mercoledì 27 aprile 2016

QUELLE ORRENDE SCRITTE A CASTIGLIONI

In uno degli incroci più trafficati di Castiglion Fiorentino è apparsa tracciata su di un muro una scritta: “Senesi Anna Frank”.  Detto così non vuol dire un cavolo, però accanto a questa ce ne sono altre che inneggiano alla squadra di calcio dell’Arezzo.
Allora tutto diventa più chiaro, niente contro la squadra del “cavallino rampante” ma certe tipologie di tifosi, per quanto Ultras, fanno più male che bene. Specialmente quando, come in questo caso, si equiparano rivali storici, i senesi, con #Anna Frank e quindi con gli #ebrei. Ebreo diventa un’offesa e si sottende che agli avversari si augura di fare la stessa fine dentro le camere a gas.

Chi ha tracciato quelle due parole crede probabilmente di aver fatto una cosa intelligente, i riferimenti storici sono sempre giudicati indici di preparazione ma in questo caso dimostra solo una grande superficialità, per non dire di peggio.
 
Castiglioni purtroppo non è nuovo a queste bravate. Già durante il palio dei rioni furono tracciate frasi sullo steccato della pista, dove i Rioni avversi erano vilipesi paragonandoli agli ebrei. In quel caso sentimmo solo una tiepida condanna da parte delle autorità. Certo sono ragazzate, goliardate, cazzate ma che mostrano il proliferare di un humus culturale che non ci piace per niente, infarcito d’intolleranza e che puzza come una fogna di razzismo.
Non vogliamo colpevolizzare gli ignoti scrivani, però un po’ più di attenzione sarebbe necessaria da chi deve vigilare sul decoro del paese, e le scritte sui muri, di qualunque tipo, sono indecorose. Ma non bisogna fermarsi qui. La vigilanza riguarda anche la coscienza della comunità. Tollerare simili atteggiamenti o sottovalutarli alla lunga diventa complicità, e allora appare inutile e per certi versi suona come una presa in giro ciancicare di pace, rispetto, accoglienza.
Certo ci rendiamo conto che alcuni tra coloro che dovrebbero custodire e proteggere Castiglioni non sanno nemmeno chi era Anna Frank, la sua storia e le sue tribolazioni. Vista la loro vasta esperienza quando hanno visto quel nome stampigliato con la vernice nera hanno forse pensato a qualche giocatore di calcio, forse Frank Rijkaard, o Frank Lampard. No, si tratta di Annelies Marie Frank, giovane ebrea uccisa dai nazisti nel campo di Bergen-Belsen.
Per favore cancellate quella scritta che suona un’offesa non solo per i morti ma anche per i vivi. Che cosa penseranno, visto che oggi si parla solo di quelli, i tanti turisti che passano lungo la SR 71 e si trovano davanti quell’obbrobrio?
Sicuramente non è un bel biglietto da visita.


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