In
uno degli incroci più trafficati di Castiglion Fiorentino è apparsa tracciata
su di un muro una scritta: “Senesi Anna Frank”.
Detto così non vuol dire un cavolo, però accanto a questa ce ne sono
altre che inneggiano alla squadra di calcio dell’Arezzo.
Allora
tutto diventa più chiaro, niente contro la squadra del “cavallino rampante” ma
certe tipologie di tifosi, per quanto Ultras, fanno più male che bene. Specialmente
quando, come in questo caso, si equiparano rivali storici, i senesi, con #Anna
Frank e quindi con gli #ebrei. Ebreo diventa un’offesa e si sottende che agli avversari
si augura di fare la stessa fine dentro le camere a gas.
Chi
ha tracciato quelle due parole crede probabilmente di aver fatto una cosa
intelligente, i riferimenti storici sono sempre giudicati indici di preparazione
ma in questo caso dimostra solo una grande superficialità, per non dire di
peggio.
Castiglioni
purtroppo non è nuovo a queste bravate. Già durante il palio dei rioni furono
tracciate frasi sullo steccato della pista, dove i Rioni avversi erano vilipesi
paragonandoli agli ebrei. In quel caso sentimmo solo una tiepida condanna da
parte delle autorità. Certo sono ragazzate, goliardate, cazzate ma che mostrano
il proliferare di un humus culturale che non ci piace per niente, infarcito d’intolleranza
e che puzza come una fogna di razzismo.
Non
vogliamo colpevolizzare gli ignoti scrivani, però un po’ più di attenzione
sarebbe necessaria da chi deve vigilare sul decoro del paese, e le scritte sui
muri, di qualunque tipo, sono indecorose. Ma non bisogna fermarsi qui. La vigilanza riguarda anche la coscienza della
comunità. Tollerare simili atteggiamenti o sottovalutarli alla lunga diventa complicità,
e allora appare inutile e per certi versi suona come una presa in giro
ciancicare di pace, rispetto, accoglienza.
Certo
ci rendiamo conto che alcuni tra coloro che dovrebbero custodire e proteggere
Castiglioni non sanno nemmeno chi era Anna Frank, la sua storia e le sue tribolazioni.
Vista la loro vasta esperienza quando hanno visto quel nome stampigliato con la
vernice nera hanno forse pensato a qualche giocatore di calcio, forse Frank Rijkaard, o Frank Lampard. No,
si tratta di Annelies Marie Frank,
giovane ebrea uccisa dai nazisti nel campo di Bergen-Belsen.
Per
favore cancellate quella scritta che suona un’offesa non solo per i morti ma
anche per i vivi. Che cosa penseranno, visto che oggi si parla solo di quelli,
i tanti turisti che passano lungo la SR 71 e si trovano davanti
quell’obbrobrio?
Sicuramente
non è un bel biglietto da visita.
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