venerdì 14 ottobre 2016

CENTINAIA DI LAVORATORI AL NERO NEL CHIANTI E IN VALDICHIANA?

La notizia può anche darsi che non scandalizzi nessuno, immaginiamo già qualche commento del tipo “così va il mondo”.
A noi invece ha fatto un po’ impressione sapere che nella “civilissima” Toscana centinaia di stranieri sono reclutati dai caporali per lavorare nei vigneti del Chianti in condizioni durissime.
Ovviamente non si tratta d’inglesi, da sempre appassionati del “Chiantishire”, oppure di scandinavi bensì di profughi pakistani e africani. Rifugiati, richiedenti asilo e anche clandestini. Tanto per capirci si tratta dei più bisognosi, quei “musi neri” che qualcuno vedrebbe bene a far da pasto per i pesci, gli stessi che sono oggetto di vomitevoli dispute politiche dove si dimentica che quella gente non sono alieni, con le squame al posto della pelle, ma uomini e donne con lo stesso nostro sangue, tanto uguale che potrebbero fare i donatori e nessuno si accorgerebbe della differenza.

Queste situazioni sono il riflesso vivente delle nostre ipocrisie dove, per uno strano gioco di specchi, la stessa persona è al tempo stesso sfruttatore di manodopera clandestina, seguace arrabbiato dei movimenti antimmigrazione e lettore del vangelo in Chiesa. Un guazzabuglio di personalità che farebbe impallidire qualunque psichiatra. Ma qui le distorsioni della mente c’entrano poco, c’entra invece il “borsello” e di fronte al “dio denaro” tutti piegano la testa.

Sarebbe interessante sapere se anche dalle nostre parti, come qualcuno sussurra, accadono episodi simili, è probabile, forse non a livelli industriali ma, scavando, potremmo trovare anche in Valdichiana qualcosa di simile, in un balletto che coinvolge lavoratori stranieri sottopagati, pensionati al nero e datori di lavoro dall'apparenza irreprensibile e col cuore tenebroso.
Ci siamo spesso domandati come certi sistemi possano prosperare nell'indifferenza. Poi leggendo le notizie sull'inchiesta del Chianti vien fuori che sono indagati, oltre ai caporali e ai padroni delle vigne, anche tre commercialisti e consulenti del lavoro che predisponevano false buste paga. Tutto regolare, almeno in superficie.
Adesso ci aspettiamo le solite, inutili mozioni di condanna da parte delle Istituzioni, e domani la giostra potrà ripartire. E’ mai possibile che un partito che si definisce di centrosinistra e ancora in Toscana raccoglie la maggioranza dei consensi non senta il bisogno di intervenire su questi fatti?

Dopo le morti, nei campi del sud, di un paio di lavoratori era stata preparata una legge sul caporalato, che fine ha fatto? E poi bastano solo le leggi? No, non bastano o cambia il rapporto tra le persone oppure anche le norme più severe diventano lettera morta e, per come tira il vento, non ci pare che nel centrosinistra e nel suo maggior partito la solidarietà verso i più deboli sia al primo posto. 

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