giovedì 13 ottobre 2016

PORNOGRAFIA POLITICA E IMMIGRAZIONE. UN BINOMIO INSCINDIBILE

In Italia esiste un milione di figli d’immigrati nati o cresciuti qui che sono italiani in tutto, tranne che nei documenti. Recentemente è partita una campagna sbocciata con lo slogan “non siamo numeri, ma persone”.  
Quella della cittadinanza è una battaglia di civiltà che vale per tantissimi ragazzi e ragazze che sono venuti al mondo qua, parlano la nostra lingua, seguono nella maggior parte le nostre mode, hanno le stesse aspirazioni degli italiani. Perché negargli questo diritto?
Certo devono anche sottostare alle nostre leggi e non pretendere, in nome di vecchie tradizioni, di esser qualcosa d’altro rispetto alla società che li ha accolti. In questo senso gli esempi che arrivano dall'estero non sono positivi e dovremo farne tesoro. Non possiamo permetterci le banlieue francesi, oppure avere quartieri dove prospera l’estremismo come a Molenbeek. Sia chiaro, qui non stiamo parlando di immigrati che arrivano con i barconi, ma di bambini e giovani cresciuti nelle nostre scuole e per le nostre strade.

Però, anche rispetto agli immigrati o migranti o chiamateli come cavolo vi pare occorre fare chiarezza, senza demagogia e dicendo pane al pane e vino al vino.
La verità è che siamo difronte a un’emergenza non controllabile, l’Italia, se qualcuno sa un po’ di geografia, è una penisola lunga e stretta protesa nel mare Mediterraneo e per il nostro meridione le coste africane sono più vicine del Brennero.  
In questo momento la gente scappa dal Medioriente e dal Nord Africa, non dal Polo Nord o dalla Siberia.
Certo è facile per Austriaci, Inglesi, Ungheresi, tirare su dei muri, per noi è materialmente impossibile.
Da qui in avanti occorre chiedersi quali soluzioni adottare.
Prendere a cannonate le barche? E’ una possibilità, che però nessuno, nemmeno i governi di destra, ha avuto il coraggio di applicare. Si potrebbe intervenire sui porti d’imbarco, ma per quest’operazione occorrerebbe mandare sulle coste della Libia o della Tunisia i nostri soldati. Abbiamo il coraggio di farlo?
Bisogna dunque arrendersi? No, bisogna curare di più lo sviluppo di certi paesi, occorre smetterla di sostenere guerre e guerricciole che servono agli interessi delle multinazionali, bisogna intervenire radicalmente contro chi delinque e non rispetta la nostra storia e le nostre tradizioni.
Per questo pur comprendendone le ragioni degli amministratori locali, non si può, infatti, scaricare sui comuni il peso dell’emergenza, proviamo una repulsione nei confronti di chi, di questa vicenda, fa pornografia politica.
Ci sono urlatori di professione che sui giornali, nelle TV, nei social sbraitano senza costrutto. Perché vedete se tutti quegli strepiti, quelle apparizioni televisive, servissero a qualcosa, saremmo i primi ad applaudire, invece non servono a un cazzo.
Servono solo a mettersi in mostra come le prostitute di un bordello, per questo parliamo di pornografia politica.
Poi è normale che chi più alza la voce, come certi comizianti del passato, riceva applausi e ovazioni è nella natura umana battere le mani a chi solletica la pancia.
Ma domani, al di là dello sfogo cosa rimane?  I problemi si ripresenteranno in modo anche peggiore. Esasperare gli animi è pericoloso e può portare a degenerazioni che nessuno di noi auspica. Un’ultima notazione, sbaglia chi taccia certe posizioni di razzismo, questo non è razzismo, è un calcolo cinico e bieco per conquistare consensi.  Perché se quegli africani, asiatici, pakistani, siriani arrivassero con il Rolex d’oro al polso e la Ferrari gli stessi, che oggi latrano come cani arrabbiati, si metterebbero proni, pronti a ogni accoppiamento. Dunque non è razzismo, è una guerra ai poveri e questo ci fa ancora più schifo perché il giorno dopo non si può andare impunemente a farsi fotografare con il Papa. Troppo comodo e troppo facile amici miei.


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