Il politically correct, il così detto politicamente
corretto ha valore in un mondo dove esiste la reciprocità degli atteggiamenti.
Quando quest’ultimo aspetto viene meno, diventa inevitabile diventare
antipatici, scorretti, sgarbati, ma soprattutto nasce spontaneo buttarsi a
pesce su argomenti che la “gente a modo” giudica sconvenienti e quindi “politicamente
scorretti”.
Oggi ne trattiamo uno per il quale opinione
pubblica, social e TV hanno già emesso la loro sentenza.
Si tratta del caso dell’ex Sindaca di Corleto
Perticara Rosaria Vicino.
A
quello che scrivono i giornali la signora è una tipa tosta che, benché
alla guida di un comunello di appena 2.500 abitanti, riusciva a tenere sotto scacco multinazionali
come la Total. Oggi la Procura di Potenza gli dedica un corposo fascicolo con
ben 13 capi d’accusa.
Secondo
i dossier giudiziari l’ex sindaca non si è fatta mancare niente: usava la
macchina di servizio per andare dal parrucchiere, si faceva pagare l’affitto di
casa dall’azienda che lavorava ai pozzi petroliferi del suo paese, teneva
bloccati atti e concessioni a sua discrezione. Tra le altre gli viene mossa
anche un’altra imputazione, un’ accusa che a nostro modestissimo e “politicamente
scorretto” parere ce la rende se non simpatica
almeno sopportabile.
La
Sindaca viene accusata di aver raccomandato gente del suo paese perché venisse
assunta dalla Total e, udite, udite, avrebbe chiesto che il pane per la mensa
aziendale fosse fornito dal forno del paese.
Le
argomentazioni utilizzate dalla signora erano di questo tenore: “(…) nessuno
deve dimenticare che questa (il suo comune) è la sede del Centro Olii, che questa è la sede di tutti i pozzi, e
che quindi… la maggiore occupazione, il comune che va attenzionato prima è
Corleto. E poi tutti gli altri…”.
Secondo
noi andrebbe condannata più per aver utilizzato la parola “attenzionato” che
per il resto.
Non
ci convincono mica tanto le motivazioni del Gip che afferma “detto sistema era
ben lungi dall'essere sorretto da motivazioni di natura filantropica o umanitaria. Dando
e offrendo soluzioni lavorative alle persone che la interessavano, la
donna sapeva di realizzare una rete di relazioni di totale riconoscenza nei suoi
confronti da spendersi poi in occasione di competizioni elettorali”.
Induttivamente
può anche aver ragione il magistrato ma nella pratica dove passa il confine tra
l’attivarsi per i disoccupati del proprio paese e il voto di scambio?
Con
questa logica qualunque opera pubblica, qualunque intervento, qualunque attività
amministrativa è in grado di generare un sentimento di gratitudine.
Quindi
la cosa migliore per un Pubblico Amministratore è non fare un cazzo, secondo il
vecchio adagio “chi non fa, non falla”.
Noi
invece crediamo che tra i doveri di un sindaco ci sia quello di favorire il
proprio comune, e se questo vuol dire chiedere alle grandi multinazionali (come
ad esempio la Total) che s’insediano nel territorio di aiutare i disoccupati,
i giovani in cerca di un lavoro e dare una mano alle aziende del posto non ci vediamo
niente di male. Se poi la Sindaca ha fatto di peggio è giusto sbatterla in
galera, ma su questo punto specifico (dell’aiuto ai disoccupati e alle imprese
del posto) è consigliabile approntare dei campi di concentramento perché minimo
ottomila sindaci sono pronti a varcare le soglie dei reticolati.
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