moralizzatrice era così grande, così
convinta, così urlata da far sembrare che
i comuni, del nostro bel paese, fossero tutti piombati in un medioevo gotico,
piene di nebbie e trabocchetti. Però,
una volta insediati, quasi tutti hanno mandato affanculo la trasparenza,
limitandosi a quello che la legge prevede. Per esempio la pubblicazione degli
atti on-line. Un brodino caldo a
confronto di quello che succede in certi comuni.
Inoltre
gli atti sono scritti in maniera tale che la gente normale fa fatica a raccapezzarsi
e qualche volta sono così fuorvianti che,
per cercare qualcosa, ci vuole il cane da tartufo.
Eppure
tre o quattro cose si potrebbero fare da subito, ma la maggior parte dei nostri
bravi amministratori si guarda bene dal
farle, dimenticandosi degli impegni che
si erano presi con i cittadini in campagna elettorale. Ma si sa le campagne elettorali
sono ormai una commedia dell’arte dove prevalgono i buffoni, gli arlecchini, i
pulcinella con tutto il codazzo di leccaculo e ruffiani.
Comunque
anche dalle opposizioni (destra e sinistra pari son) non ci pare che arrivino grandi
spinte in questo senso. Eppure le cose da chiedere non sono così complicate.
Vediamo
un po’ cosa si potrebbe domandare a un sindaco, a un assessore o un presidente
di una partecipata per aumentare il livello di trasparenza.
1)
Presentare un curriculum. Detto così
sembra una cazzata, eppure per essere assunti in qualsiasi posto di lavoro si
presenta il curriculum vitae. Un documento sintetico (non più di due pagine)
che indichi la formazione, le principali esperienze lavorative e gli eventuali
incarichi pubblici ricoperti perchè i cittadini hanno il diritto di conoscere
competenze, storia e incarichi di chi li governa.
2)
Dichiarare se ci sono potenziali
conflitti d’interesse. Averne non è di per sé un reato o un disonore.
L’importante è essere trasparenti e ammettere che in alcune circostanze gli
interessi personali o dei propri familiari potrebbero entrare in conflitto con
quelli pubblici. Ogni cittadino dovrebbe poter sapere se c’è il rischio che
interessi privati possano minacciare l’indipendenza dei propri amministratori.
3)
Rendere pubblico il proprio status
giudiziario per adempiere a quello che dice l’articolo 54 della Costituzione per il quale “i cittadini cui sono affidate
funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. Per
questo motivo è giusto che si conosca per filo e per segno i rapporti con la giustizia, penale e
amministrativa di chi governa. Carichi pendenti, avvisi di garanzia, eventuali
condanne. E non basta esibire la prova del casellario giudiziario, perché esiste
l’istituto della “non menzione della condanna nel certificato del casellario
giudiziale”. Tutto questo non per mettere sulla graticola qualcuno ma per
consolidare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
4)
Rendere pubblico il proprio stato patrimoniale
prima e dopo lo svolgimento del mandato amministrativo per capire, ad esempio,
se il fatto di aver ricoperto una carica pubblica abbia portato ad un
cambiamento significativo della ricchezza del singolo amministratore. Il che non significa che debba per forza aver
rubato o preso tangenti. Significa che un nullafacente, che fino al giorno
prima attestava un reddito da fame, e il
giorno dopo dichiara un reddito dignitoso significa che ha fatto della politica
la sua professione. Niente di male, ma almeno sapremo con chi abbiamo a che
fare, non con dei professionisti o imprenditori, come dice qualcuno, imprestati
alla politica ma politici a tutto tondo. Così come chi svolge una libera
professione è indubbiamente avvantaggiato, per tanti motivi, dall'essere un amministratore pubblico, è
interessante capire quanto questo incida sul reddito.
Se queste notizie venissero
divulgate la fiducia dei cittadini ne uscirebbe sicuramente rafforzata, non
solo, crediamo pure che ci sarebbero delle belle sorprese. Personaggi che si presentano come custodi della morale
pubblica, ne uscirebbero parecchio ridimensionati.
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