E’ di questi giorni
la notizia che sarà inaugurata a breve, presso l’ex casello idraulico di Frassineto,
una struttura di accoglienza per cicloturisti e “viaggiatori lenti”.
Ecco finalmente una
bella idea che s’inserisce dentro un
filone con grandissime potenzialità di espansione come il turismo slow. Quel
turismo cioè che preferisce la bicicletta, gli itinerari a piedi e un approccio
diretto con la natura rispetto al frettoloso mordi e fuggi.
E’ da qualche tempo che sosteniamo che questo
tipo di attività può rappresentare una grande opportunità per la nostra zona.
Gli itinerari ormai non mancano. Il Percorso della Bonifica è uno di questi, ma
si potrebbero aggiungere i tanti itinerari nel verde, la via Romea, il percorso
Francescano che traversa le creste dei nostri monti. C’è ancora chi storce il naso, senza rendersi
conto che questo tipo di viaggio sta diventando sempre più importante, basta
pensare al Cammino di Santiago, alla Via Francigena, alla ciclopista lungo il
Danubio.
Quello che occorre
sono le strutture e la ristrutturazione del casello mostra la direzione da prendere
ma non può rimanere l’unico esempio. Ci sono tantissime opportunità in giro,
pensiamo alle molte canoniche dismesse, a piccoli gioielli come San Filippino a
Castiglioni che potrebbero ritrovare nuova vita, a strutture pensate per il turismo
sociale come Riccardi. Insomma per Castiglion Fiorentino e in genere per la Valdichiana
il turismo slow può rappresentare un pezzo di futuro.
Per altro in questo
settore, come dimostrano gli esempi che abbiamo citato, può trovare opportunità
di lavoro un sacco di persone: ristoratori, piccoli ostelli, servizi accessori.
Chi ha avuto modo di percorrere il Cammino di Santiago sa bene di cosa
parliamo. Non c’è solo il tragitto c’è l’indotto che gli ruota attorno, fatto
di tante cose. Si possono, infatti, costruire itinerari che tocchino i centri storici,
le aziende agricole, i musei. E’ un
mondo tutto da scoprire che richiede però organizzazione e capacità inventive.
Ma soprattutto occorre amore per il proprio territorio: la manutenzione delle ciclo
vie ancora lascia molto a desiderare, il marketing è ancora di là da venire e soprattutto
è assente un piano organico che coinvolga la vallata. In Valdarno hanno
ottenuto finanziamenti cospicui per le cicloivie lungo l’Arno da noi possiamo
fare altrettanto collegando la Valdichiana alle vallate laterali realizzando
una rete che attraversi capillarmente il territorio. L’attenzione verso questo turismo
sarebbe un bel biglietto da visita verso il pubblico straniero sempre più
attenti a questo tipo di attività, un elemento in più per rafforzare lo
sviluppo e l’economia.
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