martedì 17 maggio 2016

IL PAPA E GLI ANIMALI. SMASCHERARE TUTTE LE IPOCRISIE.

Quanta gente attaccata a cani e gatti e poi lascia sola e affamata la vicina. No, per favore no!”.  Questa frase di #Papa Francesco ha suscitato diverse polemiche da parte degli #animalisti, dispute ingiustificate, se si guarda alla sostanza di quelle parole.
Il Papa ha detto una cosa che, nella sua semplicità disvela una verità e mette in mostra una contraddizione dei nostri tempi. E cioè che viviamo in un mondo dove si è molto più attenti ai #diritti di un animale (sacrosanti e che andrebbero difesi con leggi severe) che non al diritto alla vita di chi crepa a un angolo di strada, in mezzo alla indifferenza dei passanti.  

Ma al di là di quest’aspetto, invero piuttosto banale, c’è un altro prospettiva, che i detrattori della frase del Papa, non hanno preso in considerazione.

Quella che il grande teologo e biblista Paolo De Benedetti, pensatore della «teologia degli animali», ha riassunto in questa frase: “Si tratta di vedere, nel rapporto tra uomini e animali, una scelta che risale a Dio. Non si può annullare uno dei due (…) occorre avere la consapevolezza che sia la vita dell’uomo sia la vita dell’animale sia la vita dell’albero sono tutte forme che dimostrano come Dio, nei rapporti con il creato, abbia come strumento fondamentale — direi addirittura come scettro di governo — la responsabilità dell’uomo verso il creato”.
Dunque il concetto che sta al fondo è quello della “responsabilità” per cui è da “irresponsabili” (nei confronti del creato) nutrire il proprio cane e gatto fino a farlo scoppiare e poi restare insensibili alla sofferenza di un uomo, di una donna o di un bambino. Lo stesso, ribaltando il concetto, si potrebbe dire di coloro che alimentano come piccoli porcelli i propri figli e poi abbandonano il cane in autostrada. In entrambi i casi si apre una contraddizione.
Quindi al di là degli stereotipi del tipo “sono meglio le bestie degli uomini”, e in taluni casi potremmo perfino concordare, se non altro gli animali sono capaci di un amore disinteressato, cosa difficile tra gli umani, il problema di fondo rimane un altro.
Se andiamo a scavare ci accorgiamo che, se si vuole essere conseguenti rispetto al concetto di “responsabilità”, vanno smascherati tutti i paradossi, le menzogne, le falsità di coloro che al riparo della #chiesa (di qualunque chiesa, non necessariamente quella cattolica) fanno gli affari propri. Qualche esempio? Non c’è da andare troppo lontano: ci sono quelli che leggono il vangelo la domenica e poi dal lunedì sfruttano i lavoratori al nero, ci sono quelli che tuonano contro le unioni civili e la notte vanno a trans, ci sono quelli che organizzano cene di beneficenza per i poveri e gli immigrati e il giorno dopo sfilano con le teste rasate nei cortei contro neri e musulmani.
Se le #ipocrisie vanno smascherate allora smascheriamole tutte. Altrimenti sempre più persone saranno portare a pensare che sia meglio un cane di un uomo. Quello al massimo ti ringhia, l’altro davanti ti sorride e poi ti pugnala alle spalle.


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