Il leader della destra (estrema) austriaca Heinz-Christian
Strache, grande vincitore, assieme al candidato Hofburg Norbert Hofer, del
primo turno delle elezioni presidenziali, ha recentemente dichiarato che punta
alla riunificazione del Tirolo. Rimettendo così in discussione i confini tracciati
all’indomani della prima guerra mondiale.
Ovviamente non pensa a un’annessione “manu militari” ma a
un ben più democratico referendum. Niente di nuovo, da parecchio tempo cova
sotto la cenere un sentimento di questo tipo in alcuni ambienti politici
austriaci.
E a guardare quello che è successo in Europa negli ultimi
trent’anni non c’è nemmeno da dargli torto. Culturalmente, linguisticamente ed
etnicamente il Sud Tirolo è più Austria che Italia, non guarda verso Roma
(tranne che per i trasferimenti statali, perché i soldi non puzzano) ma verso
Nord.
Non sappiamo se verrà mai svolto questo referendum, però
la richiesta del nuovo condottiero austriaco ha il pregio di sollevare un
problema che in questo paese nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare. E
cioè l’ormai anacronistica sopravvivenza delle regioni a statuto speciale
(Valdaosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna).
Tra i tanti economisti ed esperti di finanza pubblica che blaterano
sui costi dello Stato nemmeno uno ha fatto i conti di quanto queste “enclave”
costino alle casse pubbliche. Tanto, tantissimo. Andate a vedere il bilancio
della provincia autonoma di Bolzano o quello della Regione Sicilia e poi ne
riparliamo.
Ecco una bella riforma da fare, altro che l’abolizione
delle provincie o l’accorpamento di un paio di comuni.
All’indomani della seconda guerra mondiale c’erano delle
ragioni per dar vita alle regioni autonome ma oggi che senso hanno? Solo
perpetuare rendite di posizione e parecchi privilegi. Allora diciamolo chiaramente
se il signor Strache si vuol riprendere il sud Tirolo se lo prenda. Quantomeno inizieremo
a risparmiare quei soldi che oggi se ne vanno verso i confini alpini. Detto tra
noi non siamo mica tanto sicuri che i tirolesi del sud abbiano tutta questa gran
voglia di ritornare in Austria: gli affari sono affari ed è meglio essere “testa
di formica che coda di leone”.
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