martedì 25 ottobre 2016

CASTIGLIONI: SERRISTORI E CASTIGLIONI INNOVA LE PAROLE POST PROFETICHE DELLA RAGGI

In una recente intervista Virginia Raggi ha pronunciato una frase illuminante. Secondo la sindaca di Roma “Il pubblico funziona male se viene messo in condizione di funzionare male. (…) Bisognerebbe chiedersi come mai nel tempo Ama e Atac (le due più importanti municipalizzate che si occupano di trasporti e rifiuti) che dovevano essere due società modello, sono state abbandonate. Forse perché c’era la volontà di far vedere che il pubblico non era in grado di gestire per poi far subentrare i privati (…).”

“Niente di nuovo sotto il sole” direbbe il vecchio saggio. Questi giochi di prestigio sono pane quotidiano per una certa finanza spregiudicata. Quello che però ci ha acceso una lampadina in testa è l’analogia con certi comportamenti in sede locale.
Prendiamo le due partecipate del comune di Castiglion Fiorentino, Ente Serristori e Castiglioni Innova. Che cosa è accaduto in questi ultimi due anni?

Il Presidente del Serristori ha portato, nel primo bilancio della sua gestione, una perdita di circa 400.000 euro. Suona strano l’essere passati da un bilancio che nel 2013 presentava un attivo di 27.000 euro, a uno che nel 2014 mostrava una perdita di 400.000. Ed infatti qualcuno ha evidenziato come in questo senso si poteva agire diversamente.
Non sarà una conseguenza logica, però, sulla base di quel deficit si è giustificata la vendita di buona parte del patrimonio boschivo e delle aree a pascolo dell’Ente. Lo sanno anche gli amministratori del Serristori che dar via 200 ettari per 192.000 euro non è stato un grande affare, però tutto si giustifica di fronte al deficit. Se l’affare non l’ha fatto l’Ente è probabile che l’abbia fatto qualcun altro.
Lo stesso scenario lo ritroviamo con la Castiglioni Innova. Il valore storico del capannone in cui ha sede il magazzino del comune era indicato in bilancio per la circa di 1.700.000 euro. I nuovi amministratori l’hanno portato a 1.600.000 euro. Poca cosa potrà dire qualcuno. Verissimo, però quei 100.000 euro in meno significano che la società è finita in perdita. E questo secondo la legge è un buon motivo per metterla in liquidazione. Che fine farà il capannone? Se lo penderà una banca o qualche privato?
Le parole della Raggi in questo senso sembrano descrivere, con i dovuti distinguo la situazione castiglionese, vogliamo ripeterle, “forse c’era la volontà di far vedere che il pubblico non era in grado di gestire per poi far subentrare i privati”. Di fronte  a questi fatti chi ha il dovere di controllare dovrebbe alzare tutte le antenne invece si assiste a una passiva rassegnazione, come se tutto fosse inevitabile. Ma in politica niente è scontato. Meditate, gente meditate.


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